Sidone, Libano. Qui, con 500 ragazzi siriani, palestinesi e libanesi, si ¨¨ chiusa Vivicitt¨¤ 2016, la corsa che dal 1984 l'Unione Italiana Sport per Tutti porta in giro per il mondo. L'edizione di quest'anno ha collezionato 73 gare podistiche in tutto il mondo e anche in diverse carceri italiane. Si correva oggi in un Paese del Medio Oriente che generalmente occupa un altro tipo [...]
Sidone, Libano. Qui, con 500 ragazzi siriani, palestinesi e libanesi, si ¨¨ chiusa Vivicitt¨¤ 2016, la corsa che dal 1984 l'Unione Italiana Sport per Tutti porta in giro per il mondo. L'edizione di quest'anno ha collezionato 73 gare podistiche in tutto il mondo e anche in diverse carceri italiane. Si correva oggi in un Paese del Medio Oriente che generalmente occupa un altro tipo di pagine, non quelle sportive. E si correva in una pista e non in strada, per evidenti ragioni di sicurezza.
Dalle 8 di mattina, all'interno dello stadio Rafik Hakiri, sul lungomare di Sidone, ecco allora una serie di partenze sui 400 e gli 800 metri. La scena pi¨´ bella ¨¨ stata l'abbraccio fra Kassen Bautl e Mohammed Zaidan, una ragazza di 12 anni e un ragazzo di 13, che hanno vissuto il loro momento di gloria vincendo le rispettive gare prima di ritornare nel campo profughi palestinese che li ospite. Alla fine sono stati 72 quelli premiati con la medaglia ricordo e la felicit¨¤ ha avuto il sopravvento sulla giornata di caldo e di sudore.
"Lo sport fa miracoli", ?ha detto allĄŻarrivo il sindaco di Sidone, Mohammad El Saudi, "nei volti e negli occhi di questi ragazzini si legge la speranza in un futuro diverso, di distensione e convivenza". AllĄŻarrivo anche il rappresentante dellĄŻAgenzia italiana per la cooperazione, Gian Andrea Sandri e quello dellĄŻUnrwa (Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi), Matthias Schmale.
di Valerio Piccioni
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