Il mondo del palla ovale sta affrontando un problema molto serio, maturato nel corso degli anni e diventato sempre pi¨´ centrale quando si parla di come aumentare la sicurezza dei giocatori in campo: la commozione cerebrale
Il mondo del rugby sta affrontando un problema molto serio, maturato nel corso degli anni e diventato sempre pi¨´ centrale quando si parla di come aumentare la sicurezza dei giocatori in campo: la commozione cerebrale. Si tratta di un'alterazione temporanea delle funzioni cerebrali causata da un evento traumatico, come un colpo alla testa o un violento scuotimento del collo, che pu¨° portare anche a sintomi cronici come perdita di memoria, disturbi d¡¯ansia e depressione. Proprio la salute mentale, a sua volta, sta diventando un tema sempre pi¨´ presente nel mondo dello sport, soprattutto dopo quanto accaduto nel 2021 a campioni del calibro di Naomi Osaka, che ha reso pubblici i suoi problemi di depressione e all¡¯attaccante dell¡¯Atalanta Josip Ilicic.?
L¡¯indagine
¡ª ?Una recente ricerca condotta dall¡¯Universit¨¤ di Durham ¨C uno degli atenei pi¨´ prestigiosi a livello rugbistico, dal quale sono usciti dei grandissimi del rugby britannico come Will Greenwood, campione del mondo con l¡¯Inghilterra nel 2003 ¨C insieme alle Universit¨¤ di Auckland (Nuova Zelanda) e New England (Australia) si ¨¨ concentrata proprio sulla correlazione tra concussion e salute mentale, stabilendo che gli ex giocatori di rugby (e in generale di tutti gli sport di contatto) professionisti hanno maggiori probabilit¨¤ di mostrare segni di depressione e ansia al termine della carriera. Lo studio ha preso in considerazione 83 professionisti ora in pensione, confrontandoli con 106 rugbisti dilettanti e 65 atleti di altre discipline senza contatto. Con un¡¯et¨¤ che va dai 22 agli 82 anni e una media di 47.?
I numeri
¡ª ?In particolare, i ricercatori hanno posto l¡¯attenzione sulle recidive della commozione cerebrale: infatti, i giocatori che hanno subito pi¨´ di 5 concussion in carriera, hanno il doppio delle possibilit¨¤ di accusare sintomi di depressione, ansia, irritabilit¨¤ e rabbia repressa. E gi¨¤ dal terzo trauma in poi questi sintomi cominciano ad essere sempre pi¨´ frequenti. Attenzione anche ai disturbi del sonno: gli ex giocatori di rugby hanno molte pi¨´ probabilit¨¤ di soffrire di sleep disruption, da 1,8 a 2,9 volte in pi¨´, rispetto agli altri.?
Il consumo di alcol e le differenze tra Paesi
¡ª ?A corredo della ricerca, inoltre, la professoressa Patria Hume della Auckland University of Tecnology ha posto l¡¯attenzione anche sul modo in cui i giocatori che soffrono di questi disturbi affrontano il problema: ¡°I giocatori del Regno Unito hanno maggiormente sofferto di depressione, ansia, irritabilit¨¤ e disturbi del sonno, i neozelandesi invece no. Per contro, loro hanno pericolosamente aumentato il consumo di alcool alla fine della carriera, a differenza dei giocatori del Regno Unito per i quali non si registra un aumento significativo. Questo vuol dire che potremmo avere bisogno di strategie specifiche in base al Paese¡±.?
Chiedere aiuto
¡ª ?Quando si parla di salute mentale, ai sintomi e alle problematiche fisiche si aggiungono i tab¨´ sociali e le difficolt¨¤ nel parlarne apertamente. Un giocatore di rugby su cinque tra quelli coinvolti nella ricerca, infatti, ha affermato che se avesse iniziato ad accusare sintomi di depressione, ansia o irritabilit¨¤ non avrebbe chiesto aiuto a uno specialista. Dimostrazione, purtroppo, di come sia ancora difficile aprirsi del tutto riguardo a certi temi, soprattutto quando riguardano sportivi professionisti e famosi.
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