Alla scoperta del 'motore' di Luna Rossa e delle sue avversarie: progettate per spingere l'AC75 a velocit¨¤ impensabili per qualsiasi altra barca, le vele sono ormai simili ad ali rigide
Nello scontato (ma corretto) paragone tra un AC75 e una F1 automobilistica non ¨¨ una forzatura trovare che il ruolo dei foil sia in parte simile a quello degli pneumatici. Come ¨¨ evidente che la chiglia della classe per l'America's Cup - e di qualsiasi monoscafo da regata - abbia molti punti in comune con un telaio di una monoposto di F.1, tanto ¨¨ vero che sono sempre pi¨´ frequenti i passaggi di specialisti in aerodinamica dai team automobilistici a quelli dell'evento velico pi¨´ prestigioso del mondo. In questa comparazione, il complesso albero-vele non pu¨° che rappresentare la parte propulsiva, il 'motore' della barca. Nel caso dell'America's Cup ha subito una vera rivoluzione nel momento in cui si ¨¨ abbandonato il cataramano - che montava un albero alare rotante, sul modello di quelli per barche oceaniche - per tornare al monoscafo, dotandolo dei gi¨¤ citati foil. Per l'edizione 2021 ¨¨ nata quindi la soft wing: si tratta di due rande tradizionali, connesse tra di loro attraverso dei sistemi e issate parallelamente su un albero a sezione a D, libero di ruotare, fissato su una sfera in coperta. Con la rotazione dell¡¯albero e le stecche full batten (quelle che coprono l'intera larghezza della vela sino alla cima dell'albero) si forma una sorta di ala che consente di raggiungere delle performance pi¨´ elevate rispetto a quelle fornire da una randa unica, per quanto enorme.?
LE DIFFERENZE
¡ª ?Se fosse un motore, potremmo dire che la soft wing regala maggiore potenza, con un'erogazione pi¨´ lineare. La regolazione della nuova randa rimane uno dei punti pi¨´ coperti da segretezza da parte dei team e allo stesso tempo con grande ricerca e qualche differenza (per quel pochissimo che si ¨¨ potuto vedere). Per esempio, New Zealand sembra avere un sistema di controllo semplice ma efficace - da sempre ¨¨ il mantra del team kiwi in America's Cup - mentre la complessit¨¤ sembra essere superiore per Alinghi e Luna Rossa che - forse non casualmente - ¨¨ stata messo k.o. nella settima regata contro American Magic dalla rottura del carrello della randa. In ogni caso, le performance derivano anche dal fatto che la soft wing, rispetto ad un albero alare rotante, elimina lo 'scalino' tra l¡¯antenna e la vela. Quello che rovineebbe il flusso del vento proprio dove se ne potrebbe estrarre pi¨´ energia. E sempre in nome della massima resa aerodinamica, ¨¨ sparito il boma ossia l¡¯elemento su cui viene inserito il lato basso della randa. Il motivo? Sfruttare al massimo il profilo alare della vela, 'saldandolo' alla coperta.
IL RUOLO DEI TRIMMER
¡ª ??La regolazione della randa avviene attraverso il lavoro del trimmer - uno per lato - che ha in mano una mini consolle tipo quella di un video gioco, con numerosi pulsanti che innescano funzioni come la tensione scotta o la posizione del carrello della randa, ma anche lo spanner che permette la rotazione dell¡¯albero, piuttosto che l¡¯outhaul?(aumenta o riduce la tensione della randa) o il cunningham (permette una pi¨´ precisa e veloce regolazione del 'grasso' della vela, senza andare a toccare la drizza).?Tutti questi controlli consentono di rendere asimmetrico il profilo della randa tra sopravvento e sottovento, e avere una vela persino pi¨´ efficiente dell¡¯ala rigida, un po¡¯ come fosse quella di un aereo. La vela di prua, il fiocco, ¨¨ invece autovirante con rotaia, a differenza della passata edizione dove la regolazione avveniva in una maniera pi¨´ tradizionale con le due scotte, i punti regolabili e i winch. Sembra un dettaglio ma la novit¨¤ ha in realt¨¤ portato con s¨¦ una vasta gamma di tematiche, specialmente per la regolazione in poppa. ? infatti necessario per gli equipaggi mantenere il controllo della balumine - il lato opposto a quello dove ¨¨ inserita la vela - pi¨´ in generale della forma del fiocco anche quando si lasca la scotta alle andature portanti. Anche qui si sono viste diverse soluzioni a bordo: ¨¨ sicuro che la superficie e la forma della parte alta del fiocco abbiano un'influenza importante sulla performance complessiva, ma non ci sono dati a confermarlo.
DIAMO I NUMERI
¡ª ?Tutta questa tecnologia deve rispondere a dei parametri fissati dal regolamento della classe AC 75. L'albero in fibra di carbonio e il sartiame sono forniti dal defender: dall¡¯appoggio in coperta alla cima arriva a 26,50 metri di altezza. La randa ha una base che deve essere lunga tra 7 e 7,40 metri mentre la 'testa' tra 2 e 3,40 metri: questo fa s¨¬ che ci siano differenze nella superficie, non per forza a vantaggio di chi opta per avere qualche metro quadro in pi¨´ a disposizione. In ogni caso siamo sui 145 mq. Quanto al fiocco - pi¨´ o meno 80 mq di superficie -? l¡¯altezza, una volta inserito, non deve superare i 18 metri.?Le vele sono realizzate in carbonio, e in minima parte anche da dyneema e altre fibre aramidiche, come il kevlar. Sono formate da una serie di tape, ovvero delle fasce di filamenti di carbonio unidirezionali preimpregnati. Come tutte le parti della barca, anche le vele sono soggette a una verifica da parte di un comitato internazionale che deve controllare se tutte le misure rientrino nelle regole di classe. Va sottolineato che se la 'copertina' delle due ultime edizioni ¨¨ sicuramente per i foil, lo studio delle vele rimane una parte fondamentale della grande ricerca che accompagna l¡¯America¡¯s Cup. Molto spesso le innovazioni viste nelle precedenti campagne (dai materiali compositi alle rande steccate passando per i servomeccanismi) hanno trovato posto prima sulle barche da regata meno 'tirate' e poi su quelle da diporto. Esattamente come succede nel passaggio tra F1 e auto di tutti i giorni.
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