allenamento estivo
Disidratazione, calore e prestazioni: come modificare la corsa
Lo sappiamo e lo leggiamo ovunque: con il caldo estivo si corre pi¨´ lentamente, il senso di fatica aumenta, il post allenamento ci lascia esausti. Eppure molti di noi in estate si sente sopraffare dal senso di "sconfitta". "Non riesco a fare i lavori di qualit¨¤, appena vedo che non riesco mollo" - "Penso sia meglio sospendere gli allenamenti, tanto il caldo non mi permette di riuscire bene" - "Ho corso quella garetta serale, ma non sono riuscito a centrare l'obiettivo, forse ho sbagliato qualcosa" - "? un periodo che sento le gambe vuote, le pulsazioni sempre alte, faccio sempre fatica".
disidratati e accaldati
¡ª ?Vi riconoscete in qualcuna di queste frasi? Quasi certamente s¨¬, perch¨¦ il caldo ¨¨ lo stesso per tutti, anche se ci sono persone che lo patiscono meno, gli aspetti negativi della corsa di endurance in climi caldi e umidi sono accertati. I due punti sfavorevoli principali dell'allenamento al caldo sono la disidratazione e la difficolt¨¤ nella termoregolazione. Vediamo brevemente cosa succede. Quando fuori la temperatura si alza, anche quella del corpo tende ad aumentare, soprattutto durante l'esercizio fisico che gi¨¤ di per s¨¦ ha un effetto di rialzo. Il nostro organismo quindi cerca di termoregolarci, cio¨¨ di abbassare i gradi centigradi dei nostri tessuti, attraverso il meccanismo di sudorazione. Questo sforzo ulteriore aumenta i battiti cardiaci da un lato e dall'altro fa fuoriuscire molti liquidi. Il risultato ¨¨ quindi una maggiore disidratazione e una frequenza cardiaca pi¨´ alta durante l'esercizio.?
i fattori soggettivi
¡ª ?Possiamo quindi ben intuire come la corsa con il caldo non possa avere le stesse prestazioni che si hanno in climi migliori, come in primavera. Infatti a parit¨¤ di velocit¨¤ target, il nostro organismo sar¨¤ posto ad uno stress maggiore. Se poi aggiungiamo la sensazione di disagio che il caldo genera, eventuali problemi di pressione bassa pre-esistenti, e altri fattori individuali, avremo una sensazione di fatica nettamente maggiore.
in estate non saremo veloci come in primavera
¡ª ?Proprio questo senso di fatica ¨¨ la chiave di lettura dell'allenamento estivo. ? necessario infatti tenerne conto e parametrare le velocit¨¤ in base a questo. Se ¨¨ vero che ad aprile correvamo i 1000m in 4'00'', difficilmente in estate avremo lo stesso risultato a parit¨¤ di condizione fisica, a meno di non dare per scontato un senso di fatica maggiore. In pratica, lo stesso allenamento corso a giugno ci risulter¨¤ molto meno tollerabile che ad aprile.
Per continuare ad allenarci in modo proficuo in estate ¨¨ necessario quindi "fare pace" con questo concetto e rilassarci. Un buon metodo per non mollare e non sentirci frustrati ¨¨ abbandonare l'allenamento condotto a velocit¨¤, sostituendo i nostri parametri con la frequenza cardiaca. Manterremo quindi come punto fermo la fc, non monitorando la velocit¨¤, con la consapevolezza che con l'autunno torneremo quelli di sempre. Anche la frequenza cardiaca per¨° pu¨° trarre in inganno. Un buon acclimatamento infatti potrebbe far abbassare i battiti. Allora ci dovremo basare sulla sensazione e sul senso di fatica, correndo a sensazione e non limitandoci.
la disidratazione e l'acqua prima e dopo
¡ª ?Un punto importante va riservato all'idratazione. La sensazione di stanchezza muscolare diffusa pu¨° essere uno dei segnali di una carenza di elettroliti e di risorse idriche. ? bene quindi reintegrare molto bene i liquidi persi, bevendo acqua o soluzioni di elettroliti apposite prima e dopo l'allenamento. Il "durante" nella realt¨¤ ¨¨ meno importante, a meno che non si parli di corse lunghe. Fermarsi alle fontanelle ¨¨ comunque una buona pratica, se non per bere, per usare l'acqua per raffreddare il corpo. Bagnarsi testa, polsi e gambe aiuta la termoregolazione. Nelle recenti Olimpiadi abbiamo notato l'uso di fasce per la testa refrigeranti. Ottimo strumento, sostituibile nelle situazioni quotidiane con cappelli intrisi nell'acqua fresca o flask di acqua ghiacciata in freezer da tenere in mano.
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