Non ci sono dubbi, la Lombardia ¨¨ il pi¨´ grande bacino della corsa italiana: un serbatoio smisurato di podisti in perenne attivit¨¤, con buone disponibilit¨¤ economiche e altrettanta passione. Eppure il capoluogo lombardo ¨¨ stato uno degli ultimi a mettersi in moto per organizzare in maniera continuativa la corsa principe della strada, forse distratta dalle altre attivit¨¤ podistiche [...]
Non ci sono dubbi, la Lombardia ¨¨ il pi¨´ grande bacino della corsa italiana: un serbatoio smisurato di podisti in perenne attivit¨¤, con buone disponibilit¨¤ economiche e altrettanta passione. Eppure il capoluogo lombardo ¨¨ stato uno degli ultimi a mettersi in moto per organizzare in maniera continuativa la corsa principe della strada, forse distratta dalle altre attivit¨¤ podistiche che rendono ancora oggi questa regione la capitale indiscussa dell'atletica italiana. Il primo problema ¨¨ rappresentato dal fatto che solo nel 2000 grazie alla Rcs Sport e alla Gazzetta dello Sport ¨¨ nata a Milano, in ritardo sulle altre metropoli europee, una maratona titolata: addirittura un numero zero perch¨¦ anche allora, il mai dimenticato direttore della Gazzetta dello Sport, Candido Cannav¨°, volle sondare bene il campo prima di dare alla corsa una veste ufficiale.
Il secondo ¨¨ che, a differenza dalle altre metropoli mondiali e da altre citt¨¤ italiana, la citt¨¤ ha per lungo tempo vissuto la maratona come un corpo estraneo, quasi da osteggiare: significativi fin dalle prime edizioni gli scontri agli angoli delle strade dove automobilisti inferociti insultano i corridori o si lamentano con i vigili perch¨¦ non possono raggiungere l'aeroporto o gli ospedali. Per non parlare del pubblico lungo il percorso che solo negli ultimi anni, grazie allo spostamento dall'autunno alla primavera, ha fatto registrare presenze accettabili. Dopo che neanche lo stop del traffico ha dato gli effetti sperati, alla fine si ¨¨ scelta la soluzione di limitare l'impatto della corsa sul centro nelle ore di punta e di migliorare l'informazione che, mettendo per tempo sull'avviso gli automobilisti, ha creato un clima pi¨´ sereno. Resta un paradosso: la Stramilano, grazie alla tradizione e a un tracciato chilometricamente ridotto, ¨¨ sempre stata amata anche dai non podisti, la maratona ha dovuto conquistarsi a fatica quel minimo di rispetto che le ha permesso di crescere. Dopo numerosi cambi di percorso, anche per assecondare il progetto dell'Expo con la partenza da Rho, oggi la Milano Marathon (senza pi¨´ la parola City) sempre targata Rcs ¨¨ diventata una delle grandi realt¨¤ italiane del panorama podistico: il salto di qualit¨¤ per¨° non ¨¨ venuto dalla maratona individuale assestata da anni sugli stessi numeri ma lo ha assicurato la felice intuizione della Relay Marathon nata nel XXX per volont¨¤ dell'attuale direttore tecnico Andrea Trabuio. La corsa a staffetta oltre a offrire una vetrina per molti atleti e amatori non maratoneti, ¨¨ diventata negli anni un appuntamento strategico per l'attivit¨¤ aziendale dei grandi marchi lombardi e ha trovato nelle onlus la linfa vitale per sposare iniziative solidali come si fa nelle grandi maratone internazionali (Londra e New York in primis). Sotto la spinta del nuovo a.d. di Rcs Paolo Bellino (ex ostacolista e segretario della Fidal) oggi la Milano Marathon ¨¨ diventata un sistema che nel giorno della gara porta in strada pi¨´ di 10.000 podisti ma produce attivit¨¤ tutto l'anno: archiviata la positiva esperienza di Gazzetta R.U.N., circuito a tappe che ha unito tutta l'Italia podistica, oggi sono Color Run, Electric Run, Strongman Run ed Ekirun i suffissi vincenti per far correre tutto l'anno migliaia di podisti in tutta Italia.??
LA STORIA?Ma andiamo per ordine, la lunga storia d'amore fra Milano e la corsa, ¨¨ fatta di tentativi falliti, tradimenti, ripensamenti e una storia realt¨¤ storica consolidata sopravvissuta fino a oggi, la Stramilano. "Si fu un giorno il 21 settembre 1873. In quel giorno adunque io ero entrato per berne un goccio di quello buono, nell'osteria all'insegna del Ponticello fuori Porta Venezia". Il "pedestrianism", come si diceva allora, a Milano ha una data di nascita precisa riportata in questo passaggio dell'autobiografia del 1882 di Achille Bergossi, riconosciuto iniziatore dell'atletica italiana. Come si vuole in questi casi tutto cominci¨° dunque con una scommessa: quella fra il forlivese che trasportava a piedi (!) le mercanzie del padre e due noleggiatori di vetture. "Chi arriva prima da Milano a Monza?": Bergossi invest¨¬ 60 lire, la controparte (evidentemente sicura di vincere) il doppio, vale a dire 120 lire. Facile immaginare come and¨° a finire: Bergossi, ribattezzato dai giornali italiani l'uomo meraviglia?vinse impiegando meno di un'ora su un percorso sicuramente superiore ai 16 chilometri.
PRIMA UFFICIALE
Ovviamente esiste anche una data ufficiale per la prima corsa in Italia ed ¨¨ quella del 24 giugno 1894 quando 67 corridori parteciparono alla Milano-Cernobbio. Infine, tralasciando . tante altre avventure podistiche del territorio, bisogna ricordare che la prima maratona nata a Milano fu disputata il 19 giugno 1909 e sul traguardo dell'Arena si present¨° per primo tale Fortunato Zanti in 2h51'49". Tante, in un periodo di grande fermento podistico, le prove di corsa sui 40 km disputate a Milano, spesso con l'etichetta tricolore dove si distinse il cremonese Angelo Malvicini, campione a soli 18 anni nel 1913 e di nuovo vincitore nel '22 e nel '26, poco prima di morire in un incidente stradale mentre attraversava la strada a Sesto San Giovanni. Nei tricolori del '35 proprio Milano tenne a battesimo il primo cambiamento di distanza (da 42.750 a 42.125) nei tricolori che servirono da selezione per gl Europei in un caldo infernale: non per niente la partenza era fissata alle ore 16 del 27 luglio! Ma dopo il doppio impegno del '39 Milano conobbe inspiegabilmente un lungo oblio che ci porta direttamente alla Stramilano degli anni 70.
CESANO BOSCONE?La Stramilano ¨¨ giustamente riconosciuta come la corsa pi¨´ popolare grazie alla non competitiva affollata da 50.000 partenti, ma l'organizzazione del Fior di Roccia ha avuto l'unico torto di non abbinare alla mezza maratona agonistica una vera maratona, cos¨¬ il testimone della distanza olimpica ¨¨ passato dall'81 al 2000 a Cesano Boscone, nella cintura sud ovest della citt¨¤. Per 20 edizioni la Gold Marathon ¨¨ stata la maratona preferita dagli amatori italiani perch¨¦ il percorso lineare e asfaltato di andata e ritorno disegnato dal maniacale organizzatore Giovanni Cassano ha prodotto innumerevoli record personali. Arrivata ai margini dei 1000 iscritti, nonostante le scarse attenzioni federali e della Rai, la Gold Marathon ha chiuso la sua storia ventennale nel 2000 con buoni record del percorso (Jonah Koech 2h11'09" nel '98 e Franca Fiacconi, successiva vincitrice di New York, 2h30'10" nel '95).
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