Vincere l'Ironman delle Hawaii ¨¨ un obiettivo proibitivo per molti specialisti delle lunghe distanze, confermarsi i migliori al mondo a distanza di un anno ¨¨ un impresa spaventosa. Pur non avendo nulla da dimostrare, il loro valore assoluto ¨¨ fuori discussione, Jan Frodeno e Daniela Ryf hanno raggiunto un traguardo storico, vincendo per il secondo anno consecutivo il titolo mondiale. [...]
Vincere l'Ironman delle Hawaii ¨¨ un obiettivo proibitivo per molti specialisti delle lunghe distanze, confermarsi i migliori al mondo a distanza di un anno ¨¨ un impresa spaventosa. Pur non avendo nulla da dimostrare, il loro valore assoluto ¨¨ fuori discussione, Jan Frodeno e Daniela Ryf hanno raggiunto un traguardo storico, vincendo per il secondo anno consecutivo il titolo mondiale.
Era un fenomeno nelle distanze corte tanto da diventare campione olimpico a Pechino 2008 e ora ¨¨ il riferimento delle lunghe distanze. Il tedesco a segno a Kona lo scorso anno, non ¨¨ stato schiacciato dai favori del pronostico anzi, ha condotto una gara aggressiva nelle prime due frazioni prima di fare il vuoto nella maratona.
Il podio iridato sembra quello di un campionato nazionale: alle spalle di Frodeno (8h06'30¡±), si piazzano i connazionali Sebastian Kienle (8h10'02¡±) e Patrick Lange (8h11'14¡±), autore del parziale record nella maratona (2h39'45¡± che cancella il 2'40¡±04 siglato da Mark Allen nel 1989). Gli occhi dell'Italia del triathlon per¨° erano tutti puntati su Alessandro Degasperi e il trentino non ha tradito. L'unico azzurro al via ha chiuso in 8h36'58¡± centrando un sorprendente 20¡ã raggiunto grazie ad una straripante frazione di corsa (2h53'13¡±) durante la quale ha rimontato 21 posizioni.
¡°Sono venuto per fare esperienza e per conoscere questa gara, ma volevo anche fare bene ¨C spiega Dega ¨C. Ho fatto un buon nuoto, agganciato al primo gruppo fino a poco pi¨´ di met¨¤ gara, ma il ritmo era un po' troppo tirato, ed essendo in coda ad un gruppo molto allungato, una volta preso qualche metro mi sono staccato. In ogni caso il crono ¨¨ stato molto buono. Appena ho preso la bici mi sentivo bene, e per i primi 20 km, da solo, non ho perso nulla dai primi; una volta raggiunto dal blocco tedesco mi sono inserito. Stavo relativamente comodo fino a quando si ¨¨ alzato un vento contrario tremendo che spingeva lateralmente. I Watt sono aumentati vistosamente, e dopo qualche km, ho dovuto rallentare e mettermi al mio passo. L'errore che non volevo fare era quello di cercare di essere per forza con chi andava pi¨´ forte in bici rischiando poi di saltare, cosa che in molti hanno fatto. Sono rimasto in quasi totale solitudine nelle retrovie, combattendo con un piccolo dolore nel retro coscia che purtroppo si ¨¨ accentuato sempre di pi¨´ fino a farmi soffrire negli ultimi 30 km (pedalati inesorabilmente controvento), impedendomi di spingere regolare fino in fondo come avrei potuto e facendomi registrare un crono di cui non soddisfatto. Per¨°, perch¨¦ darsi per vinti proprio prima della mia frazione migliore? Facendo due conti, con una buona maratona, potevo ancora avvicinarmi alle 8h30', tempo che avevo stimato di poter fare, e poi non mi sarei ritirato per nessun motivo al mondo in questa gara, inseguita da due anni, quindi dovevo provarci fino in fondo, credendoci sempre fino all'ultimo. Sapevo che i distacchi erano pesanti dalle posizioni che contano, che ero 40¡ã e che sarebbe stata dura, per¨° sapevo anche che storicamente molti saltano, soprattutto nella seconda met¨¤ della corsa. Mi sono messo subito ad un buon ritmo: i primi 16 km su Ali'i Drive molto bene, cuore basso e ritmo regolare sui 3'50¡±, poi Palani Road a rompere un po' il ritmo, e successivamente di nuovo bene nel pezzo pi¨´ duro, quello sull'autostrada verso l'Energy Lab con un vento a favore e un caldo infernale. L'ultima posizione, la ventesima, me la sono presa proprio nel?chilometro conclusivo¡±.
Nella prova femminile, la 29 elvetica, gi¨¤ due volte sul podio a Kona prima dell'edizione 2016, festeggia il suo secondo successo iridato cancellando lo storico record della gara di Chrissie Wellington, quattro volte vincitrice dell'Ironman Hawaii. La Ryf, sul traguardo in 8h46'46¡±, detronizza il precedente limite della britannica siglato nel 2009, 8h54'02¡±. Staccate di oltre 20 minuti l'australiana gi¨¤ a segno tre volte Mirinda Carfrae (9h10'30¡±) e l'americana Heather Jackson (9h11'32¡±).
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="en" dir="ltr"></p>¡ª IRONMAN Triathlon (@IRONMANtri) <a href="https://twitter.com/IRONMANtri/status/785082934395043840">9 ottobre 2016</a></blockquote> <script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>
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