Mettere un paio di scarpette ed uscire a correre ¨¨ la cosa pi¨´ semplice del mondo, persino ad Hong Kong, dove l'umidit¨¤ e la temperatura non sono delle migliori per il runner. Per un gruppo di rifugiati sull'isola confinante con la Cina per¨° la corsa ¨¨ diventata una vera e propria ancora?di salvataggio in attesa di ricominciare una nuova vita. I rifugiati ad Hong Kong che [...]
Mettere un paio di scarpette ed uscire a correre ¨¨ la cosa pi¨´ semplice del mondo, persino ad Hong Kong, dove l'umidit¨¤ e la temperatura non sono delle migliori per il runner. Per un gruppo di rifugiati sull'isola confinante con la Cina per¨° la corsa ¨¨ diventata una vera e propria ancora?di salvataggio in attesa di ricominciare una nuova vita.
I rifugiati ad Hong Kong che si ritrovano ogni settimana sulla pista d'atletica al centro della metropoli vengono da tutto il mondo, hanno subito violenze di ogni tipo, fisiche e morali, ma non hanno voglia di parlare del passato, solamente correre. Gli organizzatori dell'iniziativa Free To Run, affermano che molti tra loro sono stati vittime di torture nel loro paese e la corsa li aiuta a recuperare dal trauma e uscire da una sorta di "limbo" mentale in cui erano caduti. Purtroppo per loro, non ¨¨ possibile accedere ad un permesso permanente per vivere ad Hong Kong, i rifugiati possono per¨° rimanere alcuni anni qui, nella speranza di riuscire a trovare una nuova strada altrove, le restrizioni del governo gli impediscono persino di lavorare.
"Al momento non voglio trovarmi una nuova casa, solamente tenere la mente occupata e la corsa mi ha aiutato a guardare avanti", spiega Nina che si trova qui da 12 anni dopo aver subito delle violenze nel suo paese nel sud-est asiatico. Come tanti altri rifugiati, Nina ¨¨ parte del movimento running in grande crescita qui nella metropoli asiatica e di recente ha portato a termine una 30 chilometri, "da quando ho iniziato con il Free To Run, ho perso peso e mi sono sentita pi¨´ forte, ho anche molta pi¨´ confidenza nel parlare con le persone, in pubblico mi nascondo meno", un classico esempio dell'apporto che il running pu¨° dare a chi ¨¨ alla ricerca di un nuovo equilibrio psico-fisico.?
Il programma di charity Free To Run ¨¨ nato qualche anno fa in collaborazione con l'ufficio locale dell'NGO Justice Centre. Molti dei 28 partecipanti sono donne e la maggior parte di loro non aveva mai fatto sport prima d'ora. Ora sono un gruppo di podisti molto affiatato guidati da un allenatore inglese di grande esperienza. "Lo scopo del programma ¨¨ rendere i partecipanti pi¨´ forti e offrirgli supporto psicologico, il running ¨¨ un modo molto semplice di farli sentire meglio", spiega?Virginie Goethals, Direttrice del Free to Run e ultra maratoneta. "Qui mi sento sicuro, ma penso a cosa succeder¨¤ dopo, alla mia famiglia, al mio futuro", racconta invece Adam arrivato dalla??Somalia tre anni fa dopo l'uccisione di suo fratello. Esperienza diverse, storie diverse, che hanno in comune il running come "lasciapassare" per una nuova vita e come sistema per dimenticare lo stress e un passato traumatico.?
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