Era quasi un esordiente, in solitario sulla sua barca aveva navigato pochissimo, solo i 4 giorni e mezzo che gli servivano per la qualifica e invece Ambrogio Beccaria con Alla Grande Pirelli ha chiuso al secondo posto fra i Class 40 la 12a Route du Rhum, forse la transatlantica pi¨´ famosa del mondo e certamente la pi¨´ partecipata, da St. Malo a Guadalupa. Per Beccaria, in gara nella classe pi¨´ nutrita (55 i Class 40 al via, ancora 35 in regata), questa era la prima Route du Rhum, ma anche la sua prima regata transatlantica senza scalo, dopo le esperienze vittoriose nei Mini. E ha infilato subito un risultato eccezionale. I suoi occhi dai Caraibi sono vispi. “Dopo 14 giorni di regata si dorme sempre poco, avevo troppa adrenalina in corpo - racconta Bogi come lo chiamano tutti - ¨¨ stato bellissimo. Sono molto contento. E poi ¨¨ pazzesco il livello ottimizzazione di Alla Grande, ¨¨ ancora grandissimo, la barca ¨¨ un aereo, in quanto a velocit¨¤. E anche io posso regatare ancora molto meglio. Da 15 ai 20 nodi la barca ¨¨ sempre molto veloce. Vuole dire che abbiamo fatto un lavoro eccezionale come progetto e come costruzione. I margini di miglioramento sono ancora grandissimi. Sono curioso di capire dove posso arrivare. Non avrei detto che saremmo arrivati secondi, nessuno lo poteva immaginare che facessi un risultato cos¨¬, alla prima uscita. Ma in fondo ci credevamo. Certo io avevo il mio sogno ingenuo che era quello di vincere, anche se sai che ¨¨ difficilissimo”.
Vela
Beccaria davvero Alla Grande, ¨¨ secondo nella Rotta del Rhum
L’italiano ¨¨ secondo nella classe pi¨´ numerosa (Class 40) e quasi da esordiente si mette alle spalle quasi tutta la flotta. Il duello finale
Cruciali
¡ª“I momenti cruciali sono stati 3: la partenza dove ci sono un sacco di barche, sono riuscito a uscire bene e poi sono sempre rimasto nel gruppo di testa. Quando ho preso il terzo fronte e poi la fase finale degli Alesei ¨¨ stata difficile sia dal punto di vista fisico che mentale”. Racconta la notte pi¨´ lunga, l’ultima in mare. “La notte pi¨´ incredibile della mia vita, non avevo pi¨´ gli strumenti da molti giorni e quindi ero costretto a stare tantissimo al timone, ho fatto una notte in cui avevo paura di spaccare tutto. Con dei colpi incredibili quando ci fermavamo su un'onda. Corentin Douguet, con cui abbiamo fatto un lunghissimo duello, continuava ad andare pi¨´ forte, ma vicino a Guadalupa l’ho triturato. La mia barca faceva un nodo secco pi¨´ della sua quindi l’ho passato prima del giro dell’isola, l¨¬ avevo circa tre miglia di vantaggio che mi hanno permesso di arrivare prima al traguardo”. Un testa a testa fatto anche di messaggi e di logoramento psicologico. “Quando ha visto che andavo di pi¨´ mi diceva, stai attento rischi di rompere tutto, rallenta. Voleva minare le mie sicurezze e vedere che gli facevo paura mi gasava ancora di pi¨´. E’ stato un duello davvero bellissimo sempre vicini”.
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Divertimento
¡ªAnche una questione di divertimento. “Prima della partenza il mio allenatore mi aveva detto “E’ divertendoti che si fanno le performance migliori”. E’ stato proprio cos¨¬ in barca mi sono divertito tanto. E questo mi ¨¨ sicuramente piaciuto. Uno dei miei punti forti credo sia proprio la forza mentale. Le mani? Andavano abbastanza bene fino all’ultimo giorno, le avevo preservate con creme e guanti. Ma le ultime 24 ore vissute sott’acqua, sono stato bagnato per un giorno. Alla fine avevo le mani bollite. E mia mamma se ne ¨¨ accorta fin da quando mi ha visto dal gommone all’arrivo. Le mamme si preoccupano sempre”. Futuro e miglioramenti. “Le vele, la parte della strumentazione ¨¨ da migliorare. Ma soprattutto il comfort della barca. Cos¨¬ ¨¨ troppo difficile da vivere, mi devo inventare qualcosa per stare un po’ pi¨´ comodo e risparmiare un po’ di energie”. Il momento pi¨´ brutto? “Il passaggio del secondo fronte, quello che ha causato disastri. Era la mia prima tempesta cos¨¬ forte in Atlantico, avevo rotto una vela e i sensori in testa all’albero. Avevo visto due colleghi disalberare. Li mi sono detto ne passer¨° un’altra cos¨¬ o si spaccher¨¤ tutto?”. Invece ¨¨ andata bene anche se ho potuto cucinare poco a bordo con la mia pentola a pressione, ma era davvero complicato con le condizioni meteo che abbiamo trovato”. Il futuro? Il 15 dicembre una grande festa a Milano poi le regate il prossimo anno, prima la Rorc 600 e poi la Defi Atlantique. Da Guadalupa a La Rochelle. Volevo chiudere ringraziando Pirelli che ha creduto subito in me. E che ha fatto una gran scommessa. Quando mi ha scelto all’inizio c’erano tutti gli allarmi accesi “rischio, rischio”. E invece ha avuto fiducia, mi ha permesso il salto di qualit¨¤”. Davvero Alla Grande Ambrogio.
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