i precedenti
Luna Rossa sotto 6-4 ma... Le rimonte che hanno fatto la storia della Coppa
It ain't over 'til it's over, ossia "Non ¨¨ finita finch¨¦ non ¨¨ finita". Una visione sportiva (e di vita) che ha reso famoso Yogi Berra - 10 successi alle World Series della Mlb da giocatore - e ispirato, con tanto di citazione, molte grandi rimonte nella storia dello sport. L'America's Cup, non ¨¨ mai stata ricca di sorprese clamorose anche perch¨¦ allo scontro finale arrivano sempre chi difende il trofeo - quindi sicuramente non scarso e quasi sempre vincente - e il migliore tra chi ha lanciato la sfida, uscito spesso da una selezione durissima. Oggi a tentare la rimonta, difficile ma non impossibile, ¨¨ purtroppo Luna Rossa Prada Pirelli sotto per 4-6 con Ineos Britannia nella finale della Louis Vuitton Cup. Per raggiungere il sogno di affrontare New Zealand per l'America's Cup a Sir Ben Ainslie e compagni basta vincere una regata delle prossime tre. Bisogna sperare di ripetere i pochi exploit del genere nella storia della Regata. Riavvolgiamo il nastro.
LIPTON, L'ETERNO PERDENTE
¡ª ?Una rimonta, al limite della scorrettezza, ci fu nella fase pionieristica dell'America's Cup. Sir Thomas Lipton (esatto, il re del th¨¨) fu sostanzialmente il primo sfidante a costringere gli americani a impegnarsi in modo serio, buttando sul tavolo un mare di dollari e studiando barche moderne. Nel 1903, per non farsi strappare il trofeo dal potente Shamrock III, il sindacato capitanato da William Rockfeller e Cornelius Vanderbilt fece costruire Reliance, un gioiello di tecnica ed eleganza che con i suoi 43 metri di lunghezza resta uno dei racer pi¨´ imponenti nella storia dell¡¯evento. Dopo la sosta causata dalla Prima Guerra Mondiale, Lipton si ripresent¨° a New York con il quarto Shamrock, disegnato da un futuro mito della nautica quale Charles Nicholson: nella sfida del 1920, vinse le prime due regate, quindi si trov¨° a un passo dal sogno. Ma il defender Resolute riusc¨¬ prima a pareggiare il conto e poi imporsi in quella decisiva. Peraltro, gli americani mostrarono scarsissima sportivit¨¤: la giuria annull¨° la quinta prova per vento forte (la condizione favorevole a Shamrock IV), nella ripetizione domin¨° una brezza leggera. Ideale per le qualit¨¤ del pi¨´ leggero Resolute. Per la cronaca, Lipton riprov¨° nell'edizione 1930 con l'ennesimo?Shamrock e perse per la quinta volta. Mor¨¬ l¡¯anno seguente, con una piccola grande soddisfazione: era stato ammesso al Royal Yacht Squadron, l¡¯esclusivo club che lo aveva sempre respinto come socio. Incredibile ma vero.
LA CHIGLIA MISTERIOSA
¡ª ?Nell'edizione 1983, gli americani tentano di far squalificare Australia II gi¨¤ prima dell'atto finale: Dennis Conner ha intuito che quel 12 metri con la chiglia che gli aussie?tengono coperta a ogni alaggio pu¨° batterli e si fa realizzare a tempo di record una nuova imbarcazione, Liberty, per l' eventuale sfida mentre si svolgono le prove dei challenger. Niente da fare: Australia II, che ha dominato tra gli sfidanti, ¨¨ regolarmente ammessa alla regata. Lo skipper americano ¨¨ furioso ma resta il numero uno: vince con relativa facilit¨¤ le prime due regate di finale, ma alla terza ¨¨ solo lo scadere del tempo massimo che impedisce la prima vittoria degli australiani che per¨° arriva il giorno dopo. Con vento debole, la barca del magnate Alan Bond ¨¨ nettamente superiore, lascia il rivale a 3 minuti e 14 secondi per il 2 a 1: ¨¨ il maggior distacco di sempre rimediato da un defender. Liberty si arrampica sul 3 a 1 e ci si prepara al solito epilogo, con gli americani che sopperiscono all'handicap di uno scafo pi¨´ lento grazie alla maggiore abilit¨¤ dell¡¯equipaggio. Ma stavolta ¨¨ proprio un'altra storia. I velisti di John Bertrand reagiscono e arrivano al 3 a 3.?Da quando si gareggia sui 12 metri, gli sfidanti avevano vinto complessivamente solo tre regate contro il defender: quante ne ha gi¨¤ conquistate in pochi giorni Australia II. La Regata del secolo, che vale da sola l¡¯America¡¯s Cup, si svolge luned¨¬ 26 settembre, con vento debole. lo sfidante ¨¨ ancora nettamente superiore in velocit¨¤ ma Conner sembra ancora capace di metterci una pezza transitando alla penultima boa con 52 secondi di vantaggio. Ma iniziando il lato di poppa, un salto di vento sottovalutato dallo skipper di San Diego e dal suo tattico Tom Whidden, "spinge" letteralmente Australia II verso il sorpasso e il traguardo. Incredibile a Newport: dopo 132 anni, la Coppa delle Cento Ghinee deve lasciare l¡¯America.
IL MORO va in finale
¡ª ?Ed eccoci all'Italia: San Diego aprile 1992, nella finale della Louis Vuitton Cup si affrontano Il Moro di Venezia e Team New Zealand.?Le dirette in piena notte ¨C trasmesse da Tele Montecarlo ¨C tengono incollati milioni di italiani, quasi tutti digiuni di scotte e spinnaker.? Le ¡®notti del Moro¡¯ raccontano una sfida epica: Paul Cayard - il timoniere scelto da Raul Gardini - divenne il campione del momento e l¡¯equipaggio, composto tutto di velisti italiani, popolare quanto una squadra di calcio. New Zealand, affidata allo statunitense Rod Davis, vinse la prima regata per un minuto e 32 secondi; gli italiani pareggiarono per un solo secondo! Poi il team kiwi vinse tre prove di fila: fu allora che Cayard, a un solo punto dalla sconfitta, protest¨° il team kiwi per un uso scorretto del bompresso. Vinse la protesta e l¡¯ultima vittoria fu annullata. Tornati sul 3-1, per evitare una possibile squalifica, New Zealand tolse il motivo del casus belli: la barca, senza il bompresso, sembrava effettivamente meno veloce e un po¡¯ di scoramento li port¨° a commettere errori banali, sino al cambio di timoniere. Al posto di Davis, un giovane talento che ritroveremo protagonista nei decenni a venire: Russell Coutts. Con una rimonta clamorosa, Il Moro di Venezia trionfa per 5 a 3: ¨¨ la prima volta che la Louis Vuitton Cup finisce a un team non anglofono che si guadagna l¡¯accesso alla sfida finale.
LA SCONFITTA DI CAYARD
¡ª ?Sorpresa, relativa: nel gennaio 2000, davanti ad Auckland,?Paul Cayard ¨C il ¡®regista¡¯ de Il Moro di Venezia -? diventa un caro nemico, bravissimo visto che dispone di American One una valida barca ma con un budget non paragonabile a quello di Patrizio Bertelli, armatore della pima Luna Rossa. ? una serie da infarto: prima 1-1, poi 3-1 per Luna Rossa, poi 3-4 per America One che pare avere improvvisamente una marcia in pi¨´. Tutta l¡¯Italia fa nottata ¨C colpa del fuso orario - per seguire le regate: non si parla d¡¯altro a scuola, nei bar, sul lavoro. Giornali e televisioni aprono con la vela tra spinnaker scoppiati, vele finite in acqua, penalit¨¤, capolavori ed errori, urla tra Cayard e Francesco De Angelis che timona Luna Rossa. I nostri rimontano ed ¨¨ 4-4 per 37 secondi. La nona regata, il 6 febbraio 2000, ¨¨ senza un domani: i 34 secondi di vantaggio alla prima boa vengono difesi esemplarmente. Per la seconda volta, l¡¯Italia conquista la Louis Vuitton Cup ma ¡®Paolino¡¯ ¨¨ stato un rivale fantastico.
SPITHILL E AINSLIE
¡ª ?Ed eccoci all'incredibile finale dell'America's Cup nel settembre 2013 che si corre a San Francisco sui giganteschi catamarani AC72.?Emirates Team New Zealand porta a casa l¡¯ennesima Louis Vuitton Cup, asfaltando Luna Rossa per 7-1: l¡¯equipaggio capitanato dagli esperti Grant Dalton e Dean Barker sembra imbattibile, la barca non mostra punti deboli. Nell'atto finale, i pronostici sembrano rispettati, tanto pi¨´ che il defender Bmw Oracle Racing ¨¨ gravato da due punti di penalizzazione per aver violato le regole di stazza nella competizione degli AC45. Nel giro di sei giorni, Emirates Team New Zealand si porta sul 6-0. Il risveglio dell¡¯equipaggio di Russell Coutts e James Spithill porta alla neutralizzazione della penalit¨¤ e al primo punto. In ogni caso, alla fine dell¡¯undicesima regata, il risultato sembra impossibile da ribaltare (8-1) ma il troppo vento impedisce l¡¯immediata disputa della prova successiva che avrebbe potuto consegnare il trofeo al challenger. Un segno? Evidentemente. Bmw Oracle Racing, dal 19 settembre in poi, diventa un missile e sostituisce John Kostecki come tattico imbarcando un 'certo' Ben Ainslie che l'anno prima aveva chiuso la carriera olimpica con il quarto oro. Inizia a rimontare, punto dopo punto, sino a raggiungere la parit¨¤ con un doppio successo nella stessa giornata. E¡¯ il clamoroso 8 a 8: un libro (¡®Comeback¡¯) uscito nel 2016 attribuisce la riscossa della barca di Larry Ellison a un ¡®trucchetto¡¯ ai limiti del regolamento, usato sulla vela alare. Pu¨° essere ma sta di fatto che dopo la regata decisiva ¨C quella del definitivo 9-8 per Bmw Oracle Racing ¨C non ci sono proteste da parte degli sconfitti.? Sembra destino che i due massimi protagonisti della Grande Rimonta - Spithill e Ainslie - si trovino ora uno contro l'altro. E' lo sport, ¨¨ l'America's Cup.
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