La ricerca
Alzheimer, le donne colpite pi¨´ degli uomini: gli scienziati potrebbero aver scoperto perch¨¦...
In Europa, secondo l¡¯Istituto Superiore di Sanit¨¤ la demenza da Alzheimer (DA) rappresenta il 54% di tutte le demenze, con un focus maggiore nella popolazione ultra-sessantacinquenne del 4,4%. ¡°La prevalenza di questa patologia aumenta con l¡¯et¨¤ e risulta maggiore nelle donne, che - scrive l¡¯ISS - presentano valori che vanno dallo 0,7% per la classe d¡¯et¨¤ 65-69 anni al 23,6% per le ultranovantenni, rispetto agli uomini i cui valori variano rispettivamente dallo 0,6% al 17,6%¡±. Dunque il morbo di Alzheimer viene diagnosticato a molte pi¨´ donne rispetto agli uomini. Le ragioni alla base di questa disparit¨¤ di genere sono ancora sconosciute, ma un gruppo di ricercatori della Case Western Reserve University di Cleveland (USA) potrebbe averne scoperto una della cause.?
Donne, uomini e Alzheimer: lo studio
¡ª ?Secondo gli scienziati, il cervello femminile mostrerebbe una maggiore espressione di un certo enzima rispetto ai maschi, con conseguente maggiore accumulo della proteina tau: una proteina che provoca la formazione di grumi tossici che si trovano all'interno delle cellule nervose del cervello dei malati di Alzheimer. L'enzima in questione ¨¨ la peptidasi 11 specifica dell'ubiquitina (USP11). Questo enzima ¨¨ anche legato all'X, il che significa che si trova nei geni sul cromosoma X, uno dei due cromosomi sessuali delle cellula. "Siamo entusiasti di questa scoperta perch¨¦ fornisce una base per lo sviluppo di nuovi farmaci neuroprotettivi " afferma il coautore dello studio David Kang, docente di patologia presso la facolt¨¤ di medicina di Cleveland. "Quando una particolare proteina tau non ¨¨ pi¨´ necessaria per la funzione delle sue cellule nervose, ¨¨ normalmente designata per la distruzione e l'eliminazione", continua Kang. ¡°Ma a volte questo processo di eliminazione viene interrotto, il che fa s¨¬ che la tau si aggreghi patologicamente all'interno delle cellule nervose. Questo porta alla distruzione delle cellule nervose in condizioni chiamate tauopatie, la pi¨´ nota delle quali ¨¨ il morbo di Alzheimer¡±.
Le disfunzioni in questo processo, basato su un equilibrio delicatissimo, possono portare all'accumulo anomalo di tau che si osserva nel morbo di Alzheimer e gli autori dello studio si sono proposti di indagare sul perch¨¦ questo avviene. Pi¨´ specificamente, il team ha cercato di individuare una maggiore attivit¨¤ del sistema enzimatico, perch¨¦ questa sembra portare a un accumulo patologico di tau. "Abbiamo pensato che se questo processo pu¨° essere identificato, allora potrebbe fornire anche una base per lo sviluppo di una nuova medicina in grado di ripristinare il corretto equilibrio dei livelli di tau nel cervello", continua il prof. Kang.?
La speranza di nuovi farmaci
¡ª ??Lo studio della Case Western University inoltre rivela che le donne esprimono naturalmente livelli pi¨´ elevati di USP11 nel cervello rispetto agli uomini. E i livelli di USP11 sembrano essere fortemente correlati alla patologia della tau cerebrale nei soggetti di sesso femminile ma non tra quelli di sesso maschile. Quando il team di ricerca ha eliminato geneticamente l'USP11 in una cavia murina, le femmine si si sono dimostrate "preferibilmente protette" dalla patologia tau e dal deterioramento cognitivo. Anche le cavie di sesso maschile erano protette dalla patologia tau nel cervello, ma non tanto quanto le femmine. I ricercatori affermano che questo suggerisce che l'eccessiva attivit¨¤ dell'enzima USP11 nei soggetti di sesso femminile determina una maggiore suscettibilit¨¤ alla patologia tau nell'Alzheimer.
Prima di cantar vittoria per¨° c¡¯¨¨ bisogno di scoprire se lo studio di modelli animali ha catturato l'intero spettro della patologia tau osservata negli esseri umani. In tal caso s¨¬ che sarebbe una buona notizia: "In termini di implicazioni, USP11 ¨¨ un enzima e gli enzimi possono essere tradizionalmente inibiti farmacologicamente", conclude il prof. Kang. "La nostra speranza ¨¨ sviluppare un medicinale che funzioni in questo modo, al fine di proteggere le donne dal rischio pi¨´ elevato di sviluppare il morbo di Alzheimer".
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