Joseph Weston Martyr a 15 anni s’imbarca su una nave commerciale. La sua sar¨¤ una vita avventurosa, minatore in Sud Africa prima di diventare marinaio sulle rotte che portano in Cina, Giappone, Taiwan e negli Stati Uniti. Ma nel 1922 decide di cambiare la sua esistenza diventando scrittore (di viaggi). I suoi articoli vengono pubblicati su diverse riviste e letti anche la sera alla Bbc, la radio di Sua Maest¨¤ Britannica. Martyr continua a viaggiare e nel 1924 si trova a Bermuda dove partecipa a una regata. L’anno dopo - tornato in patria - lancia l’idea di una competizione nautica sul modello di quella bermudiana. E cos¨¬ nel 1925 si celebra la prima Fastnet Race (con sette barche al via), che utilizza lo scoglio irlandese su cui poggia l’omonimo faro come boa. Con partenza e arrivo nella Manica in quella che era (ed ¨¨) la patria dello yachting britannico e quindi anche mondiale. Nasce cos¨¬ in quell’anno quella che oggi ¨¨ una delle regate pi¨´ famose al mondo e che celebra quest’anno la 48a edizione. A quarant’anni esatti da quella che viene ricordata come la pi¨´ disastrosa edizione del Fastnet, nel 1979, con 15 velisti morti, 5 barche affondate e decine di imbarcazioni recuperate dal mare in tempesta in quella che ancora oggi ¨¨ passata alla storia come la pi¨´ grande operazione di soccorso marittimo svolta dalla guardia costiera britannica in tempo di pace.
VELA
La leggenda del Fastnet sulla strada del giro del mondo
Pedote, uno degli italiani in gara, in una delle regate pi¨´ famose del Mondo: “Punto a cercare il risultato, ma anche a conoscere la mia barca sulla strada del Vend¨¦e Globe, il giro del mondo in solitario”
Prima volta
¡ªNon solo per via di quei tristi ricordi celebrati venerd¨¬ durante la messa alla Holy Trinity Parish Church di Cowes, sull’isola di Wight, il luogo della partenza della regata, alle 14 italiane di sabato, (nonch¨¦ la prima casa della Coppa America nel 1851, non lontano dalla residenza estiva della regina Vittoria), il Fastnet si ¨¨ costruito una fama importante lungo i decenni. “E’ una delle regate pi¨´ famose e importanti. S¨¬ un po’ di emozione c’¨¨. Mi ¨¨ gi¨¤ capitato di “girare” lo scoglio del Fastnet in altre competizioni anche se mai in questa che affronto in coppia con il francese Anthony Marchand, reduce dal secondo posto nella Solitaire del Figaro. Questa regata - racconta Giancarlo Pedote, una laurea in filosofia nel cassetto, anche se il suo orizzonte ¨¨ sempre quello che sorge in mezzo al mare - ¨¨ uno dei punti di riferimento per chi in Oceano. A maggiore ragione in una stagione come questa che ¨¨ quella che precede il Vend¨¦e Globe, il giro del mondo in solitario”. Il ragazzino di Firenze che a 14 anni ¨¨ salito per la prima volta su un windsurf e ha iniziato a cavalcare le onde ha finalmente “arpionato” la sua Moby Dick. Questo Fastnet sul suo Imoca 60 (la sua barca targata Prysmyan Group ed Electriciens sans fronti¨¨res) fa parte del progetto di avvicinamento al periplo della terra senza scalo e in solitario. “Quando sei piccolo sogni il Vend¨¦e Globe come qualcosa di lontano. Non sai neppure quanto sia raggiungibile, negli ultimi quattro anni i sogno-giro del mondo invece ¨¨ diventato pi¨´ palpabile, pi¨´ realizzabile. Oggi ¨¨ la mia vita anche se ti devi dividere fra mille responsabilit¨¤ e mille incombenze. Un giro vuole dire che non sei pi¨´ soltanto un velista, ma per gran parte della giornata devi fare il manager. Perch¨¦ dietro una operazione del genere c’¨¨ tutta una squadra che lavora duramente per tanti mesi. E se qualcosa va storto in questa fase di avvicinamento sei tu il responsabile di tutto. Non solo verso te stesso, ma anche verso le persone che lavorano con te e ancora di pi¨´ con chi ti ha dato fiducia e investito denaro”.
Conoscenza
¡ª“Anche questo Fastnet fa parte del processo di conoscenza della mia barca. Un pezzetto alla volta. Gli Imoca 60 sono imbarcazioni complesse, tutte cablate, con un sacco di elettronica a bordo. Prima di affrontare un giro del mondo devi conoscerle alla perfezione il mezzo che ti trovi sotto i piedi per poter affrontare qualsiasi difficolt¨¤ una volta che sarai in mezzo al mare da solo”, racconta Pedote che ¨¨ cresciuto sui Mini 6.50 (barche di 6 metri e mezzo) e che oggi porta al Fastnet una delle due imbarcazioni italiane iscritte fra le 370 che saranno essere al via di questa regata di 608 miglia (oltre 1100 chilometri) con arrivo a Plymouth. L’altra italiana ¨¨ Endlessgame con le insegne del Reale Yacht Club Canottieri Savoia di Napoli dell’armatore Piero Moschini, reduce dal terzo posto alla Rolex Giraglia (anche il Fastnet dal 2001 ¨¨ entrato nel circuito Rolex che raduna tutte le regate pi¨´ famose del mondo), e con un equipaggio che pu¨° contare tra gli altri, Paolo Cian, tattico, Gabriele Bruni, stratega e Pierluigi Fornelli, alla randa. “Andiamo in mare per finire la regata - chiude Giancarlo Pedote, 44 anni a dicembre - come prima cosa. Poi quando sei l¨¬ ¨¨ chiaro che cercheremo di fare il meglio possibile. Spingere, quando ci sar¨¤ la possibilit¨¤ per ottenere un piazzamento importante (questa classe ¨¨ una delle pi¨´ numerose con oltre 20 scafi sulla linea di partenza, ndr). Anche questa sar¨¤ una grandissima esperienza. Ogni giorno che vai per mare ¨¨ un bagno nella cultura velica. E anche se le responsabilit¨¤ sono tantissime, io mi diverto ancora un sacco a fare quello che faccio”. E come Joseph Weston Martyr magari dopo il suo giro del mondo scriver¨¤ qualche altro libro sull’andare per mare...
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