Il pianto ¨¨ una delle prime forme di comunicazione. Ma quando non sappiamo piangere non sappiamo nemmeno gioire...
Che cosa accade se da bambini non ci ¨¨ stato concesso di piangere? Il passo indietro, rispetto a questa domanda, ¨¨ doveroso. Prima di analizzare le conseguenze delle lacrime trattenute, occorre studiare l¡¯anatomia psicologica del pianto.?
il pianto e la coscienza di s¨¦
¡ª ?Il pianto ¨¨ una delle prime forme di comunicazione utilizzate dal primo giorno di vita. Si riferisce a sensazioni sgradevoli. ¡°Attraverso il pianto - spiega Rita Lombardi - il bambino comunica l¡¯insoddisfazione di un suo bisogno, una sofferenza corporea, l¡¯esigenza di cure o il desiderio di ricevere attenzioni. Se il pianto non viene ampiamente considerato dal genitore, viene a mancare una sintonizzazione e, di conseguenza, un completamento del percorso verso l¡¯autonomia e l¡¯individuazione all¡¯adulto che verr¨¤¡±.
il pianto trattenuto
¡ª ?Secondo Alexander Lowen, psicoterapeuta e psichiatra ad approccio analitico bioenergetico, il pianto ¨¨ il primo meccanismo di liberazione del corpo umano. ? l¡¯anticamera di un processo di guarigione. ¡°Quando chiediamo a un bambino di non piangere, lui dovr¨¤ fare uno sforzo enorme. Per bloccare il pianto - chiarisce l¡¯esperta - dovr¨¤ necessariamente irrigidire tutti i muscoli preposti all¡¯espressione del pianto, ossia i muscoli facciali, i muscoli della gola, gli oculomotori, i muscoli della mascella, delle spalle, il diaframma e tutti i muscoli addetti al respiro. Si tratta degli stessi muscoli che utilizziamo per ridere e sorridere, cio¨¨ per esprimere gioia, stupore ed eccitazione. Il risultato ¨¨, quindi, facilmente intuibile: quel bambino imparer¨¤ a imprigionare, in una corazza muscolare, la comunicazione di tutte le emozioni. Non solo quelle del pianto. Con il tempo, anche da adulto, oltre a conservare un irrigidimento di questi muscoli, avr¨¤ anche poca capacit¨¤ di provare a pieno l¡¯emozione nascosta dietro a questa corazza e si spegner¨¤ emotivamente¡±.?
pianto e gioia
¡ª ?Quando non sappiamo piangere, non sappiamo neanche gioire. ¡°Concedersi di piangere profondamente - suggerisce la psicoterapeuta - ci permette di liberare muscoli, emozioni e respiro. Quest¡¯ultimo, a sua volta, sarebbe in grado di donarci una reale percezione emotiva, restituendoci noi stessi. Non ¨¨ mai tardi per cominciare¡±.
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