Il giudizio del Tas era l'unico possibile: in questi anni la sudafricana ha gareggiato in condizioni di vantaggio rispetto alle altre
Mai come nel caso di Caster Semenya sono tanti gli aspetti (staremmo per dire i pesi) da mettere sul piatto della bilancia per prendere la decisione migliore e di certo il Tas non ha potuto legittimare in assoluta equit¨¤ perch¨¦ la giustizia di una parte si contrapponeva a quella dell¡¯altra. ? per questa ragione che riteniamo che, alla fine, sia stata presa l¡¯unica decisione possibile accontentando di fatto le richieste della Iaaf: lasciare libera la sudafricana di spaziare in tutte le specialit¨¤ del mezzofondo significava penalizzare tutto il resto del mondo. Non ci sono dubbi che in tutti questi anni la sudafricana abbia gareggiato in condizioni di netto vantaggio e chi opera nello sport deve salvaguardare questa forma di equit¨¤ rispetto ai principi etici a cui si appella la controparte. Certo non si pu¨° parlare di doping naturale, ma l¡¯alto tasso di testosterone ha consentito finora alla sudafricana di gareggiare in condizioni di partenza difformi dalle sue rivali: questo nello sport non ¨¨ ammesso.Sicuramente il Tas ha considerato altri due fattori nel prendere questa decisione: era ormai in atto in altre nazioni la caccia a specialiste con un alto tasso naturale di testosterone; c¡¯¨¨ poi il fatto che, se rifiuter¨¤ la ¡®cura¡¯, la Semenya potr¨¤ sempre gareggiare al di sopra del miglio, per esempio nei 3000 siepi che secondo gli esperti potrebbero essere per lei un terreno olimpico di conquista pi¨´ equo. Ovviamente si tratta di un¡¯antipatica forma di discriminazione etica nei confronti di un¡¯atleta che non ha colpe ma confermare lo status quo avrebbe rappresentato una forma di sperequazione sportiva nei confronti di tutto il resto dell¡¯umanit¨¤. E non dimentichiamo che il controllo della femminilit¨¤, poi abolito, esisteva gi¨¤ ai primordi dello sport.
Dalla Gazzetta dello Sport di venerd¨¬ 3 maggio 2019
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