RUNNING
Manca le Olimpiadi, rifugiato in Italia torna alle gare
GROSSETO ¨C Nel 2004 si era guadagnato un posto per i Giochi di Atene nella maratona, ma la federazione del Ghana, viste le poche risorse a disposizione, sped¨¬ in Grecia solamente i velocisti. La vita, dopo averlo messo a dura prova, ha dato per¨° una seconda possibilit¨¤ a George Gyabaah, 27 anni, che domenica scorsa ha iniziato un nuovo percorso sportivo con una societ¨¤ di Grosseto, la Track & Field, guadagnandosi un terzo posto in una gara di dieci chilometri a Porto Santo Stefano, che lascia intravedere grandi cose per il futuro. Quella di George ¨¨ una storia unica nel suo genere, con lo sport che ha un ruolo fondamentale per l¡¯integrazione e l¡¯inserimento in un nuovo paese.
Il riscatto e la speranza di cambiare
Arrivato in Italia a bordo di un gommone il 2 luglio 2015, il giovane ghanese ¨¨ tornato a sorridere dopo essere stato accolto in un centro di accoglienza di Monticello, alle pendici del Monte Amiata. Un riscatto ai dolori con i quali ha dovuto convivere prima di trovare nuovi amici ed una patria, l¡¯Italia che ha dimostrato di volergli bene. ¡°Spero un giorno di ricambiare tutto questo affetto ¨C dice George ¨C Sogno un passaporto per poter correre con i colori dell¡¯Italia¡±.
George ha iniziato a correre alla scuola elementare e per dieci anni ha diviso, con molti sacrifici per la sua famiglia povera (una volta ho disputato una maratona correndo in ciabatte), le sue giornate tra i libri e gli allenamenti, conquistando anche un pass per Atene, senza per¨° riuscire a provare la grande emozione dell¡¯Olimpiade. ¡°Per tre anni di fila ¨C racconta ¨C ho provato anche ad entrare nella squadra dell¡¯Esercito, ma dopo varie selezioni sono sempre stato scartato: non avevo raccomandazioni¡±.
Il dramma e il ritorno alle gare
Nel 2009 ¨¨ costretto a sospendere l¡¯attivit¨¤ ed inizia a lavorare come muratore, ma una tempesta distrugge la sua casa, per cui con la moglie ed il figlio appena nato si trasferisce dalla mamma. La casa ¨¨ troppo piccola per tutti e cos¨¬ decide di andare a vendere gelati in Nigeria per mettere da parte qualche soldo. Le circostanze nel 2012 lo portano in Libia, dove viene per¨° sequestrato e costretto a lavorare sotto la minaccia delle armi, senza retribuzione. Dopo tre anni riesce a mettere insieme 800 dollari per trovare un posto sul gommone che lo porta in Italia. ¡°Sono stati quattro giorni drammatici ¨C sottolinea ¨C un viaggio indimenticabile, ho avuto tanta paura. Eravamo in 108 persone in un¡¯imbarcazione piccolissima e immaginate il sollievo quando ¨¨ arrivata la Marina Militare che ci ha portato a Palermo. Fortunatamente tutti salvi¡±.
Dopo appena un giorno il trasferimento in Maremma, dove ritrova il sorriso. Gli abitanti del paese vedono George correre per tutta la montagna e s¡¯interrogano sul suo passato. La sua insegnante di italiano, Eva Bugelli, racconta la storia al babbo e al nonno, che con il loro mobilificio sponsorizzavano la Marathon Club. Nasce cos¨¬ il contatto con il direttore tecnico della Track & Field di Grosseto, Ernesto Croci, che lo tessera per la stagione 2016 e cos¨¬ per George, che una volta ricevuto il permesso di soggiorno lavorer¨¤ come tirocinante in un¡¯azienda agricola, inizia una nuova vita, fatta di studio, allenamenti (almeno tre volte a settimana prende il pullman e va a Grosseto per allenarsi con i nuovi compagni nel parco di via Giotto) e di preghiere nella chiesa battista avventista. ¡°Mi auguro ¨C dice - un giorno di poter portare in Italia mio figlio Michael, che ha finito da poco sei anni. Mi manca tanto e non mi bastano pi¨´ solo le telefonate¡±. Nel frattempo c¡¯¨¨ chi gli compra le scarpe per le sue prime gare italiane e chi lo aiuta per mandare qualche soldo a casa e George ricambia con un bronzo, che gli d¨¤ nuova spinta a fare sempre meglio e a rimettersi in forma per tornare a correre una maratona.
di Maurizio Caldarelli
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