Ad Atlanta ĄŻ96 ¨¨ stato il primo atleta del Burundi a riuscire nellĄŻimpresa. Coraggioso e determinato, ha rincorso con forza i suoi sogni. Con lĄŻItalia nel cuoreĄ
"Ntituvugane amasigaracicaro", dice un antico proverbio del Burundi. "Mantieni ci¨° che prometti". V¨Śnuste Niyongabo la prima volta che lo ascolta ¨¨ ancora bambino e percorre ogni giorno quasi 15 chilometri per andare a scuola. Lo fa suo e nella vita mette determinazione, coraggio. Dallo studio ai rapporti umani, fino alle imprese sportive. La pi¨´ grande il 3 agosto 1996: lĄŻoro olimpico nella finale dei 5.000 metri, al Centennial Olympic Stadium di Atlanta, la citt¨¤ dove 110 anni prima un farmacista geniale di nome John Pemberton aveva inventato la formula della Coca-Cola. Nessun burundese cĄŻera mai riuscito.
E pensare che il ragazzo nato a Vugizo incontra lĄŻatletica per caso. Troppo pi¨´ bravi i compagni di classe con il pallone fra i piedi. Pochi invece, partecipano agli 800 metri. Corre senza un metodo dĄŻallenamento, non conosce il potenziamento, ¨¨ un mistero quanti chilometri accumuli ogni settimana. Va avanti, caparbio, finch¨Ś ha fiato. La gara dĄŻesordio nellĄŻ88: ultimo. Da l¨Ź, la promessa che non sarebbe pi¨´ accaduto. UnĄŻaltra la fa ai genitori, che gli chiedono di non interrompere gli studi, qualunque sia la sua strada.?"Non puoi vivere solo di sport", gli dicono. E lui, primo di dieci fratelli, non li delude. Inizia ad andare forte, qualcuno lo nota. Ma i libri non li abbandona, cos¨Ź come la passione del viaggio. La famiglia non pu¨° permettersi vacanze, e gareggiare diventa lĄŻoccasione per conoscere, esplorare il Paese.
Dagli 800 ai 1.500 metri. Ai Mondiali juniores di Seul, nel 1992, centra lĄŻargento nella distanza pi¨´ lunga, che diventa la sua specialit¨¤. Poi si trova di fronte a una scelta: lasciare il Burundi per diventare professionista. A Siena lavora uno scout a caccia di campioni. Tra loro cĄŻ¨¨ anche V¨Śnuste, che si trasferisce in Italia. AllĄŻinizio ¨¨ frastornato, ha freddo, non conosce la lingua. Un problema, se per il tuo manager lĄŻunica priorit¨¤ ¨¨ la corsa. E poi la mattina di febbraio, a Piazza del Campo, non cĄŻ¨¨ il sole caldo dellĄŻAfrica. Soffre, va avanti con tenacia. Frequenta le scuole serali, con lĄŻidea di iscriversi un giorno allĄŻuniversit¨¤. Intanto si allena e nella rassegna iridata di Goteborg ĄŻ95 i risultati arrivano. ? terzo, dietro due "monumenti" del mezzofondo, lĄŻalgerino Noureddine Morceli e il marocchino Hicham El Guerrouj. E allora capisce. LĄŻanno successivo, ad Atlanta, non si accontenter¨¤ del gradino pi¨´ basso del podio.
Tra la Maremma e la Val dĄŻOrcia inizia il percorso verso la Georgia. E sulle pendenze del Monte Amiata una strana idea si fa strada: e se allungasse la distanza? I 5.000 metri gli piacciono, ma vuole dimostrarlo al mondo intero. La decisione una sera, in camera. Il compagno di stanza ¨¨ il connazionale Dieudonn¨Ś Kwizera, uno che non ¨¨ mai riuscito a partecipare ai Giochi, perch¨Ś fino a quel momento non esisteva un Comitato Olimpico in Burundi. Sui 1.500 metri ha un personal best peggiore, e se Venuste partecipasse, il regolamento gli impedirebbe di presentarsi allo start. Invece lĄŻedizione americana racconta il finale pi¨´ bello. Per entrambi.
Nella nazione africana ¨¨ un momento difficile, la guerra civile imperversa. Cos¨Ź, anche se distante migliaia di chilometri, lĄŻimpresa del ragazzo di Vugizo diventa un messaggio di unificazione per il Paese. Al suo ritorno viene portato in trionfo. "Non ho mai dato un passaggio a qualcuno nella mia macchina", gli dice il presidente della Repubblica. Ha appena 23 anni, ma quello sar¨¤ lĄŻapice della carriera. La rottura del tendine dĄŻAchille e problemi alla cartilagine delle ginocchia lo costringeranno a lasciare il professionismo nel 2000, dopo lĄŻeliminazione in semifinale allĄŻOlimpiade di Sydney.
In quel periodo V¨Śnuste scopre che Bologna non ¨¨ solo un centro dĄŻeccellenza per lĄŻOrtopedia, ma una citt¨¤ viva, piena di stimoli. Dalla Toscana si trasferisce in Emilia. E ci resta. Si laurea in Scienze motorie, trova lĄŻamore, mette su famiglia. Per un periodo allena i bambini, ma dissidi con la dirigenza lo allontanano. Motivo? Niente competizioni, a quellĄŻet¨¤ devono solo divertirsi.?Si reinventa, nel 2005 entra a far parte dello staff manageriale della Nike e?inizia a girare lĄŻEuropa, alla ricerca di giovani di talento a cui offrire un contratto. Nel 2020 fonda l'associazione?Run Like Us, di cui ¨¨ presidente: un team di tecnici di atletica leggera che mette la propria competenza a disposizione di ogni podista appassionato. Poi, a gennaio 2021, viene eletto membro della?World Olympians Association,?organizzazione che riunisce gli Olimpionici di tutto il mondo per promuovere i valori dello sport.
Ama la pasta, non smetterebbe mai di mangiarla. E sulle colline senesi ha imparato ad apprezzare il buon vino. Un difetto? Sostiene di essere testardo, di non lasciare abbastanza spazio a chi propone una cosa diversa. Ma V¨Śnuste ¨¨ felice, si considera fortunato. Partito da mille difficolt¨¤, ce lĄŻha fatta. E ora vorrebbe restituire agli altri parte della sua esperienza.?Grazie all'organizzazione non governativa Peace and Sport,?torna spesso in Burundi. L¨Ź va a trovare la famiglia, i nove fratelli a cui negli anni ha permesso di studiare. Perch¨Ś una promessa ¨¨ una promessa, e lui ne ¨¨ convinto: senza quella fatta a mamma e pap¨¤ non avrebbe vinto lĄŻOlimpiade.
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