E ora a Sanremo si cambia musica: dentro alla rivoluzione di Amadeus

Il teatro Ariston, visto dall’interno, appare più intimo che in televisione: indossa una livrea d’altri tempi, forse perché custodisce la memoria dell’eterno rito di Sanremo. Così pop eppure così serio, come forse solo il calcio, in Italia. Ma, quest’anno, la sala in velluto rosso, le scalinate in marmo, le vetrine dei negozi tutt’intorno rischiano di subire i segni del piccolo sisma musicale lungo la faglia-Amadeus. Alla sua quinta edizione di fila, l’ex voce delle radio libere di Verona, diventato – 40 anni dopo – disc jockey nazionalpopolare, promette di sbullonare dai divani anche gli spettatori più riottosi, con un Festival dai ritmi accesi, dai sa-pori dance, dal rap che si attenua, con tormentoni che proveranno a entrare in testa a tutti. Vedi il Click, boom! di Rose Villain o il fischio folk di Alfa. Una novità? Fino a un certo punto. L’onda si era già increspata con apparizioni come Elettra Lamborghini nel 2020 con Musica (e il resto scompare) ed è cresciuta almeno nel 2022, quando – per fare un esempio – Dargen D’Amico trasformò la sua esibizione nella serata finale in un mini-show che esorcizzava l’epoca del Covid.