Quella di Domenico Corradin ¨¨ una bella storia di sport e di lotta contro la malattia. Domenico (54 anni) ¨¨ runner, marito, padre e nonno, lavora come tecnico informatico e da sempre ¨¨ impegnato nel sociale, ama le corse su lunghe distanze, in particolare la maratona. Lo scorso anno a Domenico croll¨° il mondo addosso quando gli fu diagnosticato un tumore al pancreas, per fortuna [...]
Quella di Domenico Corradin ¨¨ una bella storia di sport e di lotta contro la malattia. Domenico (54 anni) ¨¨ runner, marito, padre e nonno, lavora come tecnico informatico e da sempre ¨¨ impegnato nel sociale, ama le corse su lunghe distanze, in particolare la maratona.
Lo scorso anno a Domenico croll¨° il mondo addosso quando gli fu diagnosticato un tumore al pancreas, per fortuna non in stato avanzato. Alla notizia seguirono le prime visite, un?intervento chirurgico e lunghe terapie. L'alternativa per lui era quella di arrendersi o combattere per vincere il male, anche attraverso lo sport. Proprio in quel momento decise che, una volta guarito, avrebbe portato a termine un'impresa epica, degna del migliore Dean Karnazes: partire da casa sua a Nove in provincia di Vicenza e raggiungere correndo la Basilica di San Francesco in Assisi. "Mi sono rivolto all¡¯istituto oncologico di Padova e successivamente al Policlinico, realt¨¤ d'eccellenza per i nostri problemi dove lavorano maestri di professionalit¨¤ e di umanit¨¤ a cui debbo molto", testimonia Domenico.
Lo scorso 22 maggio il coraggioso runner?ha portato a termine la sua impresa, dopo aver battuto?la malattia, ha tenuto fede alla sua promessa e si ¨¨ cimentato nella lunga corsa a tappe raccontandola sul suo blog Curati di Sport e su una pagina Facebook. "Nessuno nasce pronto per affrontare un tumore, ci si deve allenare come in una maratona. Cos¨¬ ¨¨ stato per me prima dell¡¯intervento, l¡¯ho affrontato come una corsa massacrante", racconta Corradin sui suoi media, "per arrivare ad Assisi sono stati importanti la mia volont¨¤ ferrea, oltre alla guarigione, la costanza negli allenamenti ed il fatto di tener duro durante tutto questo periodo. C¡¯¨¨ stato bisogno anche di una mano da parte degli altri, pi¨´ in generale penso che ci vuole fiducia negli allenatori e nei medici a cui ti affidi. Ecco il significato di questa impresa che ¨¨ partita dal mio paese per arrivare nella citt¨¤ di San Francesco dopo 375 km totali¡±.
"Con me c¡¯¨¨ stato un compagno, Lupo, in onore al lupo di Gubbio ed un carrello, costruito appositamente, con tutti i comfort ed?il necessario per la corsa, oltre al vestiario e al cibo. Durante il percorso ho incontrato tanta gente ed ¨¨ stato bellissimo¡±, conclude Corradin che voleva essere un esempio di determinazione per altri malati e ce l'ha fatta, grazie alla sua forza di volont¨¤ ed in parte anche grazie al running.
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