Ricordate Ghaith Aldammad??? il nome del ragazzo siriano che ha corso la maratona del Kentucky sventolando la bandiera americana, e lo ha fatto poche ore dopo essere diventato cittadino statunitense. Noi avevamo raccontato qui la sua impresa.?In esclusiva per gazzetta.running.it, ora?Ghaith?ci ha raccontato la sua storia, in un'intervista ha provato a spiegarci [...]
Ricordate Ghaith Aldammad??? il nome del ragazzo siriano che ha corso la maratona del Kentucky sventolando la bandiera americana, e lo ha fatto poche ore dopo essere diventato cittadino statunitense.
Noi avevamo raccontato qui la sua impresa.?In esclusiva per gazzetta.running.it, ora?Ghaith?ci ha raccontato la sua storia, in un'intervista ha provato a spiegarci le emozioni ed i sentimenti che ha provato durante la gara e come ¨¨ cambiata la sua vita con l'arrivo negli States. Il suo ¨¨ un racconto simile a quello di altri che decidono di partire da un paese con una situazione politica complicata in cerca di un futuro migliore, la sua passione per il running per¨° ha contribuito non poco a dargli una marcia in pi¨´.?
¡°Per la prima volta nella mia vita ho corso libero. Libero dalle paure, libero dai sacrifici, sentivo di essere al sicuro in questo paese e tra queste persone a cui sono fortemente attaccato. La stanchezza fisica ha iniziato a farsi sentire intorno al quindicesimo chilometro", spiega?Aldammad?riferendosi alla maratona di qualche settimana fa, "il mio corpo mi chiedeva di iniziare a camminare, di smettere di correre. Quando ho visto la bandiera mi sono ripreso sia a livello fisico che mentale, sentendomi orgoglioso e felice di essere un cittadino statunitense.¡±.
La sua esperienza non finisce qui. Il prossimo obiettivo che ha fissato ¨¨ quello di qualificarsi per la maratona di Boston e correre con la bandiera americana fin dal primo chilometro di gara. Raccontando?della sua vita in Siria, il giovane non sembra avere rimpianti: ¡°All¡¯inizio pensavo di tornare indietro, poi, dopo lo scoppio della guerra, ho deciso di restare. Ho fatto molta fatica all¡¯inizio con la lingua, ma la vita a Louisville ¨¨ tranquilla. Le persone sono amichevoli e gentili. Mi sento a casa, sono a casa.¡±
Una passione, quella per la corsa, che ¨¨ iniziata negli States, ¡°la maggior parte della gente in Siria gioca a calcio. Io giocavo sia a tennis sia a calcio. Non ho mai corso in Siria, quasi nessuno corre da dove vengo io.¡±, racconta Ghaith.?Forse anche a causa del fatto che le strade della Siria dove ¨¨ cresciuto e dove tutt'ora vive la sua famiglia, che ci descrive come strette, antiche e polverose, rappresentano un ostacolo non marginale per qualsiasi corridore.?¡°Io vivevo vicino a Daraa, in un appartamento circondato da una splendida terra rossa, a circa 15 chilometri da un magnifico teatro romano¡±,?conclude il protagonista di questa storia a lieto fine che vede il running come uno sport in grado di ridare fiducia e speranza anche nei momenti pi¨´ difficili. ?
Di?Davide Marco Corvino
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