Parla l'esperto
Chris Hemsworth e la predisposizione genetica all'Alzheimer: ecco cosa significa
A 39 anni Chris Hemsworth si ¨¨ preso una pausa dalle scene dopo aver scoperto ¡°una predisposizione all'Alzheimer¡±. L¡¯attore protagonista di Thor ed Extraction, fra i divi pi¨´ amati di Hollywood, ha dichiarato in un¡¯intervista rilasciata a Vanity Fair che smetter¨¤ di recitare per un po¡¯, per poter tornare a casa e passare pi¨´ tempo con la moglie e i figli. Quella di Hemsworth non ¨¨ una diagnosi di Alzheimer e neppure una certezza di sviluppare la malattia in futuro, ma solo un¡¯informazione riguardo alla composizione del suo Dna che lo rende pi¨´ predisposto di altri a sviluppare la malattia in futuro.
La predisposizione dell¡¯attore
¡ª ?Come lo stesso attore ha spiegato, da test genetici eseguiti per la docuserie Limitless ¨¨ emerso che la composizione del suo Dna comprende due copie del gene APOE4, una proveniente dalla madre e l'altra dal padre, che diversi studi scientifici hanno collegato a un rischio aumentato di sviluppare l¡¯Alzheimer. Secondo le statistiche, una persona su quattro ¨¨ portatrice di una singola copia del gene, ma in base a un¡¯indagine del 2021 del National Institute of Health statunitense solo il 2-3% della popolazione le possiede entrambe e vede cos¨¬ cresce di parecchio le probabilit¨¤ di andare incontro alla pi¨´ comune forma di demenza.
i danni provocati dall'alzheimer
¡ª ?L¡¯Alzheimer ¨¨ una malattia neurodegenerativa che uccide progressivamente le cellule nervose, soprattutto quelle nelle aree del cervello che regolano i processi di apprendimento e memoria. Nel mondo colpisce circa 40 milioni di persone e solo in Italia ci sono circa un milione di casi, per la maggior parte over 60. ¡°La progressione della malattia pu¨° avere tempi molto diversi, rendendo il paziente sempre meno capace di svolgere anche le pi¨´ semplici azioni quotidiane, privandolo della sua indipendenza, fino a non riconoscere pi¨´ i propri famigliari - spiega Alfredo Berardelli, presidente della Societ¨¤ Italina di Neurologia (SIN) e professore Ordinario di Neurologia alla Sapienza Universit¨¤ di Roma -. Il cervello viene danneggiato a diversi livelli: oltre alla degenerazione delle cellule nervose, si determina anche uno stato d¡¯infiammazione cerebrale. Il sintomo principale dei pazienti colpiti da questa malattia ¨¨ inizialmente la perdita della memoria a breve termine".
Casi in crescita e sintomi
¡ª ?Oltre gli 80 anni, la patologia colpisce un anziano su quattro e i numeri sono destinati a crescere a causa del progressivo invecchiamento della popolazione, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. ¡°L¡¯Alzheimer ¨¨ una malattia subdola che entra silenziosamente nella vita delle persone per poi travolgerla completamente: porta a una totale perdita di autonomia nei pazienti, con un grosso impegno da parte dei familiari che svolgono un ruolo importantissimo di costante accudimento ¨C sottolinea Berardelli -.I pazienti con Alzheimer manifestano inizialmente sintomi quali deficit di memoria, soprattutto per fatti recenti, e successivamente disturbi del linguaggio, perdita di orientamento spaziale e temporale, progressiva perdita di autonomia nelle funzioni della vita quotidiana che definiamo come ¡°demenza¡±. Spesso si associano poi problemi psicologici e comportamentali, come depressione, incontinenza emotiva, deliri, agitazione, vagabondaggio, che rendono necessario un costante accudimento del paziente, con un grosso peso per i familiari che svolgono un ruolo importantissimo¡±.
Cure e familiarit¨¤
¡ª ?La malattia di Alzheimer si distingue in forma familiare, che dipende dalla presenza di mutazioni genetiche e rappresenta circa il 10% dei casi (generalmente si manifesta prima dei 60-65 anni di et¨¤), e forma sporadica, responsabile del restante 90% dei casi per la quale l¡¯et¨¤ resta il principale fattore di rischio. ¡°Sebbene non sia geneticamente indotta, ¨¨ stata rilevata una predisposizione familiare ¨C spiega il presidente SIN -. Purtroppo ancora non esiste una vera ed efficace prevenzione e molto si sta ancora studiando per trovare terapie efficaci. I farmaci attualmente disponibili sono in grado di migliorare i sintomi della malattia e di rallentarne temporaneamente la progressione. Altri medicinali permettono di controllare i sintomi pi¨´ invalidanti come la depressione, i disturbi del sonno e quelli comportamentali (deliri, allucinazioni, agitazione), ma molto resta da fare¡±.
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