Tre anni fa, quando la MotoGP aveva corso per l’ultima volta in Australia prima che il Covid arrivasse a stravolgere le vite di tutti, a premiare il vincitore del GP era stato lui. E con Marc Marquez, sul podio era andato in scena un siparietto. "Se continui di questo passo tra un po’ mi batti. Per¨° promettimi di invitarmi alla tua festa", aveva scherzato Giacomo Agostini.
La leggenda
Agostini, il campione amato da pi¨´ generazioni: "Il mio segreto? Ho dato tanto..."
Nessuno ha vinto come lui: ben 15 Mondiali. ? stato protagonista di film e fotoromanzi. A 45 anni dall’addio resta sempre un mito
Che se le statistiche hanno un senso, del motociclismo ¨¨ il numero uno indiscusso, il pilota fino a questo momento inarrivabile. Perch¨¦ se a un certo punto Valentino Rossi ha pensato di poter raggiungere e persino superare le sue 122 vittorie iridate, fermandosi a poco pi¨´ delle dita di una mano (115), e lo stesso Marquez sull’onda di una serie di successi e titoli senza rivali in quel finale di 2019 sembrava davvero il predestinato capace di avvicinare il primato di Ago, alla fine questo ragazzino di 80 anni compiuti il 16 giugno continua a essere primus inter pares. Anche perch¨¦, se mai un giorno arriver¨¤ un pilota capace di conquistare tanti gran premi quanti Agostini, davvero diventa difficile immaginare qualcuno capace di portarsi a casa la bellezza di 15 Mondiali.
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Campione di tutti
¡ªGrande come pilota, Agostini ¨¨ stato altrettanto grande a livello umano, e per averne la conferma basta vedere come viene accolto dalla gente ogni qualvolta fa la sua apparizione in un circuito, vuoi nell’occasione di un GP come di una rievocazione storica in giro per il mondo. E se ¨¨ normale che la sua presenza susciti emozioni tra i non pi¨´ ragazzi di un tempo per i quali ha rappresentato il Mito, fa impressione vedere giovanissimi che di lui hanno scoperto i gesti e le vittorie attraverso libri o video su internet, mettersi in fila per un autografo. "Probabilmente ¨¨ perch¨¦ ho dato qualcosa a questo mondo, c’¨¨ chi ancora oggi incontrandomi mi ringrazia delle emozioni che ho regalato. Io ho avuto tanto, ma ho anche dato tanto" riconosce Ago. Che ¨¨ stato davvero il campione della gente, l’eroe spesso imbattibile – nel 1968, 1969 e 1970 ha vinto tutte le gare della 350 e della 500 alle quali prese parte –, che per¨° oltre al grande talento aggiungeva anche quel fascino e bellezza che faceva s¨¬ che pure le donne, in quegli anni non proprio appassionatissime di corse, andassero fuori di testa quando spuntava. Chi ha una certa et¨¤, non pu¨° non ricordare, oltre che le pubblicit¨¤ su Carosello, le copertine dei fotoromanzi sulle quali compariva la faccia di Ago, cos¨¬ come dei film (non proprio da candidatura all’Oscar, va riconosciuto) che lo videro protagonista.
MV e Yamaha
¡ªPrimo, anche per “colpa” dell’alfabeto, delle Legends della MotoGP, adesso Agostini ¨¨ pronto a essere investito del titolo di Leggenda anche dalla Gazzetta dello Sport, e chi pi¨´ di lui se lo merita per quello che ha dato e, per certi versi, continua a dare al suo mondo. Perch¨¦ in quegli anni eroici nei quali quasi ogni settimana si piangeva un morto, Agostini e la MV Agusta hanno portato quello che era uno sport per certi versi elitario a essere il pane quotidiano della gente, entrando nelle case degli italiani soprattutto attraverso la radio e le narrazioni sui giornali, i due mezzi migliori per “costruire” la figura di eroi, prima che la televisione arrivasse a invadere il campo. Gi¨¤ da sole, le dieci (10!) vittorie al Tourist Trophy, la gara pi¨´ dura, terrificante e gloriosa di quegli anni, contribuirono ad alimentare la sua gloria. E se ¨¨ vero che Ago in quegli anni mieteva vittorie su vittorie grazie alla superiorit¨¤ tecnica della MV, ¨¨ altrettanto vero che la Casa di Cascina Costa ¨¨ riuscita in quegli anni a mettere in pista una moto pressoch¨¦ imbattibile grazie alle doti non solo di guida ma anche di sviluppo e collaudatore del pilota di Lovere. Che, non a caso, nel momento in cui decise di salutare la MV per passare alla Yamaha, non perse tempo, ricominciando a vincere immediatamente: il trionfo alla 200 Miglia di Daytona 1974 al suo debutto sulla moto di Iwata rimarr¨¤ nella storia delle corse, cos¨¬ come il titolo della 350 di quell’anno e quello della 500, il suo ultimo, rimandato alla stagione successiva dopo l’inciampo di Anderstorp, quando per evitare una caduta di Barry Sheene che lo precedeva, fin¨¬ a sua volta a gambe all’aria. Se gli chiedi di descriversi in tre aggettivi, Ago va diritto al punto, senza fronzoli: "Seriet¨¤, per la grande passione che avevo. La consapevolezza, che ho sempre avuto di me stesso. E la grande meticolosit¨¤ che ho messo in tutte le cose, che mi ha sicuramente aiutato a evitare tanti incidenti, cos¨¬ come a vincere di pi¨´".
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