Amicizia, solidariet¨¤ e la vera essenza dello sport: quando la voglia di correre e il sentimento della fratellanza supera ogni limite, anche quello delle barriere alzate dal disturbo autistico
La maratona di New York ¨¨ una strepitosa collezione di foto. Noi ne abbiamo scelta una. Una foto che nasconde tante storie. Anzi, tanta vita. E un¡¯amicizia grande, quella che lega da anni Leonardo, Matteo, Mario e sua sorella Silvia. Costruita in molte mezze giornate, domeniche mattina podistiche, pomeriggi ad allenarsi allo stadio Paolo Rosi, all¡¯Acqua Acetosa, a Roma. Storia di una foto. E di un momento, quando il whatsapp del telefonino te la regala fresca fresca dalla Grande Mela, che ti rimette al mondo nei giorni dello squallore dei cori razzisti negli stadi. Perch¨¦ c¡¯¨¨ in questi quattro maratoneti, con 42 chilometri e 195 metri nelle gambe e nei sorrisi, tutta la bellezza dello sport. Un ¡°ce l¡¯hanno fatta¡± che diventa in un istante ¡°ce l¡¯abbiamo fatta¡±.
Grazie a Leonardo Zerulo, ¡°il volontario¡± per tutti, per le mille cause abbracciate, per le mille corse solidali affrontate, per i tanti rapporti con donne e uomini che fino a qualche tempo fa sarebbero stati lontani anni luce dalla parola maratona e che oggi invece l¡¯hanno toccata, vissuta, corsa. Per esempio, Matteo e Mario, podisti autistici, che con la corsa hanno rotto dei muri e inventato canali di dialogo apparentemente precluse e fino a ieri impossibili.
DALL¡¯IDEA ALLA FOTO E cos¨¬ eccoli a New York. L¡¯idea viene a un vecchio lupo del Central Park, Giuseppe Vasapollo, uno che quel traguardo, quel brulicare del Ponte da Verrazzano, quei tanti let¡¯s go sulle mani, li ha sentiti una montagna di volte fino a essere il settimo nella classifica degli italiani che hanno inanellato pi¨´ maratone di fila a New York. Giuseppe gli dice: ¡°Perch¨¦ non venite pure voi?¡±. E loro cominciano a riempire quegli allenamenti di pensieri. Che poi diventano sogni. E poi viaggio. E poi chilometri. E poi questa foto, bellissima, felice, avvolgente. Una cartolina simbolo di quest¡¯Italia che sbarca a New York con tanta voglia di correre e di emozionarsi e per il quale il momento dell¡¯arrivo ¨¨ come un personalissimo sbarco sulla luna.
6 ORE E 52 MINUTI Dimenticavamo. I quattro moschettieri dello stadio Paolo Rosi hanno impiegato poco pi¨´ di 6 ore e 52 minuti per completare il percorso. Mario e Matteo avevano e hanno ben altri ritmi delle gambe, ma stavolta ¨¨ stato pi¨´ bello starsene insieme infilando lo sguardo nell¡¯unicit¨¤ di questa citt¨¤ ¨¨ di questa corsa. Ora si torna a casa, al loro Progetto Filippide, alla loro Corsa di Miguel, le storie che hanno adottato questo quartetto, pi¨´ che altro che sono state adottate da questo quartetto. Intanto noi continuiamo a coccolare la foto che ti rimette al mondo. E ti mette voglia di andare a correre.
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