La pronazione ¨¨ un movimento fisiologico nell'appoggio di corsa del runner. Scopriamo con Fisiorunning le posture anomale del piede, cosa possono provocare e come affrontarle
Abbiamo visto come un piede supinatore o iperpronatore pu¨° influenzare la biomeccanica di corsa e da cosa pu¨° essere causato, ma sappiamo che la maggior parte dei runner supina o prona leggermente. Questo non ¨¨ un indice predittivo di infortunio e la loro valutazione quasi mai collega la patologia alla posizione del piede. Vediamo invece quando il rischio potrebbe aumentare.
Pronazione e supinazione: quando diventano un problema?
¡ª ?In analisi biomeccanica di corsa si considera fisiologico un appoggio in pronazione neutra, quando il piede attacca di tallone, leggermente esterno, e rullando al suolo prona (cio¨¨ cede verso l'interno) al massimo di 15¡ã, per poi staccarsi dal suolo dalle dita esterne verso l'alluce, che ¨¨ l'ultima parte del piede a lasciare la terra. Questo raramente crea problemi e infortuni. Quando la pronazione supera i 15¡ã andiamo incontro all'iperpronazione che potrebbe invece generare lesioni. Questo perch¨¦ le strutture muscolotendinee non riescono a rallentare l'impatto, non assorbendo in modo efficiente il carico che si riverbera lungo tutta la gamba. Infine, l'eccessiva pronazione non permette a tutte le dita di spingere verso lo stacco da terra ma sovraccarica solo l'alluce e il secondo dito. Nella supinazione, invece, durante l'attacco del tallone, non si ha il cedimento interno fisiologico di 15¡ã ma il rotolamento del piede al suolo permane sul bordo esterno, staccando infine con una spinta delle ultime dita. In questo caso l'impatto al suolo non scarica su tutta l'area della fascia plantare ma si limita a un'area pi¨´ piccola quale l'esterno del piede, che tra l'altro biomeccanicamente non ¨¨ strutturalmente adatta a percepire quel tipo d'impatto.
Alterazione dell'appoggio del piede: le conseguenze
¡ª ?Un interessante studio su un gruppo di runners ha valutato che gi¨¤ dopo 5 km di corsa aumenta la pronazione statica del piede. Un altro studio giapponese sui maratoneti ha identificato come le modificazioni dell'arco plantare permangano fino a 8 giorni dopo la gara regina. Quindi notiamo importanti modificazioni sul grado di pronazione o supinazione durante la corsa, soprattutto se lunga. Questo ¨¨ indice di come le strutture si adattino al carico prolungato andando verso la disfunzione e l'infortunio. L'iperpronazione, caricando l'interno del piede, sollecita l'alluce e il crollo dell'arco plantare, ma provoca anche superiormente la rotazione interna della caviglia, del ginocchio e del femore, favorendo infortuni quali tendinite achillea, fascite plantare, borsiti, ginocchio del runner, sindrome da stress tibiale e formazione di calli. Nella supinazione, quando si carica il piede maggiormente all'esterno, si genera invece una rotazione esterna fino all'anca. Quindi i rischi maggiori sono le fratture da stress ai piedi, la distorsione esterna di caviglia e la retrazione dei tendini d'Achille. Per evolversi superiormente con la sindrome della bandelletta ileotibiale.
Iperpronazione e supinazione: esercizi per correggerle
¡ª ?Il piede viene sempre tenuto in alta considerazione durante il recupero del runner. Come abbiamo visto pu¨° creare anche patologie in zone remote come l'anca e il ginocchio. Quindi non dovr¨¤ mai mancare lo stretching, il rinforzo e potenziare la reattivit¨¤ di questa macchina perfetta attraverso esercizi specifici. Per una iperpronazione lavoreremo sulla muscolatura che innalza l'arco plantare rallentando e frenandone la discesa in fase d'appoggio, il tibiale posteriore. Per la supinazione incentiveremo invece il lavoro dei peronieri.
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