Combattere l'ansia con lo sport aerobico: le discipline consigliate e i suggerimenti della psicologa

Lo sport rientra molto spesso tra i possibili rimedi proposti a chi soffre di ansia, ed è effettivamente così, fermo restando che di certo non sostituisce la psicoterapia o tutto ciò che è necessario a fronteggiare i disturbi dell’umore. Può rappresentare, però, un grande alleato in una battaglia che a volte può rivelarsi anche molto complicata. Ma qual è la sua reale incidenza? E quali sono le attività più adatte? Lo ha spiegato a Gazzetta Active la dottoressa Valentina Penati, psicologa dello sport del Centro Sant’Agostino di Milano e docente del Master “Sport e intervento psicosociale” all’Università Cattolica di Milano, che opera anche nell’ambito dello sci e degli sport invernali supportando atleti e allenatori ed è autrice di numerose pubblicazioni sul tema, tra cui Tecniche mentali per il potenziamento della prestazione sportiva, Le tecniche di rilassamento?e Psicologia e sport?tutte edite da Edizioni FS.

Innanzitutto, qual è la correlazione tra ansia e sport aerobico? Perché porta dei benefici?

“Lo sport aerobico e di resistenza, in particolare la corsa, porta all’attivazione di neurotrasmettitori e quindi a un rilascio di sostanze a livello cerebrale che riducono i livelli di stress e abbassano la sensazione di ansia. Questo sul piano biologico. Poi, sul piano psicologico, uno sport aerobico ci permette di immergerci in una sorta di ‘bolla’, dalla quale tutte le situazioni di stress, pensieri e preoccupazioni vengono tenuti fuori. Di fatto, le emozioni non spuntano come funghi, ma partono sempre da un evento, una percezione o una situazione alla quale noi attribuiamo un significato stressogeno che porta a un’emozione. Nel momento in cui non siamo a contatto con il ‘trigger’ dell’ansia, l’emozione non si attiva, e immergersi in attività come la corsa – che ha una durata anche significativa – ci permette un distanziamento molto utile dalla fonte di stress”.

Oltre alla corsa, quali sono gli sport più consigliati a riguardo?

“Sicuramente il nuoto, anche per un fattore ambientale. Svolgendosi in acqua, infatti, tende a creare ulteriormente questa bolla di distanziamento dalla fonte di stress, con un’attivazione sensoriale molto diversa e che ‘spegne’ il contatto con l’esterno. Poi, personalmente, sostengo molto l’attività all’aria aperta: recentemente ho partecipato a un progetto sulla terapia forestale, che evidenzia come il contatto con un ambiente boschivo porti a una riduzione dei livelli di stress e a un miglioramento cardiovascolare”.

Ci sono invece degli sport sconsigliati per chi soffre di ansia?

“Quelli dove ci sono tanti imprevisti e tanti ostacoli. Pensiamo allo sci: le piste possono essere molto affollate, magari qualcuno può tagliarci la strada, e in generale ci sono tanti stimoli presenti nel contesto ambientale che possono diventare stressanti. Nella corsa, dovendo andare fondamentalmente dritti, non bisogna fare i conti con una iperstimolazione alla quale dover fare attenzione e da dover gestire”.

Per quanto riguarda gli sport di contatto, opinione comune vuole che servano a “sfogare”, ma qual è la verità?

“Qui si entra più nell’ambito della gestione dell’aggressività, che però è un’altra cosa rispetto all’ansia. L’emozione si può anche sfogare, ma non si risolve lì. ? un po’ come litigare con una persona: ci si può anche sfogare, ma se non si risolve il conflitto che si è creato il problema non si risolve e rimane uno sfogo fine a sé stesso”.