RUNNING
New York, una maratona per una nuova vita. La storia di Roberto Di Sante, e che storia!
Quanto dista Frascati da New York? In mezzo c¡¯¨¨ il mare, poi un oceano, con l¡¯orizzonte che non arriva mai. A Roberto Di Sante non sono bastate sette ore di volo. Per arrivarci ha impiegato quasi undici mesi, un tempo in ?cui si ¨¨ allenato per la regina delle maratone, in cui ha trovato il ¡°filo luminoso¡±, come ama definirlo. Quello per uscire dal buco nero della depressione.
Classe 1958, autore ed ex giornalista del Messaggero, nel 2014 ha tagliato il traguardo dei 42,195 chilometri pi¨´ famosi al mondo. Quattro anni pi¨´ tardi lo ha imitato un certo Aldo Amedei. Non un signore in carne e ossa, ma il protagonista del suo romanzo ¡°Corri. Dall¡¯Inferno a Central Park¡±. Un uomo che tra le pagine ha rivissuto la storia personale dell¡¯autore, salvandosi dalla disperazione grazie a una maratona. Edito da Ultra, ¨¨ stato un successo, con otto ristampe in trenta mesi e una lunga eco di rilanci e novit¨¤. Fino all¡¯ultima: l¡¯uscita del libro tradotto in lingua inglese, a poche ore? dal via della 50esima edizione della Maratona di New York, annullata dalla pandemia di Covid-19. Una data, quella del 1 novembre, che non segue le logiche del commercio, ma del cuore. Un riconoscimento a qualcuno, o meglio qualcosa, che ti ha cambiato l¡¯esistenza, come afferma al telefono un emozionato Roberto.
¡°Se una persona ti salva la vita gli va detto grazie e per me New York ¨¨ anche una grande anima. Sette anni fa ero precipitato in un pozzo oscuro, quello della depressione. Oltre alle cure mediche mi consigliarono di camminare. ¡®Pu¨° farti bene¡¯, ?dicevano. Cos¨¬ iniziai a passeggiare per i sentieri di Villa Torlonia, a Frascati, dove abito. C¡¯erano tante persone che correvano, pensavo fossero pazze a girare e rigirare nei viali. Ma che malattia avevano? Poi ho capito che per tentare di uscire dal mio inferno dovevo aggrapparmi a qualcosa di impossibile. Mi diedi un obiettivo, la cosa che non avrei mai pensato di fare: una maratona. Quale se non la pi¨´ importante al mondo? Dopo circa un anno, io che prendevo la macchina per fare 100 metri, ero a New York ?in scarpette e pantaloncini. Brooklyn, il Queens, il Bronx. Correre su quelle strade ¨¨ stato come recitare in un grande set cinematografico e partecipare a una immensa festa, con tutta la citt¨¤ invitata. Per la prima volta non ero pi¨´ una comparsa della vita, ma il protagonista. Insieme ad altre cinquantamila storie, dallo sparo sul Ponte da Verrazzano fino all¡¯arrivo, nel meraviglioso Central Park vestito d¡¯autunno. La mia faccia felice sul mega schermo mi ha riportato a undici mesi prima, a quel volto spento, riflesso tutte le mattine nello specchio del bagno¡±.
Roberto non si ¨¨ fermato pi¨´. Dopo New York, Berlino, poi Londra, Boston, Tokyo e infine Chicago, per il ¡°Grande Slam¡± delle Major, le sei maratone pi¨´ prestigiose. ¡°A Chicago, pochi metri dopo aver tagliato il ?traguardo, la prima persona che ho abbracciato ¨¨ stato George Hirsch, cofondatore della Maratona di New York. Proprio quella che mi aveva salvato la vita. Mi torn¨° in mente la ?scena del film di Charlie Chaplin ¡°Luci della ribalta¡±, quando il ?protagonista Calvero dice: ¡®Il tempo ¨¨ il miglior autore, sceglie sempre il finale perfetto¡¯. Che favola¡±.
A marzo del 2018 ¨¨ uscito il libro. ¡°Oggi non ¨¨ pi¨´ il mio ¡®Corri¡¯, appartiene a tutti. Doveva durare un paio di ?mesi, e invece...ha vinto il primo premio al Concorso letterario Argentario 2020. Mi hanno persino invitato al Congresso di Psichiatria di Torino. No, non volevano ricoverarmi, lo giuro. La cosa pi¨´ bella, per¨°, sono lettere e ?testimonianze di persone che hanno iniziato o ripreso a correre. Oppure hanno reagito a una situazione difficile. Il libro ¨¨ solo un romanzo, non fa miracoli. Quelli appartengono alle persone, che sanno trovare la forza ?di rialzarsi. Magari facendo proprie le parole di una storia e non smettendo mai di sognare. Anche nelle notti pi¨´ scure, come in questi tempi difficili per un virus maledetto¡±.
Dalle librerie al teatro, grazie alla telefonata di un attore, Sebastiano Gavasso, che ha letto il romanzo e ?vorrebbe portarlo sul palco. Proposta girata al regista Ferndinando Ceriani e alla musicista Giovanna Famulari. ¡°Dal nulla ¨¨ nato uno spettacolo da brividi grazie alla bravura di questi tre artisti. Quattro appuntamenti sold out a Roma, poi in tutta Italia. Fino al prestigioso Festival di Napoli della scorsa estate. Nel 2021, Covid-19 permettendo, sono previste date anche all¡¯estero. La cosa pi¨´ straordinaria? Tutti e tre sono diventati runner e con che grinta. Sarebbe bello fare insieme la Maratona di New York nel 2021, magari dopo della replica dello spettacolo¡±.
Oggi a Roberto mancano le competizioni amatoriali, quelle domeniche in cui ti diverti cos¨¬ tanto che un lungo ?rettilineo pu¨° farti sentire sulla First Avenue. ¡°La corsa mi ha arricchito di amici e rapporti umani, anche ?inaspettati. Pensate che Gianni Poli, vincitore della Maratona di New York nel 1986, ¨¨ diventato quasi un fratello. Tutto ¨¨ ?nato in quel 2014, due giorni prima della gara. Una sera ci siamo trovati in fila allo stesso ristorante per pagare il conto e abbiamo iniziato a parlare. Lo scorso settembre mi ha fatto una sorpresa bellissima. Da Dobbiaco, in Alto Adige, ha guidato sette ore e mezza per venire alla rappresentazione teatrale di ¡®Corri¡¯ a Frascati, a Villa Torlonia, dove la mia rinascita e anche il libro erano iniziati. Me lo sono trovato davanti pochi minuti prima dello spettacolo, rimanendo senza parole. Stessa reazione di quando mi ha chiesto di allenarci insieme il giorno dopo. Incredibile. Io e il primo italiano capace di scendere sotto le 2h10¡¯ in maratona. Da non crederci. Ma la corsa ¨¨ anche questo, l¡¯unico sport dove ti alzi morto e torni a casa vivo¡±.
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