La competizione verr¨¤ rilanciata per festeggiare il centenario del Royal Ocean Racing Club. L'Italia l'ha vinta una volta, nel 1995
EĄŻ una grande notizia per la vela dĄŻaltura: torna, ufficialmente, lĄŻAdmiralĄŻs Cup. La regata dove le migliori barche di ogni Nazione si sfidavano con lĄŻobbiettivo di conquistare il titolo iridato della vela dĄŻaltura. Nata nel 1957 ed ufficialmente conclusa nel 2003, dopo quasi mezzo secolo, lĄŻAdmiralĄŻs Cup viene rilanciata nel 2025 per festeggiare il centenario del Royal Ocean Racing Club, il circolo pi¨´ prestigioso al mondo nellĄŻaltura al mondo. Quello che organizza anche la mitica Fastnet Race, ai tempi ultima prova ¨C lunga 605 miglia - dellĄŻAdmiralĄŻs Cup preceduta da regate costiere e dalla comunque impegnativa Channel Race. Sin dalla prima edizione, lĄŻAdmiralĄŻs Cup scelse la cadenza biennale e la formula delle squadre nazionali, ognuna delle quali era costituita da tre imbarcazioni. AllĄŻinizio soltanto la Gran Bretagna e Stati Uniti vi presero parte, poi si aggiunsero numerose Nazioni sino ad arrivare alla partecipazione record delle edizioni negli anni ĄŻ70 con 19 squadre. Gli anni ĄŽ90 e la formula di stazza IMS per le barche, a sostituzione di quella IOR, segnarono un progressivo declino. Tanto che lĄŻultima edizione, del 2003, venne disputata da squadre di sole due imbarcazioni, a rappresentare yacht club affiliati ad una federazione nazionale, consentendo cos¨Ź la possibilit¨¤ di avere pi¨´ squadre per paese.
naufragio
ĄŞ ?Nella grande storia dellĄŻAdmiralĄŻs Cup cĄŻ¨¨ una pagina nera, legata allĄŻedizione 1979, vinta dagli australiani ma segnata da una tragica tempesta. Se da una parte, il primo podio conquistato dallĄŻItalia (terza con Vanina, Yena e Rrose Selavy) rese orgogliosi la vela di casa nostra, dallĄŻaltra il buon risultato venne oscurato dal disastro: 19 velisti persero la vita e 20 scafi affondarono tra Cowes e Plymouth. Due giorni di tempesta a forza 11 ¨C per colpa di una ĄŽcollisioneĄŻ tra due perturbazioni, male annunciata ai partecipanti - scatenarono il finimondo, con venti fino a 63 nodi (130 km/h) ad abbattersi sulla flotta dove la massima parte era composta da imbarcazioni di semplici appassionati. Dei 304 yacht sulla linea di partenza, solo 86 arriveranno al traguardo, 194 si ritireranno e 20 saranno abbandonate dai velisti. Circa 4mila persone parteciparono alla pi¨´ imponente operazione di soccorso mai effettuata dalla Marina britannica in tempo di pace con largo impiego di elicotteri Sea King. ?Salendo sulla cresta di unĄŻonda, si aveva lĄŻimpressione di essere pi¨´ alti del faro sullo scoglio del Fastnet? ricorda Riccardo Bonadeo, armatore della fortunata serie di barche Rrose S¨Ślavy che si trov¨° in mezzo alla buriana.
brava
ĄŞ ?Dal punto di vista tecnico, lĄŻAdmiralĄŻs Cup ha espresso sempre il meglio della vela dĄŻaltura: ha promosso prima lĄŻInternational Offshore Rule (che ¨¨ stata per due decenni la ĄŽregolaĄŻ numero uno delle regate nel mondo) e poi lĄŻInternational Measurement System, che dopo un successo iniziale deluse gli armatori per la formula complicata e costosa cos¨Ź da spostarsi sulla monotipia e snobbare le regate a compenso. Da qui il declino, anche per la partecipazione sempre pi¨´ numerosa di team europei allĄŻAmericaĄŻs Cup assorb¨Ź la maggior parte dei soldi delle sponsorizzazioni, facendo venire meno il supporto economico alle squadre che partecipavano allĄŻAdmiralĄŻs Cup. LĄŻalbo dĄŻoro delle 23 edizioni ¨¨ dominato ovviamente dai Paesi anglosassoni: Gran Bretagna (9 successi), Australia (3), Stati Uniti (3) e Nuova Zelanda che vinse nel 1987 facendo capire che stavano nascendo gli All Blacks della vela. Per i continentali ci sono state quattro vittorie per la Germania e una a testa per Francia, Paesi Bassi e Italia. Quella del 1995 fu il successo per antonomasia dellĄŻaltura nazionale, con una squadra fortissima composta da Capricorno di Riccardo del Bono, Brava Q8 di Pasquale Landolfi e Mumm a Mia di Paolo Gaia. Al timone, cĄŻerano tre campioni quali Flavio Favini, Francesco de Angelis e Tommaso Chieffi. Sino a quel momento, il risultato che aveva esaltato lĄŻItalia era stato il trionfo di un precedente Brava nel Fastnet, edizione 1983. Al timone, un giovane ma gi¨¤ bravissimo Paul Cayard.
brava
ĄŞ ?CĄŻ¨¨ comunque un ritrovato interesse per lĄŻAdmiralĄŻs Cup, programmata nella seconda met¨¤ di aprile. Ci sono gi¨¤ 19 squadre nellĄŻentry list del RORC, che per la cronaca sar¨¤ al via con due formazioni, con molte delle barche protagoniste delle grandi prove dĄŻaltura. Come Caro, il Botin 52 dello svizzero Max Klink, vincitore assoluto della Rolex Fastnet Race 2023 o il GP42 Callisto di James Murray in rappresentanza del Royal New Zealand Yacht Squadron. Per lo Yacht Club de France ci saranno Teasing Machine, il NM54 di Eric de Turckheim, la barca Ą°mattatriceĄą delle lunghe, e Albator, il NM43 di Philippe Frantz. Teasing Machine che ha vinto due volte la RORC Transatlantic Race in classifica generale IRC, oltre alla Rolex Middle Sea Race. Anche gli americani non scherzano: su Black Pearl e Abracadabra avranno equipaggi che includono un mix di velisti esperti in regate oceaniche, AmericaĄŻs Cup e Olimpiadi. Per i tedeschi del Bayerischer Yacht Club, ci saranno Red Bandit, il TP52 di Carl-Peter Forster, gi¨¤ vincitore della Rolex Middle Sea Race 2024 nella classifica generale IRC, e Ginkgo. E lĄŻItalia? Lo Yacht Club Costa Smeralda ha iscritto due barche armate da Giovanni Lombardi Stronati: Django JPK, cruiser-racer di 11,80 metri e uno scafo ancora senza nome che dovrebbe essere il nuovissimo Wally Rocket, one design di 11 metri costruito da Ferretti Group, disegnato da Botin & Partners.
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