tragedia
Auguadro, il velista morto sulle Alpi: da Mascalzone Latino al titolo iridato
Matteo Auguadro, scomparso sabato per un drammatico incidente di montagna sulle Alpi Lepontine, era un raro esempio di prodiere diventato famoso quanto un timoniere o uno skipper. Nella vela agonistica, a parte quella olimpica, resta difficile guadagnarsi la notoriet¨¤ non tenendo il timone o guidando un team. Lui ¨¨ stato bravissimo, pian piano, a diventare protagonista unendo a un fisico da vero atleta doti tecniche non comuni e un impegno incredibile. Superando un altro piccolo muro: i quattro laghi alpini hanno fornito (e continuano a fornire) fior di velisti alle squadre olimpiche e agli equipaggi delle barche di punta ma il lago Maggiore ¨¨ sempre stato un passo indietro, soprattutto al Garda. Matteo, da Verbania, sponda piemontese, ¨¨ stato uno dei pochissimi a emergere ed era orgoglioso anche di questo aspetto. Oltre che delle sue tante passioni sportive: kite surf, bicicletta e sci alpinismo che purtroppo l¡¯ha tradito.?
palmares
¡ª ?Della sua vocazione, gli esperti se ne erano accorti nel 2007 quando, trentenne con un palmares eccellente nelle classi monotipo, sal¨¬ a bordo di Mascalzone Latino, la barca dell¡¯armatore Vincenzo Onorato, che per la seconda volta si ciment¨° nell¡¯America¡¯s Cup. Lo aveva chiamato Flavio Favini, altro lacustre (¨¨ di Luino) che timonava lo scafo e lo conosceva sin da quando correva in Optimist, Mascalzone Latino sfior¨° l¡¯impresa di arrivare in semifinale della Louis Vuitton Cup. Da l¨¬ inizi¨° la vera carriera di Matteo sulle pi¨´ competitive classi monotipo come il TP52 e l¡¯RC 44 ma soprattutto sui Maxi dove ha conquistato vittorie di prestigio come il titolo iridato con il 72 piedi Vesper. Per la vela italiana si tratta di una grave perdita, anche e soprattutto dal punto di vista umano. Marito di Rachele ¨C giornalista specializzata di nautica ¨C e padre di due figlie, Auguadro era rispettato da tutti e con moltissimi amici perch¨¦ non si limitava a fare il suo dovere a bordo. ¡°Aveva una gentilezza d¡¯animo che lo rendeva benvoluto da tutti. Non mi ricordo di avergli mai sentito pronunciare una cattiva parola contro qualcuno. Mai", ha detto Vasco Vascotto, che ¨¨ stato suo compagno di avventura in tanti mari del mondo. "Con garbo aveva saputo diventare uno dei migliori prodieri del mondo. Un uomo buono e uno sportivo completo. Stavamo regatando insieme, eravamo pieni di progetti per questa stagione velica, a partire dall¡¯Admiral¡¯s Cup. Sono senza parole¡±. Anche noi.
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