Una serie di vere e proprie “bolle” di poco vento per il primo. Vento, deciso e a favore, per il secondo. Il finale della Golden Globe Race 2018, il giro del mondo in solitario e vintage partito da Les Sables d’Olonne, citt¨¤ della Loira nel Golfo di Biscaglia il 1¡ã luglio 2018, ¨¨ all’insegna del thriller. Mentre il francese Jean-Luc Van den Heede (74 anni!), che fin dalle prime battute ha dominato la gara, si trova tra Capo Verde e le Canarie, a circa 1900 miglia (circa 3500 km) da Les Sables e dal traguardo ed ¨¨ alle prese con ariette leggere, il secondo, l’olandese Mark Slats, ¨¨ sempre pi¨´ vicino a un possibile sorpasso al tempo stesso clamoroso, normale e crudele. Clamoroso perch¨¦ dopo un lungo inseguimento Slats ¨¨ ora meno di 200 miglia dal battistrada e la sua progressione pare non fermarsi. Normale perch¨¦ ripeterebbe quanto visto in altre regate oceaniche e giri del mondo.
vela
Vela: volata in Atlantico per il Giro del Mondo vintage
Il giro del mondo fatto con le barche di 50 anni fa alle battute conclusive con l’olandese Slats in rimonta sul 74enne Van den Heede , oggi divisi da sole 200 miglia!
crudele
¡ªCrudele perch¨¦ i due navigatori sono a bordo di due scafi gemelli, due Rustler 36, sloop di 10,77 metri, ma se Slats ha bene o male la barca ancora in efficienza, Van den Heede ¨¨, come si dice, un’anatra zoppa. Sono due mesi che il francese ha l’albero che sta in piedi per il miracolo di riparazione d’emergenza che ¨¨ riuscito a fare dopo il rovesciamento del 5 novembre 2018 quando era 2000 miglia da Capo Horn. Non bastasse, quattro giorni dopo la capriola, Van den Heede ha chiamato casa con il telefono satellitare per dire che stava bene e che non abbandonava la regata, ma che aveva riparato e proseguiva. Male! Il regolamento del Golden Globe dice che si pu¨° fare telefonate solo d’emergenza e alla direzione di corsa. E cos¨¬ l’uomo che detiene il primato di primo solitario ad aver compiuto il giro del mondo da Est a Ovest, contro i venti e le correnti dominanti, si ¨¨ visto rifilare la penalizzazione di 18 ore. L’ha scontata lo scorso 7 gennaio. Van den Heede ha fatto un po’ di strada al contrario, ha pagato pegno perdendo ulteriore terreno rispetto a Slats ed ¨¨ tornato pulito in gara.
4 giri
¡ªUna gara che, con quattro giri del mondo (oltre a quello contromano) sulle spalle aveva in lui, nonostante con i suoi 74 anni fosse pi¨´ vecchio del gruppo, il superfavorito. Pronostico ampiamente confermato almeno fino allo scorso 2 gennaio quando Mark Slats, 41 anni, olandese e un giro del mondo (a vela) in solitario sulle spalle (e pure una traversata-record dell’Atlantico in barca a remi e da solo), non ha superato anche lui l’Equatore. In effetti, al momento di passare il Parallelo Zero, l’olandese aveva un ritardo di 700 miglia dal francese (erano 1350 a Capo Horn), ma poi Nettuno ¨¨ stato sempre dalla sua parte. E contro Van den Heede. E ora Slats ¨¨ a ridosso del battistrada. Le previsioni dicono che presto anche Slats dovrebbe incontrare venti leggeri, ma Van den Heede, con la sua barca azzoppata, non potr¨¤ fare molto quando, tra poco, dovr¨¤ affrontare le perturbazioni (e relative tempeste) che corrono verso l’Europa nel Nord Atlantico: ultimo ostacolo prima del traguardo di questo giro del mondo arrivato al suo 194¡ã giorno con solo cinque dei 17 navigatori che avevano preso il via il lo scorso luglio e ai quali si era poi aggiunto (dopo un mese) l’italiano Francesco Cappelletti. Ma se Van den Heede e Slats sono in dirittura finale e l’arrivo del vincitore ¨¨ previsto nell’ultima settimana di gennaio, gli altri tre sono ancora lontani. Per l’ultimo, il finlandese Tapio Lehtinen (60 ani), che finora ha navigato solo due terzi delle circa 30.000 miglia del percorso e che corre su una barca costruita in Italia, un Gaia del Cantiere Benello di Livorno, si parla dei primi di maggio. Per gli altri tra febbraio e marzo. Quelli che non arriveranno sono stati fermati da avarie alle barche (tra questi Cappelletti) e alcuni sono stati costretti ad abbandonarla in mezzo al mare com’¨¨ capitato all’inglese Susie Goodall, recuperata da un mercantile di Hong Kong dopo che si era rovesciata in Sud Pacifico. Oppure sono stati consigliati ad alzare bandiera bianca dalla brutale realt¨¤ che gli oceani hanno fatto sentire sui navigatori. Tutti avevano aderito al progetto di ripetere, mezzo secolo dopo, la prima edizione della regata in solitario attorno al mondo corsa nel 1968. Stesso giro, ma con barche e attrezzature degli Anni 80: a cominciare dal niente elettronica a bordo.
mezzo secolo
¡ªTutto (dotazioni di sicurezza a parte) come 50 anni fa. Un’avventura che aveva sollevato non poche polemiche attorno alla domanda se era giusto affrontare da soli (e in qualche caso con scarsa preparazione) gli oceani con barche “vintage” e privati delle moderne tecnologie. Una domanda che resta aperta. E che passa in secondo piano in questo finale di regata davanti a un Jean-Luc Van den Heede che, ce lo possiamo immaginare, si trascina coi denti verso il traguardo dando fondo a tutta la propria esperienza e un Mark Slats che non pu¨° che spingere al massimo la sua barca verso il traguardo di Les Sables d’Olonne.
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