“Lo stesso, ma al contrario”. Non ha dubbi Jean-Luc Van den Heede che, alle 10.12 di marted¨¬ 29 gennaio, tagliando primo il traguardo del Golden Globe Race 2018, ha vinto il giro del mondo in solitario “vintage”. Quando Robin Knox-Johnston, che gli siede accanto sul palco dei festeggiamenti e che nel 1968 vinse la prima regata in solitario attorno al mondo a cui questo giro si ispira gli domanda: “Io quando, dopo 312 giorni in mare sono arrivato ho chiesto una birra, una bistecca e un bagno. Tu cosa vuoi?” la risposta ¨¨ netta: “Lo stesso, ma all’inverso. Prima un bagno, poi una bistecca e poi la birra”. ? l’ultima battuta della conferenza stampa che a Les Sables d’Olonne, costa atlantica francese sul Golfo di Biscaglia, ha festeggiato il 73enne, che ha appena concluso il suo sesto giro del mondo in solitario. In poco meno di 212 giorni (100 giorni in meno di Knox-Johnston) ha percorso 28.174 miglia (52.178 km), dominato la gara fin dalle prime battute, rischiato di dover abbandonare dopo essersi rovesciato in una tempesta 2000 miglia a Ovest di Capo Horn, in Sud Pacifico, e affrontato negli ultimi giorni un’ultima tempesta con venti a 50 nodi che ha dato un attimo di respiro giusto per il suo arrivo.
vela
Vela: A Van den Heede il giro del mondo vintage: “bello e impossibile”
Nonno della vela a 73, conclude vincendo il suo sesto giro del mondo vincendolo. “Adesso una doccia, una bistecca e una birra. Torner¨°? Non credo proprio...”
bistecca e bagno
¡ªE giusto il tempo dei primi festeggiamenti. Dopo una mezzoretta di conferenza stampa il sindaco di Les Sables comunica che, a causa dei venti forti che hanno ripreso a soffiare, per sicurezza bisogna lasciare la tensostruttura dove giornalisti e appassionati hanno ascoltato il racconto di Van den Heede. Un racconto che comincia con la scoperta della Golden Globe Race. “Dopo il quinto giro del mondo avevo detto basta” dice Van den Heede.” Poi ho scoperto questa regata e mi son detto che era geniale. Che rientrava nello spirito del vecchio giro del mondo”. Stessa rotta della regata del 1968 sempre verso Est lasciando a sinistra Capo di Buona Speranza (Africa), Capo Leeuwin (Australia) e Capo Horn (Sud America) per poco meno di 30.000 miglia di percorso. Barche rigorosamente costruite negli Anni 80 (impensabile recuperare barche degli Anni 60), niente elettronica bordo, nessun contatto esterno se non via radiotelefono o col satellitare, ma con solo su chiamata dell’organizzazione, nessuno a terra che ti dice dove andare con le rotte meteo, tutte le possibili moderne dotazioni di sicurezza, ma per il resto il mare come ai tempi.
SICUREZZA
¡ªSono i capisaldi della Golden Globe Race 2018 che l’inglese Don McIntyre, cinquant’anni dopo la regata che vide tra i protagonisti, oltre a Knox-Johnston, anche Bernard Moitessier (che quando era in testa in Atlantico decise che rinunciava alla vittoria e con un altro mezzo giro del mondo raggiunse Thaiti) propone a chi cerca l’avventura. Una regata la Golden Globe del 1968 che vide sulla linea anche un italiano: Alex Carozzo. Fu costretto a ritirarsi per un’ulcera e venne operato d’urgenza in Portogallo. Ma a Carozzo, Van den Heede tributa un riconoscimento particolare: “Aveva la barca pi¨´ bella, adatta agli oceani e veloce. La migliore della flotta. Certamente migliore di quella che ha vinto”. ? il 2015 e all’annuncio di McIntyre rispondono in molti, ma alla fine sulla linea sono in 17 compreso Jean-Luc Van den Heede, il pi¨´ vecchio di tutti ma anche il pi¨´ esperto, e pure un italiano Francesco Cappelletti (che per¨° non arriver¨¤ mai sulla linea di partenza). I 17 partono il 1¡ã luglio 2018, Cappelletti un mese dopo, fuori gara a tutti gli effetti. Stamani, quando Van den Heede ha tagliato la linea, ¨¨ stato il primo dei cinque ancora in gara.
rovesciato
¡ª“Ci sono stati momenti difficili. Nei colpi di vento quando la barca sbanda e si mette piatta sull’acqua con le vele che sbattono. E poi quando mi sono rovesciato. Era la terza volta che mi capitava. All’inizio pensavo di ritirarmi, mi ¨¨ successo di farlo un sola volta, poi, piano piano, ¨¨ venuta fuori la soluzione per riparare l’albero prima di arrivare a Capo Horn e ho proseguito. Sistemando l’albero continuamente. In barca c’¨¨ sempre da fare del bricolage. E contrariamente a quello che si pensa non c’¨¨ molto tempo libero. Ti svegli, colazione, contatto con i radioamatori, poi ¨¨ mezzogiorno ed ¨¨ il momento di fare il punto col sestante. Se devi fare pi¨´ rilevamenti a intervalli di un’ora e mezza tra una pausa e l’altra magari mangi qualcosa, ma alla fine ¨¨ gi¨¤ pomeriggio. Non c’¨¨ davvero tempo per annoiarsi. E poi le barche usate in questo giro del mondo sono dure da governare. Il timone della mia, come le altre non ¨¨ compensato come quelli moderni. ? duro. Si fa fatica. Con vento forte e in poppa dopo dieci ora avevo le braccia di legno”. “Cosa le ¨¨ mancato di pi¨´ in 212 giorni di mare?” gli chiedono. “Per essere politicamente corretto direi dire i figli e la moglie. In effetti quando ti imbarchi in un’avventura come questa tutti quelli che hai attorno sanno perfettamente che cosa andrai a fare. Altrimenti non puoi fare un giro del mondo”. Un giro che ha portato Van den Heede in luoghi conosciuti come Capo Horn. “L’ho fatto dieci volte. Sei girando da Ovest a Est e quattro nell’altro senso. Poi ci sono stato anche un paio di volte in crociera. Soprattutto per me Capo Horn ¨¨ il ricordo di tutti i marinai. Ma sono stato anche in posti nuovi. Come la baia in Brasile dove mi sono fermato a riparare l’albero prima di passare l’Equatore e poi del Nord Atlantico”.
esperienza
¡ªE nel Nord Atlantico Jean-Luc Van den Heede ha tirato fuori tutta la sua esperienza letteralmente “seminando” il suo inseguitore l’olandese Mark Slats che era arrivato a poco meno di 50 miglia da lui. Un sapiente zig-zag ha rimesso le cose a posto e quando Van den Heede ha tagliato il traguardo Slats era a 360 miglia dalla linea e atteso per il 1¡ã febbraio. Pi¨´ lontano il terzo, l‘estone Uku Randmaa atteso per il 5 di marzo. Ivan Kopar, statunitense, arriver¨¤ verso il 15 dello stesso mese mentre il finlandese Tapio Lethinen arriver¨¤ verso il 5 maggio. “Dopo tutto quello che ha detto questo sar¨¤ davvero il suo ultimo giro del mondo?” chiedono a Jean-Luc Van den Heede dal pubblico. “Nel 2022 c’¨¨ la nuova Golden Globe. Se con questa vittoria ho guadagnato l’iscrizione gratuita, magari. Non so... Direi di no. A meno che qualcuno inventi qualcosa di interessante. Allora…”.
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