Vi?ales: "Mi rilasso solo… allenandomi. Ma è questala vita che sognavo"

Il talento della MotoGp: "Da bimbo guardavo sempre il motocross, sognavo di vestirmi come loro. Sono partito dal nulla, ce l’ho fatta”. Oakley gli ha dedicato una linea di occhiali

Aveva le idee chiare già da ragazzino. Perché, come tanti coetanei, da grande sognava di diventare un pilota. Anche se il suo nome era un omaggio al Top Gun più famoso del cinema, più che pilotare gli aerei, Maverick Vi?ales voleva fortemente guidare una moto. C’è riuscito, diventando uno dei migliori piloti del mondo. Ma non era la sola cosa che sognava. "Perché io volevo guidare una moto indossando un casco Arai e una tuta Alpinestars. E come occhiali usare gli Oakley. 'Colpa' dei piloti di motocross, li guardavo e mi piaceva un sacco il loro look". Sogno realizzato già a dodici anni. "Il primo Arai lo ho avuto nel 2009, Alpinestars è arrivata nel 2011 e Oakley nel 2015. Avere ancora oggi un rapporto con loro è speciale", dice convinto Maverick Vi?ales, che domani sarà tra i protagonisti attesi a Misano Adriatico per l’Aprilia All Stars, la festa che vedrà la Casa di Noale aprire le porte ai suoi tifosi.?

Quindi, Maverick, è più facile cambiare la moto che non il suo abbigliamento tecnico??

"Ormai in Aprilia ho trovato la squadra che volevo, e non cambio neanche quella".?

Oakley le ha dedicato una linea, che è una collaborazione, ci mette anche lei del suo.?

"Ogni anno creiamo un modello ispirato a ciò che mi appassiona. Il Leffingwell 2023 si ispira al colore degli aerei caccia e alla velocità, che è la mia vita. Sulle lenti blu c’è inciso il mio logo! Sono molto contento di far parte di questo team".?

Usa gli occhiali per??

"Sarebbe meglio chiedermi per cosa non li uso. Quando corro, mi alleno in bici, ma anche nella mia vita di tutti i giorni".?

Lei è uno attento alla moda??

"Non molto. Mi piace vestire bene, essere elegante, ma non sono uno ossessionato".?

Non è come Quartararo, insomma. O Lewis Hamilton.?

Ride. "Diciamo che abbiamo uno stile diverso".?

Il suo qual è??

"Da gentleman: una bella camicia, un vestito smart casual. Di sicuro non mi metterò mai un paio di pantaloni lilla".?

La vita del pilota è stressante. Lei come stacca la spina??

"? difficile, per essere un pilota migliore devi lavorare ogni giorno. Non è solo l’andare in moto: c’è l’allenamento. Paradossalmente, il miglior modo per staccare è proprio allenandomi".?

Lei è uno che legge tanto.?

"Mi piace. Specie libri sull’alimentazione. In Catalogna c’è la festa di Sant Jordi, dove l’uomo regala una rosa alla donna, e lei un libro a lui. Quello che Raquel, mia moglie, mi ha regalato, si chiama 'La rivoluzione del glucosio'. Mi affascinano questi libri perché io provo sempre ad andare a fondo su temi che mi rendano più forte e preparato. Anche più saggio".?

Legge anche romanzi??

"Insomma... E poi il romanzo io ce l’ho già in casa con Raquel e mia figlia Nina".?

La vita è cambiata con loro??

"Soprattutto l’epoca del Covid ha cambiato molto il mio modo di vedere e vivere le cose. Il fatto di dover restare fermo a casa per mesi mi ha aiutato a ragionare bene. La mia è una vita in cui fermarsi è difficile, hai sempre la valigia in mano, passi le ore ad allenarti o in aereo. L’ultima cosa che vuoi è pensare ad altro che non siano le gare. Ma in quei mesi ho messo la vita un po’ in ordine e tutto è stato più bello".?

Nina è nata nel 2021, la sosta ha funzionato...?

"Sì, alla perfezione".?

Com’è essere papà??

"Ti cambia la vita, ma non sulla moto e neanche in allenamento. Diventando padre smetti di pensare a te stesso e ti concentri su tua figlia. ? qualcosa che solo chi è genitore può capire. L’unica cosa brutta è che mi piacerebbe stare di più a casa".?

E tra poco arriva la seconda.?

"Sì, a luglio. Poi non so se Raquel vorrà provare ad avere un figlio. Perché Nina è in una fase in cui se c’è un problema cerca la mamma, ma se vuole giocare viene da me. Con un maschio sarebbe l’opposto. Perciò sarei felice se Raquel potesse avere anche un maschietto".?

Che poi magari potrebbe seguire le orme di papà.

"No, è troppo difficile adesso. Quando ero piccolo era più facile avere successo. La mia era una famiglia molto umile, eppure ce l’abbiamo fatta, mentre oggi devi spendere 100 mila euro per far disputare gare a un bambino. Assurdo. Oggi se hai talento ma non hai soldi, è quasi impossibile. Al di là di quello, non mi piacerebbe far perdere l’infanzia a mio figlio. Io a 8 anni feci solo uno-due weekend a casa. Questo non fa bene a un bambino. Che deve soprattutto giocare".

?Sognando che poi un giorno…