L'Ecdc e l'Efsa stanno valutando come potrebbe svilupparsi una potenziale pandemia influenzale
L'influenza aviaria ¨¨ una malattia virale con cui anche in Italia stiamo convivendo da anni, anche se i focolai che puntualmente vengono identificati e monitorati negli allevamenti di pollame e nei volatili selvatici non hanno ancora mai fatto scattare l'emergenza sanitaria come accaduto in altri Paesi, a?cominciare dal Brasile. Se fino a qualche anno fa eravamo convinti che il virus H5N1 colpisse soltanto i volatili di qualsiasi specie - in Italia ¨¨ stato identificato in polli, tacchini, faraone e germani reali? - in tempi recenti sono stati registrati casi di infezione anche tra i mammiferi, dai leoni marini in Per¨´ ai visoni in Spagna e le volpi in Italia. Quali sono ad oggi i rischi per l'uomo e cosa potrebbe accadere in futuro?
A rispondere a queste domande sono stati negli ultimi giorni il?Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie?(Ecdc) e l'Autorit¨¤ europea per la sicurezza alimentare?(Efsa) con un rapporto congiunto che ha messo in guardia dalla possibilit¨¤ di una selezione di "nuovi ceppi portatori di potenziali mutazioni per l'adattamento nei mammiferi".
Aviaria e rischi per l'uomo
¡ª ?"A oggi, il virus A/H5N1 del clade 2.3.4.4b attualmente circolante ha causato solo pochi casi di infezione umana. Tuttavia, l'elevato numero di infezioni ed eventi di trasmissione tra diverse specie animali aumenta la probabilit¨¤ del riassortimento virale e/o dell'acquisizione di mutazioni che potrebbero migliorare la capacit¨¤ dei nuovi virus influenzali emergenti di infettare, replicarsi e trasmettersi in modo efficiente a e tra i mammiferi", spiegano le due agenzie europee nel report diffuso il 3 aprile 2024.
Il virus, lo confermano gli esperti dell'Ecdc e dell'Efsa, ha gi¨¤ dimostrato la capacit¨¤ di compiere alcuni passi evolutivi verso l'adattamento ai mammiferi, ha imparato a moltiplicarsi in modo pi¨´ efficace nelle cellule di mammifero e sembra anche in grado di combinarsi con altri virus circolanti. ? qui che scatta l'allarme: questa caratteristica potrebbe permettere al virus di mutare e acquisire caratteristiche tali da diffondersi anche tra mammifero e mammifero, qualcosa che al momento non ¨¨ ancora accaduto.
Rischio basso, ma le cose potrebbero cambiare
¡ª ?Il report parla chiaro e per ora ci tranquillizza un po': nonostante l'elevato numero di infezioni nei volatili e la trasmissioni in diverse specie di mammiferi, il rischio di infezione da virus A/H5N1 per la popolazione generale ¨¨ basso. Questo scenario, per¨°, potrebbe cambiare secondo gli esperti delle due agenzie: "Non possono essere escluse future trasmissioni sporadiche dagli animali all¡¯uomo e malattie gravi correlate negli individui".
"Se i virus dell'influenza aviaria A/H5N1 acquisissero la capacit¨¤ di diffondersi in modo efficiente tra gli esseri umani, potrebbe verificarsi una trasmissione su larga scala a causa della mancanza di difese immunitarie contro i virus H5 nell'uomo", si legge nel report. Come possiamo scongiurare questo rischio? I due enti europei sottolineano la necessit¨¤ di adottare misure per ridurre questo rischio, a cominciare dalla limitazione dell'esposizione dei mammiferi, compreso l'uomo, al virus dell'influenza aviaria.
L'invito alla prevenzione e al controllo
¡ª ?Il primo passo deve essere il rafforzamento della biosicurezza negli allevamenti, cos¨¬ da ridurre il pi¨´ possibile la possibilit¨¤ che gli animali entrino in contatto con l'infezione e la diffondano. Dopo questo report, l'Ecdc e l'Efsa continueranno ad approfondire il problema e, entro la fine del 2024, pubblicheranno un parere scientifico in cui valuteranno come potrebbe svilupparsi una potenziale pandemia influenzale e forniranno indicazioni ai gestori del rischio per ridurre i rischi per la salute umana.
? RIPRODUZIONE RISERVATA