Pu¨° capitare a chiunque e a qualunque et¨¤, ma alcuni soggetti sono pi¨´ a rischio di altri
Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la prima causa di morte nel mondo, con un triste primato che conta oltre 17,5 milioni di vite stroncate ogni anno. Un dato preoccupante, destinato ad aggravarsi ulteriormente se non si interviene con decisione: le stime prevedono infatti un aumento drastico delle?patologie cardiache entro il 2030, per un totale di circa 23 milioni di vittime. In Italia, il quadro non ¨¨ meno preoccupante: ogni anno circa 230.000 persone muoiono per malattie cardio-cerebrovascolari, tra cui infarto, scompenso cardiaco e ictus, molte delle quali strappate alla vita prima dei 60 anni. E sebbene nessuno possa dirsi immune al rischio di attacco cardiaco,?a prescindere dall'et¨¤, alcuni soggetti sono pi¨´ a rischio di altri.
Come si manifesta un attacco cardiaco
¡ª ?Un attacco cardiaco, o infarto del miocardio, si verifica quando il flusso sanguigno a una porzione del cuore viene improvvisamente bloccato, causando danni o morte al tessuto muscolare cardiaco. Questo blocco ¨¨ generalmente causato da un'ostruzione di un'arteria coronarica, dovuta all'accumulo di placca aterosclerotica. I sintomi possono variare da persona a persona, ma i pi¨´ comuni includono:
- dolore toracico intenso: spesso descritto come una pressione, un fastidio o una sensazione di bruciore al centro del petto, che pu¨° irradiarsi al braccio sinistro, alla mandibola, al collo o alla schiena;
- dispnea (mancanza di respiro): una sensazione di affanno improvviso e inspiegabile;
- nausea e vomito: soprattutto nelle donne;
- sudorazione fredda e profusa;
- vertigini, stordimento o senso di svenimento;
- debolezza improvvisa e affaticamento.
Riconoscere rapidamente questi sintomi e cercare immediatamente assistenza medica ¨¨ cruciale per aumentare le probabilit¨¤ di sopravvivenza e ridurre i danni al cuore. ? importante tuttavia sottolineare che non sempre si sperimentano tutti questi sintomi.
Attacco cardiaco: a quale et¨¤ si ¨¨ pi¨´ a rischio
¡ª ?Sebbene un attacco di cuore possa colpire chiunque, esistono alcuni fattori che predispongono maggiormente a questo evento, alcuni?non modificabili e altri modificabili. Rientrano nella prima categoria l'et¨¤ e la familiarit¨¤. Il rischio di infarto aumenta infatti con l'avanzare degli anni, in particolare per gli over 65. Anche la presenza di casi di malattie cardiache in famiglia gioca un ruolo, poich¨¦ una predisposizione genetica incide sulla probabilit¨¤ di sviluppare problemi cardiaci in futuro.
Esistono poi i fattori di rischio modificabili, ovvero quelli su cui ¨¨ possibile intervenire con aggiustamenti nello stile di vita. Tra di essi rientrano alcune condizioni mediche come ipercolesterolemia, ipertensione, obesit¨¤ e diabete. Tenere sotto controllo questi fattori attraverso sport e alimentazione ¨¨ fondamentale per la salute del cuore, e per prevenire l'insorgenza di un infarto anche a un'et¨¤ relativamente giovane, come evidenziato da recenti studi.?Infine, cattive abitudini come fumo, sedentariet¨¤, alimentazione scorretta e stress cronico aumentano ulteriormente il rischio di incorrere in un evento cardiaco.
La prevenzione e le prospettive future
¡ª ?Modificare il proprio stile di vita pu¨° significativamente ridurre il rischio di futuri attacchi di cuore. Attivit¨¤ fisica costante e una dieta salutare aiutano non solo a tenere sotto controllo fattori di rischio come obesit¨¤ e diabete, ma possono addirittura correggerli. E anche per chi ha gi¨¤ subito un attacco cardiaco, le prospettive possono essere incoraggianti. Studi recenti indicano infatti un tasso di sopravvivenza del 62,5% a sette anni dall'evento, e oltre l'85% per i pazienti sotto i 65 anni.?I progressi nella diagnosi, nei farmaci e nelle tecnologie mediche stanno migliorando significativamente le possibilit¨¤ di sopravvivenza dopo un infarto. L'importante ¨¨ avere un?approccio proattivo alla salute cardiaca, sia nella prevenzione che nella gestione post-infarto.
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