Il ritorno di Angelica Olmo: vittoria da Daytona dopo un anno di stop

L'attesa è finita, finalmente. Angelica Olmo, dopo la chiusura della stagione olimpica, è letteralmente sparita dai radar, ritornando alle gare, dopo oltre un anno di stop, al Clash Endurance Daytona. Una distanza atipica, 1,2 miglia di nuoto, 56 miglia di ciclismo e 13,1 miglia di corsa, in una gara a cronometro, senza scia, come succede di consueto per le prove di lunga distanza, hanno riportato l'azzurra, la prima a siglare una storica vittoria tricolore in Coppa del Mondo nel 2019, sul gradino più alto del podio. 2h40'11” il crono vincente che le ha consentito di lasciare alle spalle la spagnola Perez Sala, la rivale più combattiva di giornata, e l'elvetica Derron (tra gli uomini, successo per l'iridato e medagliato olimpico Luis).

Angelica, che effetto fa tornare a vincere??
“La vera vittoria è stata quella di andare in gara con il sorriso dopo un periodo complicato. Sono sempre stata cosciente del mio livello, quello non è mai cambiato, ma avevo perso la voglia di competere”.

Che cosa è successo in questi mesi???
“Tutto è cominciato da prima dei Giochi Olimpici, con un infortunio al tallone non gestito nel migliore dei modi. Sentivo una forte pressione su di me, veniva trascurata Angelica, interessava solo l'atleta, ma se la persona non sta bene, le gare non esistono. Sono caduta sempre più in basso, non ho potuto decidere chi fosse il mio allenatore e nemmeno portare avanti scelte private e personali: è per questo che ho preso decisioni sbagliate per provare a rimanere in alto”.

? stato uno dei periodi più bui questo ormai lasciato alle spalle??
“Ho toccato il fondo. In gare non rendevo già, ero angosciata: non è normale arrivare a queste situazioni praticando lo sport che amavo, che prima di essere la mia professione, era ciò che mi faceva star bene. Sono stati nove mesi lunghi, un vero e proprio burnout”.

Come si esce da una situazione del genere??
“Ho selezionato ciò che mi faceva star bene: ho scelto di vivere con il mio compagno Leo Bergère (fresco campione del mondo), mi alleno a St. Raphael con lui e la mia amica e collega Leonie Periault (bronzo olimpico e due volte iridata a squadre) e ormai sembra che l'infortunio sia solo in ricordo. Poi ho scommesso con un mio amico che avrei preparato la gara di Daytona in tre mesi”.

Vincendo gara e scommessa.?
“Sono sincera: i giorni prima della gara, temevo che il passato ritornasse a perseguitarmi. Non dimentichiamo che passavo giornate sul divano, spesso a piangere, a non riuscire ad allenarmi, ma adesso, invece, sono di nuovo qui”.

Sono cambiati gli obiettivi??
“Si, non è stato facile, ma per ora non vedo alternative: ho lasciato i Carabinieri e l'Olimpiade di Tokyo non è andata come volevo, ma devo ammettere che è stata anche un po' colpa mia”.

In che senso??
“Come dice il mio allenatore Fabio Rastelli, è stata colpa nostra piegarsi a decisioni che portavano ad una direzioni diversa dai nostri obiettivi e abbiamo fatto tutto ciò solo per provare a continuare ad inseguire il nostro grande obiettivo, ma non dovevamo seguire ciò che dicevano gli altri per continuare, accettando decisioni che non sentivo mie”.

Quanto è stato importante il suo compagno in questo periodo??
“Leo per me è un esempio. Professionalmente è impeccabile, ha sempre scelto tutto, in serenità. Questo è ciò che conta: essere leader del proprio progetto e scegliere che cosa rappresenta la propria serenità ti porta a perfomare al massimo. Se sta bene la persona, l'atleta migliora da solo. Io e Leo siamo davvero un buon team, ci siamo sempre sostenuti a vicenda ed è stato bello vederlo vincere così tanto”.
?
?Un'abitudine che anche Angelica non ha mai perso.