in alta badia
Come si scia sulla Gran Risa di Coppa del Mondo? Ce lo racconta Max Blardone
Max Blardone sta per riprovarci. Sei anni dopo essersi ritirato dalle competizioni, infatti, il campione piemontese ¨¨ stato richiamato in Alta Badia per fare l¡¯apripista in occasione dei due giganti maschili di Coppa del Mondo che si svolgeranno domenica 18 e luned¨¬ 19 dicembre sulla Gran Risa, la pista con cui ha un legame profondo. A poche ore dalla sua prova (¡°che spero nessuno possa cronometrare¡±), gli abbiamo chiesto di dare qualche consiglio agli sciatori della domenica che, appena terminata la gara, potranno riappropriarsi di questa che ¨¨ considerata una delle pi¨´ difficili di tutte le Alpi.?
¡°Ci sono ovviamente due Gran Risa¡±, esordisce. ¡°Quella per la gara e quella per i turisti. Quella per la gara ¨¨ estremamente ghiacciata, e anzi barrata in molti suoi tratti, ed ¨¨ assolutamente inaccessibile per i non addetti ai lavori. Lo sciatore della domenica che gi¨¤ fatica a scendere da queste pendenze in condizioni normali non riuscirebbe mai a fare la Gran Risa preparata per la CdM. Una volta, quando era ancora pi¨´ dura, i maestri che facevano i guardaporte dovevano buttare gli sci perch¨¦ in una sola discesa avevano completamente consumato le lamine. Oggi non ¨¨ pi¨´ cos¨¬ ma quasi. Gi¨¤ dieci minuti dopo il termine della gara, per¨°, i gatti passano con i cingoli pi¨´ volte per spaccare letteralmente il manto di neve ultracompatta e fargli prendere aria, prima di lisciarlo nuovamente. A volte risparano sopra ancora un po¡¯ di neve con i cannoni. Servono un paio di giorni per restituire la pista ai turisti¡±.?
Il primo consiglio che possiamo dare ¨¨ quello di fare un buon riscaldamento, cominciando con qualche pista pi¨´ facile da fare a velocit¨¤ contenuta: ¡°? la stessa cosa che fanno i campioni che fanno due o tre discese sulla pista di allenamento oppure sulla Gran Risa rossa che ¨¨ molto pi¨´ tranquilla. Una volta tornati in cima a Piz La Ila, all¡¯uscita della telecabina gialla che sale dal fondovalle e di fianco al celebre rifugio Moritzino, bisogna scendere per 3-400 metri fino al cancelletto di partenza, la cui piazzola ¨¨ stata allargata negli ultimi anni per fare posto anche all¡¯ormai classico tunnel riscaldato e per gli skiman che preparano gli sci degli atleti. Allo stesso modo, lo sciatore turista dovrebbe prendere il primo tratto con calma e godersi il silenzio del bosco e il fruscio degli sci sulla neve, prima di entrare nella parte pi¨´ complicata. Il turista poi potrebbe perfino provare le sensazioni dei campioni perch¨¦ la casetta della partenza viene lasciata lungo la pista e si pu¨° provare lo start. Anzi, c¡¯¨¨ anche il modo di farsi filmare e farsi scattare delle foto che poi possono essere acquistate come souvenir della giornata di sci. La gara? In fin dei conti il tracciato ¨¨ poco diverso, anno dopo anno, perch¨¦ la morfologia della pista e la distanza imposta tra le porte non permettono grandissime variazioni sul tema. Non c¡¯¨¨ un tratto pi¨´ difficile di un altro, piuttosto ¨¨ una questione di approccio alla gara: bisogna attaccare ed essere aggressivi subito fin dalle prime porte e bisogna non rilassarsi sulle ultime, dalle Gobbe del Gatto all¡¯arrivo: in fin dei conti, io ho costruito l¨¬ i miei risultati¡±. Il turista sciatore non percorre mai le Gobbe del Gatto (che, durante la stagione, sono interdette allo sci) per svoltare sulla destra e raggiungere l¡¯impianto di risalita che riporta in quota. ¡°Il consiglio pi¨´ importante che posso dare ad un appassionato ¨¨ questo: fatevi la Gran Risa fermandovi molte volte lungo la pista. Le soste sono il segreto: fate quattro o cinque curve e poi fermatevi a fare due foto o a godervi il panorama prima le gambe vi brucino¡±. Sarete sicuri di arrivare in fondo ancora interi e con forze sufficienti per fare un¡¯altra discesa.
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