L'intervista

L'intelligenza artificiale per prevenire le aritmie: l'esperto spiega come funziona l'algoritmo

Francesco Palma

La fibrillazione atriale ¨¨ una delle patologie cardiache pi¨´ frequenti al mondo, vediamo come l'intelligenza artificiale si rivela utile

Usare l¡¯intelligenza artificiale per prevenire l¡¯aritmia? Adesso si pu¨°. Uno studio dell¡¯Ospedale Le Molinette di Torino, presieduto dal dottor Matteo Anselmino e dal professor Gaetano De Ferrari, ha permesso di elaborare un algoritmo che pu¨° stabilire il rischio di recidiva dopo un intervento di ablazione per la fibrillazione atriale, una delle patologie cardiache pi¨´ frequenti al mondo. ¡°Parliamo dell¡¯aritmia pi¨´ frequente che esista¡± dice il prof. De Ferrari, primario di cardiologia de Le Molinette: ¡°Quando c¡¯¨¨ una fibrillazione atriale possono formarsi dei coaguli, che se arrivano al circolo cerebrale causano l¡¯ictus. Esistono due modi per contrastarla: uno ¨¨ la terapia farmacologica, che per¨° comporta tanti effetti collaterali, per questo si utilizza sempre pi¨´ spesso l¡¯ablazione, un intervento semi-invasivo che ¡®brucia¡¯ la zona del cuore da cui si ritiene origini l¡¯aritmia. Il problema ¨¨ che questo intervento ha una percentuale di successo del 70%, quindi poco meno di un terzo dei pazienti dopo l¡¯ablazione ha ancora episodi di fibrillazione atriale. ? da questo dato che ¨¨ nato il progetto¡±.

Come si ¨¨ arrivati ad implementare l¡¯intelligenza artificiale nella prevenzione delle aritmie? Quanto ¨¨ stato lungo il percorso?

¡°Siccome non esisteva un sistema efficace per capire quali pazienti avessero un rischio molto alto di una recidiva nonostante l¡¯ablazione, abbiamo pensato di proporre un punteggio di rischio di nuovi episodi, mettendolo a punto grazie all¡¯intelligenza artificiale, che ha dato dei risultati decisamente migliori rispetto agli approcci statistici tradizionali. Abbiamo utilizzato un registro europeo di oltre 3000 pazienti, creando un algoritmo che tutti i cardiologi possono utilizzare tramite il proprio pc o cellulare in modo da stabilire in ogni paziente il rischio di avere una nuova aritmia¡±.

Come si utilizza questo software? Il cardiologo avr¨¤ la possibilit¨¤ di utilizzarlo in ogni momento tramite i dati della cartella clinica?

¡°Esatto, l¡¯algoritmo comprende 19 indicatori da compilare. Pu¨° essere interessante anche vedere come cambia il rischio variando alcuni dati. Ad esempio, noi sappiamo che l¡¯obesit¨¤ ¨¨ associata a un aumento di rischio di recidiva, quindi possiamo modificare il dato dell¡¯indice di massa corporea e vedere quanto questo rischio diminuisce al diminuire del dato. ? anche un modo per rendere il paziente partecipe¡±. (L¡¯algoritmo ¨¨ liberamente disponibile a questo link)

Ci sar¨¤ la possibilit¨¤ di espandere questo tipo di lavoro anche ad altre patologie cardiache?

¡°Certamente, ci sono delle situazioni per le quali ¨¨ possibile utilizzare l¡¯intelligenza artificiale per determinare i fattori di rischio di recidiva. Un anno fa abbiamo pubblicato su The Lancet, una delle riviste scientifiche pi¨´ importanti del mondo, uno studio sul rischio di recidiva dopo l¡¯infarto, utilizzando 24 variabili cliniche per predire con molta precisione le possibilit¨¤ di un nuovo episodio a un anno dal primo attacco. Quindi s¨¬, ¨¨ un approccio utilizzabile anche per altre patologie, ma per farlo serve avere un database molto ampio e solido, e questo ¨¨ il principale problema che si ha nella costruzione di questi algoritmi¡±.

Ci sar¨¤ quindi anche la possibilit¨¤ di prevedere e prevenire recidive in casi come quello di Eriksen o Blind?

¡°Purtroppo in quei casi si tratta di patologie diverse. Eriksen ha avuto un arresto cardiaco, sarebbe morto se non fosse stato defibrillato entro 3-4 minuti, come per fortuna ¨¨ avvenuto ma come purtroppo non ¨¨ avvenuto per Morosini, ricordando un caso avvenuto in Italia e che spero non avvenga mai pi¨´. Parliamo per¨° di casi molto diversi per i quali non ¨¨ possibile utilizzare questo approccio, perch¨¦ vanno prese delle contromisure variabili a seconda della persona. Infatti, per quanto riguarda episodi di questo tipo, vi sono Paesi che permettono di tornare all¡¯attivit¨¤ agonistica con un defibrillatore interno e altri, come l¡¯Italia, che lo impediscono. ? un tema di cui si potrebbe parlare a lungo, ma non fa parte delle casistiche prese in considerazione dall¡¯approccio usato per la fibrillazione atriale¡±.