La camminata veloce riduce il rischio di diabete di tipo 2: qual è la giusta velocità?

Secondo i ricercatori, indipendentemente dalla durata dell'attività, camminare a ritmo sostenuto può essere molto utile

La camminata veloce, tra i tanti benefici, può aiutare anche a prevenire l’insorgenza del diabete di tipo 2: lo dice uno studio pubblicato dal British Journal of Sports Medicine?e curato da ricercatori di varie università, dall’Imperial College di Londra all’Università di Olso, che hanno analizzato gli effetti positivi di un’attività sempre più comune.

Camminata veloce e diabete: a quale velocità?

I ricercatori hanno associato la diminuzione del rischio di diabete di tipo 2 all’intensità della camminata, a parità di distanza percorsa. Secondo lo studio, camminare a una velocità tra le 2 e le 3 miglia orarie (circa 3.2 e 4.8 km) diminuirebbe del 15% il rischio di diabete di tipo 2, indipendentemente dalla durata della camminata. Il rischio, inoltre, diminuirebbe del 24% camminando a una velocità maggiore di 4,8 km orari. Camminare velocemente, a una velocità superiore ai 6.4 km orari, è stato associato a una riduzione del rischio del 39%. In generale, ogni aumento di velocità di un km orario è stato associato a una diminuzione del 9% del rischio di diabete.

I benefici della camminata veloce

La poca attività fisica limita la capacità dei muscoli di utilizzare il glucosio, portando a una diminuzione della massa muscolare. La camminata veloce è associata a un migliore stato di forma cardiorespiratorio e a una maggiore forza muscolare. Inoltre, può anche aiutare a perdere peso: “Una camminata veloce, indipendentemente dal volume totale di attività fisica svolto o dal tempo trascorso camminando, può essere associata a un rischio inferiore di diabete di tipo 2 negli adulti” scrivono i ricercatori. “Sebbene le attuali strategie per aumentare il tempo totale di camminata siano benefiche, potrebbe anche essere ragionevole incoraggiare le persone a camminare a velocità più elevate per aumentare ulteriormente i benefici per la salute derivanti da questa attività”.