RUNNING
Trail, le tattiche giuste per evitare i pericoli: runner e anche un po' alpinisti
? nel confronto con la natura?che l'uomo ritrova il proprio posto nel mondo, si rende conto di non essere n¨¦ invincibile n¨¦ immortale. Vale anche per il running, com'¨¨ successo domenica scorsa durante il Trail dei Tre Castelli, in cui?¨¨ morto il trailer vicentino Mario Pantanali. Ne abbiamo parlato con due trailer tra i pi¨´ forti a livello europeo, Ernesto Ciravegna e Pablo Barnes.
Mario Pantanali, aveva 42 anni e viveva a Noventa Vicentina. Domenica 15 maggio, mentre partecipava al Trail dei Tre Castelli a Gemona del Friuli, ¨¨ stato colpito da un fulmine che l'ha scagliato ad una quindicina di metri dal tracciato del percorso uccidendolo sul colpo. Dopo la disgrazia ¨¨ iniziato il carosello delle accuse, mentre molti, i pi¨´, si sono chiesti se, e come, si sarebbe potuto evitare l'incidente mortale. Quel che ¨¨ chiaro a tutti ¨¨ che Mario ¨¨ morto per caso, perch¨¦ un fulmine non si pu¨° sapere dove e quando cadr¨¤. E quel che ¨¨ certo ¨¨ che, un po' come il mare, la montagna ¨¨ un ambiente ostile, troppo spesso affrontato in modo superficiale, perch¨¦ lo si ritiene antropizzato e sicuro: la verit¨¤ ¨¨ che la montagna dovrebbe essere affrontata con grande cognizione di causa perch¨¦ lei non perdona.
Qualcosa di cui riflettere
¡°Quello che ¨¨ accaduto domenica a Gemona ¨¨ un episodio molto triste che ci deve far riflettere. Non tanto sui soliti discorsi legati alla prevenzione ed alla sicurezza, piuttosto a quanto le nostre vite siano attaccate a un filo¡±, spiega Ernesto Ciravegna, trailer e medico, "Pantanali ¨¨ partito con tutti gli altri atleti per affrontare la gara, 50k e 3.500 metri di dislivello... uno dei suoi tanti trail, si parte con meteo buono, come da previsioni, e con possibilit¨¤ di piovaschi nel pomeriggio, come per la maggior parte delle gare in primavera. La fatalit¨¤ ha voluto che, dopo il breve acquazzone che si ¨¨ verificato intorno alle 12:00, una pioggia di fulmini si sia abbattuta sul percorso e che uno abbia centrato in pieno Mario proiettandolo ben quindici metri oltre il sentiero che percorreva¡±.
Solo fatalit¨¤
?Non esistono colpe, per Ciravegna, solo fatalit¨¤: ¡°Ritengo che esista una parola chiamata 'fatalit¨¤' e, salvo casi di reale inadempienza da parte dell'organizzazione di una gara, ogni atleta, adulto e responsabile, debba essere in grado di valutare il percorso, le asperit¨¤ del tracciato, la quota raggiunta, il dislivello, i chilometri da percorrere, le proprie capacit¨¤ atletiche, il meteo e, di conseguenza, l'abbigliamento pi¨´ idoneo¡±.?Punta il dito principalmente contro gli atleti, il dottor Ciravegna, senza tuttavia incolpare nessuno, se non, in questo caso specifico, il destino: ¡°Sta a noi atleti essere preparati ad affrontare un ambiente che potrebbe in pochi minuti diventare ostile", racconta l'esperto, "come per un sub che si trova in difficolt¨¤ a 70 metri sott'acqua, anche un runner deve essere in grado di gestire le avversit¨¤ che si verificano in modo imprevedibile¡±.
Una brutta esperienza
¡°Io ho avuto tanta paura durante la Maremontana, dove ¨¦ morto nel 2013 l'ex calciatore Paolo Ponzo", testimonia invece?l'argentino Pablo Barnes, "ero partito molto leggero e non avevo una giacca adatta... a volte ci vuole poco, ma, alcuni, per portare pochi grami di peso in meno rischiano la pelle¡±.
Parole, quelle di Barnes, che fanno tornare alla mente le numerose polemiche e lamentele proprio da parte degli atleti quando, nel 2015, si ¨¨ deciso di stoppare la sesta edizione del Tor des G¨¦ants a causa del maltempo, ¡°ricordo tante gare in cui il meteo ¨¨ cambiato molto velocemente e la situazione ¨¦ diventata difficile: nella sciagura capitata a Mario, penso ci sia stata solo tanta sfortuna e gli organizzatori non potevano prevedere nulla. Le gare di trail stanno diventando molto popolari e, per la legge dei grandi numeri, ci saranno sicuramente persone che non conoscendo n¨¦ rispettando la montagna non sono in grado di percepire veramente il pericolo. I morti nelle gare non ci devono essere, ma la gente muore ovunque, fa parte della vita, ma ¨¨ un bene che se ne parli ogni volta che succede qualcosa del genere. Per provare a trovare delle soluzioni ed evitare che succedano altre disgrazie come questa¡±.
Cosa fare in caso di temporale
Come comportarsi se si viene colti da un temporale in alta quota durante una gara o un allenamento? Di seguito, il vademecum della montagna secondo il dottor Ciravegna, che sottolinea: ¡°Se vogliamo percorrere decine di chilometri, affrontare dislivelli importanti, varcare montagne a 3.000 metri, prima di abili corridori dobbiamo essere preparati alpinisti¡±.
Questi i consigli dell¡¯esperto:
- buttare via i bastoncini, che non hanno alcuna funzione di parafulmine, come credono alcuni
- liberarsi di ogni genere di oggetto metallico, comprese chiavi e cinturini di orologi
- uscire dal bosco, se di conifere e quando possibile: 200 metri sarebbe la distanza ottimale
- entrare nel bosco, se di latifoglie, e costruirsi un riparo con esse
- allontanarsi almeno una quindicina, ventina di metri da rocce e massi appuntiti
- non sostare sotto antenne, ripetitori o oggetti che possano attirare fulmini o alberi
- cercare uno spiazzo, sedersi sul proprio zaino, rannicchiarsi e coprirsi aspettando la fine del temporale
- restare immobili: muoversi e correre genera pericolosa energia elettrostatica, anche a causa dello sfregamento dell'abbigliamento sintetico che si indossa durante le gare in montagna
? RIPRODUZIONE RISERVATA