La app di runner e ciclisti ¨¨ molto usata anche dai soldati Usa che in questo modo forniscono notizie sensibili sulle basi segrete in Siria, Afghanistan, Somalia o Yemen
Gli eserciti di tutto il mondo messi in scacco da una app per ciclisti e runner. Sembra uno scherzo, ma l'allarme ¨¨ serio. Al centro delle preoccupazioni c'¨¨ Strava, una delle applicazioni per il fitness pi¨´ famose, in grado non solo di monitorare le attivit¨¤ degli utenti (bici, corsa, nuoto e sci) ma di metterle in condivisione in una sorta di social network per atleti. Partendo proprio dalla enorme mole di informazioni (un miliardo di attivit¨¤ dal 2015 a settembre 2017), la societ¨¤ di San Francisco ha rilasciato in novembre una "heatmap", cio¨¨ una mappa globale delle strade battute dai suoi "users": tanti fili colorati che indicano i percorsi di runner e pedalatori. Il dettaglio ¨¨ notevole, forse troppo secondo Nathan Ruser, lo studente australiano e analista dell'Institute for United Conflict Analysts che per primo ha sollevato il problema della sicurezza militare: "Le basi statunitensi sono chiaramente identificabili".
In pratica, i tragitti utilizzati dai militari (non solo americani) per i loro allenamenti e condivisi su Strava permettono di scoprire siti sensibili, alcuni pare anche segreti, in posti come Siria, Afghanistan, Somalia o Yemen, mostrano l'attivit¨¤ all'interno delle basi e rivelano le strade pi¨´ pattugliate: informazioni purtroppo preziose per i terroristi.
MANIA Il funzionamento di Strava ("battersi" in svedese) ¨¨ semplice: grazie a un ciclocomputer o a un altro dispositivo gps ¨¨ possibile registrare i dati della propria attivit¨¤ e renderli pubblici, come attestati di merito. Nata nel 2009, la startup californiana ha conosciuto un vero boom: 16 attivit¨¤ caricate al secondo, 27 milioni di utenti. Tra di loro anche pi¨´ di 600 atleti pro'. Su Strava si scoprono i percorsi di Froome, le velocit¨¤ di Nibali, i "kom" (cio¨¨ i record di scalata) di Bardet.
CONTROINDICAZIONI Strava ha contribuito a ridefinire il linguaggio e le abitudini di milioni di atleti, ma non ¨¨ il Verbo. Le attivit¨¤ possono essere "taroccate" con poca difficolt¨¤, e soprattutto bisogna prestare molta attenzione alla privacy. Gi¨¤ nel 2015 era scattato l'allarme di malintenzionati in grado, attraverso l'app, di rintracciare e svaligiare i garage con le bici pi¨´ costose. La "falla" nella sicurezza militare ¨¨ un problema ancora pi¨´ serio, che mostra una certa ingenuit¨¤ da parte dei militari nel rendere pubblici dati personali. Come ribadito dalla societ¨¤ statunitense, gli allenamenti possono essere resi privati e quindi esclusi dalla mappa. Peraltro, quello della privacy ai tempi della rete non ¨¨ un tema nuovo tra gli stati maggiori: truppe russe erano state localizzate in Ucraina e in Siria studiando le interazioni sui social network, nel 2016 l'esercito israeliano band¨¬ per motivi di sicurezza l'uso di Pokemon Go, il gioco per acchiappare mostricciattoli online. Insomma, bisogna studiare nuove strategie difensive. Anche su internet.
Mattia Bazzoni
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