I consigli di Paolo Torneri, co-fondatore di FisioScience, casa editrice indipendente e provider nazionale ECM in ambito medico e fisioterapico
A cura di Paolo Torneri di FisioScience
Gli strappi o gli stiramenti muscolari, rientrano allĄŻinterno della pi¨´ grande famiglia delle lesioni muscolari e hanno una elevata incidenza nella popolazione sportiva. In particolare, nonostante la prognosi sia benigna, in quanto la maggior parte dei giocatori rientrano in campo in un range da 1-3 mesi, il rischio di recidiva e quindi di infortunarsi nuovamente ¨¨ molto alto. Questo avviene a causa di un trattamento riabilitativo non appropriato o di un rientro troppo affrettato allĄŻattivit¨¤ sportiva. Di seguito approfondiremo la classificazione, il ruolo delle indagini strumentali (Eco, risonanza), il trattamento e i tempi di recupero.
Strappo muscolare: come avviene
Lo strappo muscolare spesso avviene in assenza di trauma, in seguito ad uno stress meccanico eccessivo provocato da un gesto motorio non ben controllato, solitamente durante la fase eccentrica della contrazione muscolare. I muscoli maggiormente colpiti sono gli ischiocrurali (in particolare il bicipite femorale), il gastrocnemio (muscolo del polpaccio) e il retto femorale (del quadricipite). Nel caso della muscolatura posteriore alla coscia, il trauma pu¨° avvenire ad esempio durante uno scatto; nel caso del retto femorale invece spesso il meccanismo lesionale ¨¨ il gesto della calciata (es. tiro in porta).
Lesioni muscolari: classificazione
Uno dei sistemi maggiormente utilizzati e riconosciuti a livello accademico e scientifico, ¨¨ la Ą°Classificazione di MonacoĄą, che utilizza una nuova terminologia e classificazione delle lesioni muscolari nellĄŻambito sportivo.
Le lesioni muscolari indirette (non traumatiche) si suddividono in quattro tipologie, sulla base dellĄŻesito della risonanza magnetica:
I tipi 1 (classificate come 1a e 1b) e 2 (classificate come 2a e 2b), chiamate lesioni di tipo Ą°funzionaleĄą o Ą°non strutturaliĄą, sono le pi¨´ comuni e determinano oltre il 50% delle interruzioni dellĄŻattivit¨¤ sportiva e dellĄŻallenamento, provocano unĄŻalterazione funzionale senza evidente danno strutturale. Possono essere causate da eccessiva fatica e da movimenti insoliti ai quali non si ¨¨ abituati e se trascurate e non trattate adeguatamente possono per¨° degenerare in uno stadio pi¨´ grave
La lesione di tipo 2A ¨¨ principalmente associata ad alterazioni spinali, spesso mal diagnosticate, come ad esempio i disturbi intervertebrali minori che irritano il nervo spinale, alterando il controllo del tono muscolare
La lesione di tipo 2B deriva da un disordine del sistema neuro-muscolo-scheletrico. Quando questo si verifica, il sistema di inibizione dei muscoli agonisti si vede alterato (diminuito) e il muscolo agonista viene contratto eccessivamente al fine di compensare
I tipi 3 e 4 rappresentano invece lesioni strutturali che possono essere classificate come lievi?(tipo 3a), moderate (Tipo 3b) o complete (Tipo 4) in base allĄŻentit¨¤ della lesione.
Stiramento o strappo muscolare: sintomi
Nelle lesioni di tipo 1 e 2 i pazienti lamentano indolenzimento, pesantezza, rigidit¨¤ muscolare che di solito aumentano con lĄŻesercizio.
Una lesione parziale di tipo 3a o 3b ¨¨ caratterizzata invece da un dolore acuto, provocato da un movimento specifico. Il sintomo ¨¨ ben localizzato, facile da apprezzare alla palpazione e, alle volte, preceduto da una sensazione di scatto. Alla palpazione non ¨¨ possibile rilevare il difetto strutturale in quanto troppo piccolo e la contrazione, contro la resistenza manuale, risulta dolorosa. Spesso possono apparire (soprattutto nel 3b) deficit funzionali come difficolta a camminare o fare le scale.
Rotture subtotali / totali o avulsioni tendinee (Tipo 4) si presentano con dolore sordo e opprimente esacerbato da un movimento specifico; lo scatto e la disabilit¨¤ funzionale compaiono immediatamente, spesso infatti lĄŻatleta ¨¨ costretto a sospendere lĄŻattivit¨¤. LĄŻinterruzione delle fibre muscolari spesso pu¨° essere palpata e si sviluppa precocemente un ematoma. La funzione dellĄŻunit¨¤ muscolo tendinea lesionata ¨¨ totalmente persa e spesso si vede necessario il trattamento chirurgico.
Tra i sintomi pi¨´ comuni troviamo quindi:
Debolezza
Rigidit¨¤
Insorgenza improvvisa di dolore
Gonfiore
Perdita di movimento
Lesione muscolare: ruolo delle indagini strumentali
Per la diagnosi, lĄŻanamnesi e la valutazione clinica sono in grado di fornire unĄŻ idea precisa della presenza o meno della lesione muscolare. Non sempre ¨¨ necessario lĄŻutilizzo delle indagini strumentali, ma il clinico potrebbe ricercare la conferma diagnostica suggerendo di sottoporsi ad un esame diagnostico strumentale.
Tra le tecniche di imaging utilizzabili per la diagnosi della lesione muscolare quella dellĄŻecografia ¨¨ la pi¨´ economica e rapida da eseguire, consente la stadiazione di quasi tutte le lesioni muscolari, la valutazione della loro evoluzione e delle loro eventuali complicanze. LĄŻecografia consente di diagnosticare una lesione strutturale del muscolo da 36 a 48 ore dopo il trauma, poich¨Ś il picco di raccolta edematosa emorragica si osserva dopo 24 ore e fino a 48 ore, quando inizier¨¤ a diminuire. Quindi in sostanza, ¨¨ consigliato aspettare 2-3 giorni prima di fare lĄŻecografia. La risonanza magnetica ¨¨ richiesta solo in pochi casi, in quanto lĄŻecografia non consente di valutare i tessuti pi¨´ profondi e presenta una sensibilit¨¤ bassa per le lesioni di piccola entit¨¤, ma viene presa in considerazione solamente in seconda battuta se la clinica e i risultati dellĄŻecografia non dovessero essere soddisfacenti.
Lesione muscolare: trattamento riabilitativo
Nella fase acuta (primi 3-4 giorni) il muscolo infortunato deve essere protetto da carichi eccessivi che potrebbero compromettere, o rallentare, il processo di guarigione. Il ghiaccio, o la crioterapia in genere, viene utilizzato per il suo effetto a livello vascolare e di riduzione del dolore, nota la sua capacit¨¤ di agire su determinati recettori che incide nel miglioramento a breve termine della sintomatologia del paziente. La compressione limita la diffusione dellĄŻedema da stravaso di liquidi dai vasi lesi allĄŻinterno del sito della lesione. Il sollevamento dellĄŻarea lesa, invece, riduce la pressione locale e il sanguinamento, favorisce il drenaggio dellĄŻessudato infiammatorio, attraverso il sistema linfatico e riduce lĄŻedema e le relative complicanze. LĄŻesercizio fisico risulta centrale nellĄŻapproccio terapeutico relativo alla fase sub-acuta, ma ¨¨ consigliato iniziare il prima possibile. Infatti la riabilitazione precoce non porta ad alcuna conseguenza, ma riesce invece ad aiutare la formazione del tessuto muscolare, favorendo un corretto processo di guarigione ed evitando lĄŻinstaurarsi di tessuto cicatriziale.
LĄŻattivit¨¤ deve prevedere, gradualmente e in maniera controllata, le diverse tipologie di contrazioni muscolari e pu¨° coinvolgere esercizi di forza, di stabilit¨¤ e equilibrio. Seppure le terapie passive possono aiutare per controllare il dolore, il focus del trattamento deve essere sul recupero della forza, della mobilit¨¤ e del gesto atletico sport specifico attraverso proposte differenti di esercizio. Solo in questo modo ¨¨ possibile ottenere una funzione e una struttura in grado di ritornare allo sport, riducendo al minimo i rischi di re-infortunio.
Lesione muscolare: quando torno a giocare?
I tempi di guarigione delle lesioni muscolari, da lievi a moderate, di solito sono di poche settimane, da 1 a 4. Lesioni di grave entit¨¤ invece possono richiedere anche 9-12 mesi per guarire completamente.
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