Lesione all'ileopsoas: cos'è l'infortunio che ha costretto Nadal a operarsi e quando potrà tornare

Il professor Luca Pietrogrande spiega cos'è la lesione all'ileopsoas, infortunio per il quale Rafael Nadal si è operato e quali sono i tempi di recupero

Un infortunio che lo perseguita da gennaio, poi la?scelta di operarsi e il ritorno – si spera – previsto nel 2024 per l’ultima grande recita della sua carriera: il 2023 di Rafa Nadal è stato condizionato dalla lesione all’ileopsoas della gamba sinistra, un infortunio particolare e non così frequente per uno sportivo professionista. Il professor Luca Pietrogrande - direttore del reparto di Ortopedia dell’Ospedale San Paolo di Milano e Docente di Ortopedia e Traumatologia presso l’Università degli Studi di Milano da oltre 25 anni - ha spiegato di cosa si tratta: “Innanzitutto, l’ileopsoas è un muscolo profondo, sito nell’addome, dietro a tutti gli organi addominali. ? composto dallo psoas, che origina dalla parte anteriore della dodicesima vertebra, e si unisce al bacino con la componente dell’ileo che riveste tutta la parte interna dell’ala iliaca. Questo è il muscolo che fa piegare l’anca verso l’alto e la fa ruotare verso l’esterno”.

lesione all'ileopsoas: cos'è l'infortunio di nadal

“Le lesioni muscolo tendinee possono derivare sia da un sovraccarico cronico, sia da un sovraccarico acuto. Di solito questo sovraccarico agisce su una struttura muscolo-tendinea usurata e già affaticata” spiega il professor Pietrogrande, descrivendo le dinamiche che portano a questo tipo di infortuni: “I muscoli del nostro corpo originano da uno osso e terminano in un altro osso: la giunzione avviene tramite dei tessuti fibrosi chiamati tendini. I più soggetti a lesioni da sovraccarico sono quelli con una forma allungata, come quelli dell’ileopsoas. Il punto più delicato, infatti, è il passaggio tra le fibre musoclari e quelle tendinee, che è il punto dove sembra si sia verificata la lesione del tendine di Nadal, stando alle informazioni diramate pubblicamente. Il tendine – prosegue Pietrogrande - è una struttura sottoposta a grandi sforzi in tensione, ma per poter sostenere questo sforzo nel tempo deve ricambiare le sue strutture: quindi contemporaneamente le cellule del tendine vanno a sostituire le fibre che si usurano. Quando lo sforzo supera le capacità di rigenerazione iniziano a crearsi delle microlesioni, che possono poi sfociare in una vera lesione”.

Perché nadal si è operato?

L’infortunio risale al mese di gennaio, ma Nadal ha deciso di operarsi soltanto adesso, dopo che la prima parte del percorso di recupero non aveva portato i risultati sperati: “Ciò che cronicizza la lesione – spiega il professor Pietrogrande - è un ingrossamento del tendine, che sfrega di più sui punti di passaggio e quindi alimenta l’infiammazione e il dolore. L’intervento consiste nel regolarizzare il tendine, nel rimuovere i tessuti infiammatori e – se ci sono – riparare delle lesioni parziali. Non si fanno spesso questi interventi perché a volte l’aggressione chirurgica supera i vantaggi ottenuti, ma chiaramente parliamo di uno sportivo professionista, uno dei tennisti più importanti della storia e quindi la questione è diversa. Le prestazioni che offre Nadal non sarebbero possibili senza un’integrità completa”.

Lesione all’ileopsoas per Nadal: tempi di recupero

“I tempi di recupero sono molto lunghi, sia se si interviene subito in acuto – evitando la cronicizzazione – sia se si interviene in seguito, come in questo caso. Sarà necessario un periodo di riposo durante il quale il muscolo non dovrà essere sollecitato, dopodiché ci sarà un periodo di recupero molto graduale della forza del muscolo. Dobbiamo quindi sommare i tempi di guarigione della lesione, che si attestano sui 3 mesi, a tutta la fase di ripresa del muscolo e di ritorno ai livelli richiesti. Difficile quindi rivederlo in campo prima di 6 mesi, come da lui stesso ammesso”.