il focus
Vela, i segreti delle barche in gara al Vend¨¦e Globe
Per una regata eccezionale come il Vend¨¦e Globe ¨C il giro del mondo in solitario senza scalo ¨C ci vogliono velisti eccezionali e quindi barche eccezionali che da un¡¯edizione all¡¯altra, teoricamente, sono pi¨´ veloci di quelle precedenti ma non vi ¨¨ certezza. Quelle che hanno preso il via da Les Sables d¡¯Olonne ¨C sulla costa atlantica francese ¨C per la decima edizione seguono il regolamento introdotto tra il 2016 e il 2017. Gi¨¤ una quindicina di anni prima, alla luce dei tre velisti scomparsi in mare e dei tantissimi incidenti tecnici nelle precedenti edizioni della corsa, si era deciso di dare un giro di vite al livello di sicurezza. Ma ¨¨ stata appunto l¡¯ottava edizione a creare i presupposti corretti per la regata attuale: velocissima ma (abbastanza) sicura. Venne ammessa la classe IMOCA 60 che rispetto al debutto al Vend¨¦e Globe ¨¨ diventata pi¨´ rapida ¨C c¡¯¨¨ stato uno studio in materia ¨C mediamente del 50% in ogni andatura.
imoca 60, da macif ad armor lux
¡ª ?IMOCA ¨¨ l¡¯acronimo di International Monohull Open Class Association: fondata nel 1991 venne riconosciuta sette anni dopo dalla World Sailing, la federazione mondiale della vela. Dal 2018, assegna anche un titolo sulla base delle regate oceaniche pi¨´ importanti, a partire ovviamente dal Vend¨¨e Globe: al momento, a guidare la classifica ¨¨ il francese Charlie Dalin su Macif, uno dei favoriti della corsa in svolgimento. L¡¯ IMOCA 60 deve rispettare una serie di parametri fissi: la lunghezza di 18,28 metri (i 60 piedi del nome) che con il bompresso montato pu¨° arrivare a 20,12 metri, la larghezza massima di 5,85 metri e il pescaggio di 4,50 metri. Ci sono poi delle stringenti regole di sicurezza (testate prima della partenza) come le zavorre posteriori o il limite di inclinazione della chiglia basculante. E ancora un numero massimo di vele a bordo, otto, che non possono essere in fibra di carbonio. Per il resto ¨¨ tutto consentito, a differenza di altre classi importanti a partire dall¡¯AC 75 dell¡¯America¡¯s Cup che non a caso raduna nutriti team progettuali, a caccia del ¡®buco di regolamento¡¯ da sfruttare. Invece, nel mondo dell¡¯IMOCA 60 i ¡®nomi¡¯ sono relativamente pochi e buona parte delle imbarcazioni sono firmate dallo studio VPLP o da Guillame Verdier, entrambi transalpini. Anche se Tout commence en Finisterre - Armor Lux del veterano Jean Le Cam ¨C alla sesta partecipazione e in testa dopo dieci giorni di oceano ¨¨ firmata dal ¡®marinaio¡¯ David Raison, meno quotato dei colleghi.
nuove e vecchie conoscenze
¡ª ?Le 40 barche impegnate nella decima edizione si possono dividere chiaramente in tre gruppi: 12 hanno al massimo due-tre anni di vita e sono state costruite per il Vend¨¨e Globe in corso, 16 appartengono alla generazione precedente (ovviamente con qualche aggiornamento, vedi il Prysmian Group dell¡¯italiano Giancarlo Pedote) e le altre 12 hanno alle spalle un decennio di oceano, talvolta persino di pi¨´. La pi¨´ vecchia, Human Immobilier del francese Antoine Cornic ¨¨ stata costruita addirittura nel 2005. Per la cronaca ¨¨ nel primo terzo della classifica, a conferma delle valide scelte tattiche ma anche del fatto che l¡¯IMOCA 60 ¨¨ classe azzeccata che non mette fuori gioco le vecchie imbarcazioni rispetto a quella varate da poco. Lo stesso Le Cam si serve di un modello, realizzato dal cantiere bergamasco Persico Marine nel 2023, classica nel layout della coperta e soprattutto senza i foil. Perch¨¦, l¡¯aspetto pi¨´ interessante dell¡¯IMOCA 60 che a fronte di alcune scelte quasi obbligate (forme plananti dello scafo, albero con un¡¯altezza tra 28 e 29 metri, dislocamento sulle 8 tonnellate, pannelli solari ed eolici in coperta), l¡¯esterno e l¡¯interno sono totalmente personalizzabili.
Vend¨¦e Globe, le altre barche
¡ª ?Cos¨¬ le sei veliste in gara hanno studiato, con i rispettivi progettisti, una serie di attrezzature pi¨´ ¡®leggere¡¯ da manovrare mentre il tedesco Boris Herrman ¨C che soffre di mal di schiena ¨C dispone della maggiore altezza sottocoperta fra tutte le barche. Il gi¨¤ nominato Dalin ha avuto dal solito Verdier un progetto¡¯ tirato¡¯ quale Macif Sant¨¦ Prevoyance mentre Pedote ha chiesto al famoso cantiere CDK di ¡®rinforzare¡¯ in maniera importante Prysmian, puntando molto sull¡¯affidabilit¨¤ nei due mesi e mezzo (prevedibili) di regata, a partire da una nuova prua. Non manca una barca studiata per essere condotta da un paralimpico quale il cinese Jingkun Xu, che ha perso un braccio a 12 anni ma ¨¨ diventato un campione di vela tanto da partecipare ai Giochi di Pechino 2008. Per la sua sfida pi¨´ grande, si serve di uno scafo del 2017, modificato in molti elementi tecnici: l¡¯obiettivo principale, in questo caso, ¨¨ solo completare il giro del mondo. L¡¯altro elemento in comune per tutte le barche ¨¨ la grande velatura: di bolina (quindi con randa e fiocco) si va da 260 a 320 mq, alle andature portanti (con il gennaker) si arriva serenamente a oltre 400 mq. Risultato: medie pazzesche di 22 nodi (quasi 40 km/h) sfiorando i 40 e percorrendo quasi 600 miglia in 24 ore. Pi¨´ o meno ¨¨ come andare da Cagliari a Napoli a vela e tornare indietro. Impressiona ancora di pi¨´ l¡¯accelerazione: in pochi secondi, si passa da una decina di nodi a 25. Una vera F.1 ma che si trova fra onde gigantesche e non sull¡¯asfalto.
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