Alla fine, hanno sorriso Dirk Wijnalda, olandese, e Erika Csomor, ceca con una divisa italiana, quella del Forhans Team: questo il responso del primo spettacolare Challenge Venice. Anzi, sono stati i primi a sorridere, a gioire, a manifestare le emozioni, a godere per essere stati presenti in una storica edizione di lancio di una gara che lascer¨¤ il segno. La suggestione della [...]
Alla fine, hanno sorriso Dirk Wijnalda, olandese, e Erika Csomor, ceca con una divisa italiana, quella del Forhans Team: questo il responso del primo spettacolare Challenge Venice. Anzi, sono stati i primi a sorridere, a gioire, a manifestare le emozioni, a godere per essere stati presenti in una storica edizione di lancio di una gara che lascer¨¤ il segno. La suggestione della romantica Venezia ha stregato tutti: i professionisti, che raramente gareggiano in un contesto cos¨¬ suggestivo e per certi aspetti inaccessibile, gli age-group stranieri, estasiati dalle bellezze della citt¨¤ italiana tra le mete pi¨´ amate dai forestieri e i ¡°padroni di casa¡± che hanno potuto prendere parte ad un evento di tale levatura sulle strade di casa.
LA GARA Ma andiamo con ordine. Il cronometro e il percorso hanno stabilito che l'olandese Wijnalda ¨¨ stato il primo a scrivere sull'albo d'oro il proprio nome del Challenge Venice dopo sulla distanza di 3.8 km a nuoto, 180 km in bicicletta e 42 km e 195 metri di corsa in 8h09'14¡± precedendo di oltre 10 minuti il portoghese Sergio Marques, secondo classificato, e il tedesco Malte Burns, che ha chiuso in terza posizione. Nella prova femminile, dietro alla Csomor che si ¨¨ imposta con il tempo di 9h04'00¡±, c'¨¨ il tricolore italiano portato in alto da Martina Dogana che ha chiuso con soli 42 secondi di distacco; completa il podio l¡¯olandese Carla Van Roojien (9h33'03¡±) e poi il fiume infinito dei 571 atleti (partiti in 800) chiuso da Margherita Strada, sul traguardo dopo 16h10'38¡±.
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EMOZIONI INDELEBILI ¡°Non ho parole per descrivere tutte le emozioni vissute Challenge Venice ¨C commenta la Dogana ¨C. La partenza da Venezia, il nuoto rettilineo che non finiva pi¨´, tanto tifo dall'uscita del nuoto fin sulla finish-line, un percorso in bici molto bello e soprattutto sicuro e con tantissima gente festante a bordo strada, una maratona durissima dentro al Parco San Giuliano ma combattuta fino alla fine. Perch¨¦ le gare finiscono al traguardo e bisogna provarci fino all'ultimo metro. E infine un nuovo personal best sulla distanza, frutto di mesi di allenamenti duri e della mia solita testa dura. Sono felice pur non avendo vinto perch¨¦ davanti a me ¨¨ arrivata una grande campionessa e soprattutto perch¨¦ ho condiviso questa giornata con tante persone a me care. Ho provato emozioni davvero indelebili!¡±. Per Massimo Cigana, invece, ancora brucia la scottatura per il ritiro forzato della gara di casa: ¡°? un enorme dispiacere essere stato costretto a fermarmi a causa di lancinanti dolori alla schiena. Ho provato a rallentare il ritmo per vedere se mi passava ma ¨¨ stato un peggiorare di chilometro in chilometro, ho tenuto duro fino al km 120 ma poi ho tirato definitivamente i remi in barca concludendo i restanti 60 km, fino alla zona cambio, molto molto piano e ancora adesso faccio fatica a sedermi e alzarmi dalla sedia¡±.
MELTING POT La Venezia multisportiva ¨¨ stata colorata da 49 bandiere nazionali differenti: Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania sono state le nazioni pi¨´ rappresentate, ma c'erano concorrenti anche dall'Australia, dal Medio Oriente e dall¡¯Asia, e da piccole realt¨¤ decisamente esotiche come Guatemala o Malesia. Gli italiani al via? Sono stati 369 di cui 31 di Venezia e provincia (71 i veneti). Ma gli atleti non sono solo un numero: sono portatori di storie. La texana Lindsay Miller madre di quattro bambini, ¨¨ arrivata a Venezia con l¡¯intera famiglia in omaggio alla sua origine italiana e ha trascinato in gara anche la nonna! Poi c'¨¨ il 29enne ingegnere inglese di Southampton Alun Hanford che dopo aver tagliato la finish line ha portato all¡¯altare a Venezia la fidanzata Leigh. Impossibile trascurare la storia di grande passione per la triplice disciplina del belga Bernard Deleener da Knokke-Heist, cittadina affacciata sul mare del Nord, che in pochi mesi ha coinvolto nel triathlon 57 suoi concittadini, 17 dei quali hanno gareggiato in Laguna domenica. E poi ci sono quelli della Fun Charity Relay, iniziativa messa in piedi in collaborazione con Rete del Dono, che ha visto le squadre impegnate nella raccolta fondi: al richiamo della beneficenza non hanno resistito nemmeno i triatleti professionisti Ivan Risti e Alessandro Degasperi.
MADE IN ITALY Una gara cos¨¬ unica per lo scenario e il campo partenti non poteva che offrire anche una medaglia speciale e assolutamente inedita nel suo genere, in vetro artistico di Murano con decorazioni a fuoco. Al collo dei finisher sono andati dei pezzi unici, delle vere eccellenze del Made in Italy, un ricordo tangibile che sar¨¤ prezioso e indelebile come le emozioni vissute nella prima storica edizione del Challenge Venice.
di Alberto Fumi @albertofumi
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