Dopo l'approvazione in Parlamento, le gare di casa nostra aprono definitivamente le frontiere: potrebbe innescarsi un meccanismo di crescita importante per tutto il movimento
La maratona ¨¨ finalmente pronta a decollare. L¡¯approvazione da parte del Parlamento della mozione che semplifica la partecipazione degli stranieri alle nostre corse ¨¨ un passo?decisivo in questo senso anche se per considerarlo definitivo bisogner¨¤ aspettare che il governo adotti la relativa normativa. Ma cosa ¨¨ successo di cos¨¬ importante? Gazzetta Running ha seguito tutte le tappe della vicenda ed ora ¨¨ pronta a esultare. In pratica,?fino al 2018 uno straniero che volesse iscriversi alle nostre corse non poteva presentare il certificato medico utilizzato per tesserarsi in patria ma doveva sottoporsi alla visita di idoneit¨¤ sportiva in Italia, con un aggravio di tempo e di spese. L¡¯anno?scorso il primo passo avanti: gli stranieri con certificato ¡°casalingo¡± sono stati iscritti fuori gara e classificati senza piazzamento. Il classico ¡°vorrei ma non posso¡± da parte degli organizzatori. Ora finalmente la svolta.
Chi non conosce il mondo dell¡¯atletica ¡°no stadia¡±, cio¨¨ fuori dallo stadio, non pu¨° capire l¡¯importanza di questo passaggio, fortemente voluto dal parlamentare-maratoneta Maurizio?Lupi e dalla Fidal ma anche dal responsabile della defunta commissione Iaaf, Carlo Capalbo, che aveva toccato con mano la differenza fra la ¡°sua¡± maratona di Praga e le corse italiane. Proviamo a fare un esempio mettendoci nei panni di un corridore, per esempio,?di Berlino che si trovasse a scegliere fra la maratona di New York e quella di Roma: nel primo caso per iscriversi gli sarebbe bastato apporre una firma di ¡°assunzione di responsabilit¨¤¡±, nel secondo caso non gli sarebbe bastato neanche il certificato medico?utilizzato per iscriversi nel suo club. Due estremi fra cui la mozione approvata in parlamento rappresenta la giusta via di mezzo.
Ma perch¨¦ il certificato medico ottenuto in qualsiasi stato straniero non veniva considerato valido in Italia? Perch¨¦ non essendoci all¡¯estero (quasi sempre) la figura del?medico sportivo le nostre autorit¨¤ sanitarie consideravano quelle visite troppo generiche per assicurare un¡¯adeguata tutela a un¡¯attivit¨¤ impegnativa come la corsa. Troppi interessi economici da parte dei medici secondo gli organizzatori, altrettanti interessi?da parte degli organizzatori a liberalizzare la corsa secondo i medici che in molti casi contestano la scelta del parlamento. Noi diciamo che il livello della sanit¨¤ si ¨¨ talmente evoluto e livellato che non si pu¨° pensare che un medico straniero conceda un?certificato a cuor leggero, per usare un termine specifico. Le ragioni forse ci sono da una parte e dall¡¯altra, ma l¡¯Italia ¨¨ entrata finalmente nell¡¯Europa comune della corsa.
Anche sugli effetti di questa apertura ci sono pareri discordanti: c¡¯¨¨ chi, come noi parla di svolta e chi dice che nei numeri cambier¨¤ poco. Sicuramente non cambier¨¤ niente?per i corridori italiani, ma il ¡°tappo¡± sulla crescita delle nostre maratone era evidente. I 10.000 iscritti che sono il punto di partenza per qualsiasi maratona straniera ¡°liberalizzata¡± di media grandezza (ultima quella di Atene) erano il punto di partenza?per le nostre maratone ¡°no limits¡± erano quello di arrivo. Della bassa percentuale di stranieri iscritti ha sofferto tutto il nostro movimento. Da Milano a Roma ci aspettiamo una crescita esponenziale appena la nuova normativa entrer¨¤ in vigore. E¡¯ il caso?di dire: ¡°Passi lo straniero¡±.
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