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Calcaterra nella storia: "Crampi e caldo, ma ce l'ho fatta a fare 12"
¡°Quella sporca dozzina¡± si potrebbe recitare. Invece no. Pi¨´ corretto dire ¡°Quella sudata dozzina¡± perch¨¦ sia ben chiaro a tutti che le dodici vittorie alla 100km del Passatore da parte di ¡®Re¡¯ Giorgio Calcaterra sono tutte state conquistate con grande fatica e grande seriet¨¤.
Un uomo schivo, timido, educato, gentile con tutti il campione romano che da vent¡¯anni ormai ¨¨ protagonista nelle maratone e ultramaratone di tutto il mondo. Tanta continuit¨¤ e soprattutto tanta naturalezza nel correre la distanza di 100km perch¨¦ solo in questa maniera, con un vero talento naturale, puoi permetterti di vincere la ultramaratona pi¨´ famosa del mondo come la Firenze-Faenza per dodici anni consecutivi e nel frattempo laurearti campione mondiale per tre volte ed infine vincere anche ad esempio, sempre a livello mondiale, la Wings For Life. E poi? Poi c¡¯¨¨ tutto il resto, perch¨¦ i successi in questi anni sono anche tanti altri.
Il pre-gara ¨¨ tutto un selfie e foto, autografi e saluti, ¨¨ lui l'uomo pi¨´ amato, il pi¨´ cercato da parte dei quasi 3mila partenti. Poi c'¨¨ il via, il colpo di pistola che ti riporta alla realt¨¤ e ti fa subito rendere conto che la 'dodicesima' non sar¨¤ cos¨¬ facile e scontata: "E¡¯ stata un vittoria difficile ¨C le parole di Giorgio il giorno dopo la gara ¨C Arrivavo da una settimana complicata per ragioni fisiche dove non mi sono alimentato al meglio. Ho dovuto togliere completamente la verdura e preso pochi sali minerali, anche per questo negli ultimi chilometri e sull¡¯arrivo ho sofferto di forti crampi. E¡¯ la prima volta che mi accade e questo un po¡¯ mi ¨¨ spiaciuto non tanto per la gara in s¨¦ che comunque sono riuscito a vincere, ma per non essere riuscito a salutare tutti i tifosi e gli amici come avrei voluto in piazza a Faenza nella notte. L'anno prossimo torner¨° certo per cercare di vincere ma anche per godermi molto di pi¨´ la gara e i sorrisi della gente. Corro soprattutto per essere felice e il Passatore mi regala questa felicit¨¤ ogni anno¡±.
E gi¨¤ questo la dice grossa sulla bont¨¤ di Calcaterra, il pensiero non ¨¨ l¡¯aver rischiato di perdere la gara, ma il non aver potuto ringraziare chi gli vuole bene. E¡¯ stata una gara condotta di testa: ¡°Faceva gran caldo fin dai primi chilometri ¨C continua il nostro campione ¨C e ho cercato di non forzare, di rimanere tranquillo, di gestire le energie, tanto che mi ero studiato i passaggi cronometrici chiave. Infatti a Borgo San Lorenzo al 31,5km sono passato in 2h09¡¯ rispetto al 2h05¡¯ degli anni scorsi. Ma non mi sono preoccupato, cos¨¬ come anche al Passo della Colla sono arrivato leggermente attardato rispetto al passato. Una prima parte pi¨´ lenta, dove ho cercato quindi di amministrare le energie ed il vantaggio di pochi minuti che avevo sul secondo. Poi nella seconda parte ho dovuto comunque accelerare, il vantaggio sugli inseguitori stava diminuendo e ho tenuto duro. Non ¨¨ stata facile e comunque in una gara del genere, con questo caldo, penso che 7ore03¡¯ sia comunque un tempo davvero valido¡±.
Ma quale la vittoria pi¨´ bella di questi dodici anni ¨¨ la domanda di rito, la risposta forse un po¡¯ diplomatica ma sincera: ¡°Ogni vittoria mi ha dato qualcosa e regalato grandi emozioni. Certo al primo successo mai avrei pensato di poter vincere per dodici volte consecutivamente, lo ritengo qualcosa di grande, non potrei vivere un sogno pi¨´ grande¡±.
Condannato a vincere si potrebbe dire, un po¡¯ come Valentino Rossi o un Alberto Tomba, tanto per vivere di amarcord, che se arrivano secondi ¨¨ una ¡®quasi¡¯ tragedia: ¡°Certo che sento un po¡¯ di pressione prima di questa gara. Tutti mi vogliono ormai solo e solamente vincente, io dico sempre che non ne sono sicuro, che potrei arrivare anche terzo e accettare quella posizione senza alcun problema. Ma i tifosi e gli amici pensano che scherzi e danno per scontato ormai il successo. Non ¨¨ cos¨¬, magari lo fosse, anche se sono contento di aver fatto 12 e di aver conquistato per un altro anno questa fantastica gara¡±.
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