Sulla vicenda di Domenico Mirra, il runner che ha barato alla 100 km del Passatore (e che tardivamente ha chiesto scusa), abbiamo ricevuto questa bellissima lettera di Roberta Ricci, che racconta come la corsa (quella vera, quella leale), dopo due tumori e altri momenti bui, le ha salvato la vita... Al sig.re Domenico Mirra Gentilissimo signor Mirra, non la conosco e non so nulla [...]
Sulla vicenda di Domenico Mirra, il runner che ha barato alla 100 km del Passatore (e che tardivamente ha chiesto scusa), abbiamo ricevuto questa bellissima lettera di Roberta Ricci, che racconta come la corsa (quella vera, quella leale), dopo due tumori e altri momenti bui, le ha salvato la vita...
Al sig.re Domenico Mirra
Gentilissimo signor Mirra, non la conosco e non so nulla della sua vita... Ma credo che il suo comportamento nella competizione 100 km del passatore meriti un momento di riflessione; sono basita, glielo devo proprio dire forse perch¨¦ appartengo ancora a quel gruppo di persone che ama le sfide ma ama conquistarle con le sue sole forze..
Le vorrei raccontare qualcosa di me e della mia vita, se non altro perch¨¦ c'ero anche io quest'anno a questa edizione del passatore, mi chiamo Roberta e sono una donna come tante, mi sono avvicinata a questo sport (la corsa) in un momento buio della mia vita in cui serie difficolt¨¤ familiari (di cui per rispetto delle persone coinvolte non voglio parlare) mi avevano annientata; la corsa ¨¨ stata la mia salvezza, mi ha aiutata a non pensare, o per meglio dire a mettere ordine al mio dolore; pi¨´ km facevo, pi¨´ mi stancavo; pi¨´ riuscivo a stare meglio. La corsa come terapia dell'anima...
Sono un'ostetrica, amo molto il mio lavoro cui mi dedico con grande entusiasmo; sono sposata e ho 2 figli meravigliosi Stefano e Alessia che amo profondamente e un cane che adoro che si chiama Jubel... Insomma potrei definirmi una persona "normale" con una vita difficile ma consapevole che le difficolt¨¤ fanno parte della vita, determinata da sempre ad andare avanti a testa alta senza fermarmi o piangermi addosso. Nel 2008 sono stata operata di quadrantectomia per un tumore al seno (in situ per fortuna), comunque ¨¨ sempre un qualcosa che ti cambia la vita, sia come donna, sia proprio rispetto a come vedi la vita, cambiano in sostanza le priorit¨¤... Ma non finisce qui...
Nel 2014 preparo la mia prima maratona tra mille difficolt¨¤, ho voglia di confrontarmi con le lunghe distanze, ma durante la gara avverto un dolore alla caviglia sn, non cedo al dolore, stringo i denti e vado avanti (ero circa al 24mo km!) chiudo la maratona in 4 h e 7 mn, stanca ma felicissima di essere arrivata al traguardo, soddisfatta di me e della mia caparbiet¨¤! Il periodo successivo avverto sempre pi¨´ dolore e per farla breve dopo un controllo mi diagnosticano un condrosarcoma (tumore maligno dell'osso) a livello del perone distale; mi crolla di nuovo il mondo addosso, tutto si ferma, la mia vita lavorativa, familiare, sportiva subisce un duro colpo.
Vengo operata con asportazione di parte del perone (osso della gamba) e mi viene fatto un innesto con osso morcellizzato da donatore; 8 mesi quasi di stampelle senza poter mai poggiare il piede a terra, controlli oncologici ogni 3 mesi... Non sto qui a spiegarle i miei stati d'animo, n¨¦ le mie paure, vorrei solo farle presente che con estrema caparbiet¨¤, e senza mai perdere il sorriso mi sono rimboccata le maniche e ho iniziato a fare ginnastica a casa e sempre senza mai poggiare il piede per terra, perch¨¦ non volevo perdere tono muscolare, perch¨¦ il mio intento era quello di tornare a correre seppur per una volta sola, ma tornare a provare l'emozione di arrivare ad un traguardo! Ad ottobre 2015 mi dicono che posso cominciare a camminare, a gennaio 2016 disputo la mia prima gara contro ogni previsione, contro ogni consiglio medico, ma non potevo pi¨´ stare ferma!
Appartengo ad una societ¨¤ che si chiama Podistica e Solidariet¨¤ di Roma, l¨¬ ho trovato tanti amici, e tante persone che lungo il mio percorso di malattia mi hanno sempre sostenuta: tra le tante persone una di loro mi propone di partecipare come staffettista a questa edizione del Passatore, 10 donne tutte operate al seno che coordinate da Daniela Paciotti (ideatrice del progetto) dovevamo passarci un testimone all'incirca ogni 10 km, coprendo tutti i 100, a testimoniare che con la forza di volont¨¤ si pu¨° anche sconfiggere una malattia grave come il cancro...
Io ho corso con tanto dolore alla caviglia, ma con il cuore fiero, fiero di essere ancora qui, fiero di far parte di quel gruppo di stupende donne, fiero di essere riuscita a portare a termine il mio tratto, orgogliosa di me stessa e di esserci riuscita con le mie sole forze...
Ora la domanda ¨¨ una una sola: perch¨¦ imbrogliare? Che soddisfazione c'¨¨ ad arrivare al traguardo senza aver compiuto davvero tutto il percorso? Cosa insegna ai suoi figli qualora li avesse??? Non voglio far polemica con lei, forse aveva un sogno nel cassetto ma se cos¨¬ fosse stato non ¨¨ stata pi¨´ dignitosa la nostra Daniela (Paciotti, colei che ha creato il gruppo un Cammino per la vita) che si era posta come obiettivo personale oltre far partecipare noi 10 anche quello di coprire lei stessa tutti i 100 km, e che rendendosi conto di non farcela si ¨¨ dignitosamente ritirata per poi fare l'arrivo con tutte noi insieme?
Glielo voglio dire, mi sento ferita, come donna, come atleta, come "paziente"... Sono sicura che forse non ha valutato appieno ci¨° che stava facendo ma le auguro in futuro di essere pi¨´ sincero, soprattutto con se stesso.
Ringraziandola per la sua attenzione la saluto e spero di poterla vedere arrivare in futuro al Passatore in 16/18 ore ma tutte frutto della sua fatica.
Roberta Ricci
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