I suggerimenti del dottor Flavio Doni, cardiologo e maratoneta, per prepararsi a un impegno fisico in montagna
Montagna e cuore: chi ha problemi cardiaci, ¨¨ iperteso o cardiopatico, pu¨° andare in montagna? Fino a quale altitudine si pu¨° arrivare senza problemi? E come ci si deve preparare prima di salire in quota? Sulle vette aleggiano molti sospetti legati ai possibili rischi per il cuore. Eppure non tutto quel che si potrebbe pensare o temere ¨¨ vero. ¡°Fino a 1.000-1.500 metri di altitudine non sussistono preclusioni per nessuno. Oltre questa quota ci sono alcune precauzioni da prendere, che valgono per tutti¡±, chiarisce a Gazzetta Active il dottor Flavio Doni, cardiologo e maratoneta, responsabile del Marathon Center del Palazzo della Salute-Wellness Clinic di Milano.
Montagna, cuore e ossigeno
¡ª ??I timori della montagna spesso sono legati alla presunta minor quantit¨¤ di ossigeno nell¡¯aria. Ma le cose non stanno proprio cos¨¬. ¡°Non ¨¨ che in montagna ci sia meno ossigeno. In montagna l¡¯ossigeno ha una minore pressione dal momento che c¡¯¨¨ una minore pressione globalmente nell¡¯aria, e quindi l¡¯ossigeno che entra nei polmoni ha una minore forza per 'attaccarsi' ai globuli rossi, che poi vanno ad ossigenare tutto il corpo. L¡¯impressione ¨¨ che l¡¯organismo abbia a disposizione meno ossigeno e cos¨¬ facendo una qualunque attivit¨¤ fisica, anche semplicemente una camminata, oltre i 1.500 metri di altitudine si ha l¡¯impressione che ci sia meno ossigeno¡±, spiega il dottor Doni.
Sport in montagna: l¡¯effetto ¡®doping¡¯
¡ª ?Quello che accade in montagna dal punto di vista dell¡¯ossigeno ¨¨ un po¡¯ quello che accade in alcuni tentativi di doping, spiega il cardiologo. ¡°Una conseguenza dei soggiorni in montagna ¨¨ l¡¯aumento del numero di globuli rossi, la loro concentrazione nel sangue, ovvero l¡¯ematocrito. Questo porta ad un miglioramento della funzionalit¨¤ respiratoria e, a livello biochimico, ad un miglioramento della gestione dell¡¯ossigeno e ad un aumento dei livelli di emoglobina: dal momento che si ha meno ossigeno a disposizione, infatti, si aumenta la quantit¨¤ dei ¡®trasportatori¡¯ dell¡¯ossigeno. Quando si torna in pianura tutto questo ¨¨ un vantaggio perch¨¦ si ha a disposizione ossigeno con una maggiore pressione e forza rispetto alla montagna ma l¡¯organismo ha attuato una serie di modifiche che lo portano a contrastare la ridotta disponibilit¨¤ di ossigeno che c¡¯era in montagna, e dunque ¨¨ come se si corresse liberi dopo aver corso per diverso tempo con un carico di alcuni chili sulle spalle. Questo effetto dura due-tre settimane circa ed ¨¨ alla base di molti tentativi di doping. L¡¯eritropoietina, ad esempio, ¨¨ una sostanza che aumenta il numero di globuli rossi come se si fosse andati in montagna. Lo stesso accade con le tende ipobariche, dove la pressione dell¡¯ossigeno ¨¨ quella della montagna. Gli atleti vi dormono di notte e vedono un incremento del loro ematocrito. Del resto basta respirare 12 ore un¡¯aria con una minore pressione di ossigeno per vedere aumentare il proprio ematocrito¡±.
Come prepararsi a un impegno fisico in montagna
¡ª ?Ma come far s¨¬ che una ascensione in quota non comporti rischi? ¡°Se si ha un cuore sano?normalmente non ci sono problemi, ma se si hanno patologie come l¡¯ischemia cardiaca, lo scompenso cardiaco, valvulopatie o ipertensione arteriosa, in montagna oltre i 1.500 metri il cuore far¨° pi¨´ fatica che in pianura. Per questo al gradualit¨¤ nell¡¯ascensione ¨¨ fondamentale - sottolinea il dottor Doni -. Sarebbe preferibile salire in quota a piedi, di modo che la salita sia pi¨´ graduale che in funivia. E poi sarebbe bene soggiornare per alcuni giorni prima a mille metri, poi a duemila metri e cos¨¬ via. In questo modo l¡¯organismo ha tutto il tempo di modificare le proprie caratteristiche funzionali in base alla ridotta pressione dell¡¯ossigeno. Pi¨´ in generale, una fermata intermedia quando si sale in quota ¨¨ indicata per tutti. Pu¨° essere sufficiente anche solo un¡¯ora ad una quota intermedia. Se gi¨¤ dopo i 1.500 metri di altitudine la pressione dell¡¯ossigeno ¨¨ minore, oltre i 2mila metri si ha una diminuzione ancora pi¨´ marcata. Del resto anche gli alpinisti quando prima di arrivare ad 8mila metri fanno diverse soste a 3mila, 4mila, 5mila metri, di modo da dare il tempo all¡¯organismo di abituarsi¡±.
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