Che cosa metto nello zaino? I consigli dei campioni per non arrivare impreparati

Quanto materiale serve per affrontare una gara di triathlon? Due campioni azzurri, Daniel Fontana e Charlotte Bonin, ci insegnano a preparare lo zaino da portare in zona cambio, senza tralasciare alcun dettaglio

[tps_title]LA PREPARAZIONE[/tps_title]

Preparare lo zaino per un gara di triathlon è uno dei momenti più importanti verso l'avvicinamento al via. Non solo allenamento, recupero, condizione fisica e mentale, possono influire sull'esito di una competizione complicata come il triathlon, ma spesso la prestazione può essere compromessa per un dettagli trascurato, per l'attrezzatura non adeguata, per la mancanza della indispensabile integrazione alimentare.

QUANTA ROBA Il materiale necessario per affrontare una gara di triathlon è abbondante, ma non c'è nulla di superfluo. “Sono abbastanza meticolosa, mi prendo sempre tanto tempo per preparare lo zaino – sottolinea Charlotte Bonin, 17a a Rio 2016 – è un'operazione lunga, ma con un po' di esperienza diventa automatica”. Ma come preparare l'attrezzatura? “Andiamo in ordine, come per le frazioni di gara – spiega l'azzurra – Partiamo dal nuoto: due paia di occhialini, uno con lenti chiare uno con lenti scure, il body da gara (con uno di scorta, va bene anche uno della stagione precedente), la cuffia per il riscaldamento, e la muta, anche in piena estate. E non dimenticare la crema antisfregamento”. Poi si prosegue con bici e corsa: “Passiamo alle scarpette da bici, casco, occhiali, borraccia e gel da assumere nella frazione di ciclismo e, dettaglio fondamentale, gli elastici per tenere ferme le scarpe durante la transizione: ogni volta ne prendo una manciata e li metto nello zaino. Per la corsa è più facile, basta mettere le scarpe e il cappellino. Meglio avere qualche accessorio in più e poi, eventualmente, non usarlo o toglierlo dallo zaino prima di andare in zona cambio, piuttosto che sentirne la mancanza in gara”.

TUTTO IN UNO ZAINO L'importante è mettere tutto in uno “zaino molto capiente – ricorda la Bonin – aggiungendo qualche indumento che possa salvarci in caso di imprevisti meteorologici”. Esistono zaini dedicati con comodi spallacci, tante tasche interne e laterali, vani spaziosi e scomparti per gli indumenti bagnati che consentono portare con se tutto il necessario in maniera ordinata, come il Fast Tri di Arena (80 litri), compreso il casco a cui è dedicato un apposito spazio. “? importante avere le mani libere, senza portare diverse sacche o borsette – consiglia Daniel Fontana – ad un mio compagno di squadra piuttosto esperto è capitato un incidente banale ma dalle conseguenze piuttosto gravi. Mentre si avvicinava alla zona cambio in bici, teneva la muta in mano anziché nello zaino: una manica si è infilata nei raggi e, oltre a provocare la caduta, ha causato anche danni meccanici costringendolo alla rinuncia forzata alla gara”.

(continua nella prossima scheda)

[tps_title]TUTTO SUL PAVIMENTO[/tps_title]

?Il due volte olimpico e due volte vincitore nell'Ironman regala un consiglio prezioso. “Ammetto che, di natura, non sono molto organizzato, ma per la preparazione dello zaino per il triathlon è fondamentale esserlo, trovando un momento fisso da dedicare a questa fase. Il giorno prima della gara, dispongo tutto il materiale sul pavimento in modo da avere tutto sott'occhio: in questa maniera, percorro virtualmente la gara e mi rendo conto di ciò che ho bisogno, senza trascurare di ciò che abbiamo bisogno prima e dopo la gara”. Chi affronta una gara lunga, spesso si ritrova ad allestire la zona cambio col buio, “infatti io ho sempre una lampada frontale in borsa e vado sempre ben coperto, anche con guanti e cappello. Quando si parte all'alba, bisogna gestire bene l'alimentazione pre gara, ma anche quando si corre a mezzogiorno è fondamentale alimentarsi bene, essendo ormai passato da molte ore il momento della colazione”.

LINEA DEL TEMPO A proposito di alimentazione, il campione della Dds è solito mettere per iscritto le necessità. “Traccio una linea del tempo e piazza ciò che mi serve: sali, barrette, gel: in questa maniera ho tutto sotto controllo e so perfettamente quando devo assumere gli integratori”. Ma dietro a tutta questa programmazione, c'è sempre l'istinto: “? fondamentale programmare tutto nei minimi particolari, ma il segreto è sapersi adattare, riuscire ad improvvisare. Partendo da un piano molto dettagliato, sarà più facile cambiare strategia in seguito ad un imprevisto”.