40 maratone, in sette deserti e sette settimane, un'impresa alla portata solo di chi vuole correre per il futuro dell¡¯umanit¨¤. Un?fardello non da poco, lo sa bene Mina Guli una donna manager di 45 anni Ceo di Thirst un¡¯associazione che si batte per la conservazione dell¡¯acqua sul nostro pianeta. Guli lavorava per la World Bank,?nel 2012 il cambiamento, ¡°ho sempre pensato [...]
40 maratone, in sette deserti e sette settimane, un'impresa alla portata solo di chi vuole correre per il futuro dell¡¯umanit¨¤. Un?fardello non da poco, lo sa bene Mina Guli una donna manager di 45 anni Ceo di Thirst un¡¯associazione che si batte per la conservazione dell¡¯acqua sul nostro pianeta. Guli lavorava per la World Bank,?nel 2012 il cambiamento, ¡°ho sempre pensato che la mancanza di acqua non ¨¨ un problema che possiamo risolvere nascondendo dei secchi pieni sotto terra, nel 2030 la domanda d¡¯acqua salir¨¤ del 40% rispetto alle risorse disponibili, abbiamo 15 anni per risolvere il problema¡±, spiega la runner snocciolando i dati emersi all¡¯interno del World Economic Forum¡¯s ed inseriti nel?Global Risks Report.
Nel tentativo di fare qualcosa di folle per attirare l¡¯attenzione sul problema dell¡¯acqua la manager ha pensato alle ultra maratone. Un gesto ancora pi¨´ pazzo?se si pensa che Guli in vita sua non aveva mai corso ed il suo tour la porter¨¤ a correre un totale di chilometri, rispetto a quello che l'aspetta, il problema dell¡¯acqua sembra poca cosa da risolvere.?
Una foto pubblicata da Thirst (@thirst_4_water) in data: 10 Mar 2016 alle ore 03:11 PST
Tanta determinazione e poche "gambe"
Mina Guli ha corso nel deserto di Taberna, in quello arabo in Giordania e in Antartide, ora in programma ha il Simpson, poi il Karoo in Sud Africa e l¡¯Acatama in Cile, per concludere alla grande con il Mojave negli States. In Spagna il problema ¨¨ stato soprattutto fisico, in Giordania la runner ha dovuto combattere contro la sabbia in cui sprofondavano i suoi piedi, in Antardide con la neve, ¡°una volta iniziata l¡¯impresa mi sono resa conto di quanto sarebbe stata dura e lunga¡±, racconta l¡¯intrepida podista, ¡°ma ¨¨ quando sei fisicamente a pezzi che le energie mentali ti possono salvare¡±.?
Una foto pubblicata da Thirst (@thirst_4_water) in data: 6 Mar 2016 alle ore 18:31 PST
?
Playlist condivise
All¡¯inizio Guli correva senza musica o altre distrazioni, poi in Antartica la svolta, gli amici ed i sostenitori hanno iniziato a suggerirle brani e playlist, ¡°le canzoni che preferisco hanno un ritmo di 130-150 battiti al minuto¡± racconta. Guli ha anche deciso di fare delle pause lungo il percorso e parlare con le persone che incontra, per condividere la sua storia con loro: ¡°non c¡¯¨¨ nulla di meglio di una tazza di the con dei beduini in Giordania per capire la sfida della mancanza di acqua¡±. Sempre riguardo alla condivisione, un aspetto molto interessante ¨¨ il racconto su Instagram che la runner sta facendo della sua impresa, in questi posti tanto isolati quanto affascinanti.
Nonostante la fatica lei ¨¨ determinata a continuare la sua battaglia per l¡¯acqua anche una volta finita la sua lunga corsa: ¡°se questo significher¨¤ correre ancora, lo far¨° volentieri¡±.?
? RIPRODUZIONE RISERVATA