Videointervista all'autore di "Le otto montagne": "Ora la montagna per me ¨¨ il luogo dove ricostruire: non ¨¨ pi¨´ il posto dell'eremitaggio ma quello degli incontri e dei nuovi progetti. Odio l'ignoranza degli sciatori e vorrei vedere Cervinia distrutta..."
Paolo Cognetti non ¨¨ pi¨´ un fuggiasco. Dopo aver scelto la montagna come luogo di evasione da una crisi personale e dal molesto "rumore di fondo" della citt¨¤, oggi in queste terre alte e silenziose ha trovato un approdo. "Ora la montagna per me ¨¨ il luogo dove ricostruire: non ¨¨ pi¨´ il posto dell'eremitaggio ma quello degli incontri e dei nuovi progetti".?
Dopo Il ragazzo selvatico (Terre di Mezzo), Paolo Cognetti si ¨¨ affermato come autore del momento con Le otto montagne (Einaudi), romanzo tradotto in oltre 30 lingue e candidato nella dozzina del Premio Strega. Al Trento Film Festival ha ritirato il Premio Itas?del Libro di Montagna e ci ha raccontato del suo rapporto con la montagna, dell'importanza del cammino nella scrittura e delle sue idiosincrasie: "Non sopporto gli sciatori,?il loro ¨¨ un modo ignorante di vivere la montagna. E ho il sogno apocalittico della distruzione di Cervinia che ¨¨ un segno della violenza esercitata dalla citt¨¤ sulla montagna...".
Cognetti vive sei mesi l'anno in una baita in Val d'Aosta dove legge, scrive e ritrova se stesso, e dove ha deciso di dar vita a un festival per rilanciare con la cultura un territorio ancora emarginato e a rischio di abbandono: Il richiamo della foresta, a Estoul dal 21 al 23 luglio, ¨¨ portato con orgoglio sulla sua maglietta.?
"Ho trovato in montagna la mia dimensione. La citt¨¤ ¨¨ il luogo del potere, del conformismo, mentre la montagna ha da sempre una vocazione ribelle, un luogo aperto ai diversi, ai matti... Forse ¨¨ per questo che sono stato accolto bene dai montanari". Per Cognetti la montagna ¨¨ il luogo della felicit¨¤, il segreto ¨¨ spingersi sempre pi¨´ in alto: "A quote diverse della montagna corrispondono quote diverse di felicit¨¤. La?vita in montagna ¨¨ senza filtri, ognuno appare per quello che realmente ¨¨. Per questo ¨¨ un luogo di giustizia e libert¨¤: non a caso?Ettore Castiglioni diceva che un alpinista non pu¨° essere fascista".
E quando la vita in baita non ¨¨ pi¨´ sufficiente a trovare pace, o ispirazione per i suoi libri, Cognetti si rimette in cammino: "A un certo punto sento il bisogno di uscire e andare a esplorare nuovi angoli e nuovi orizzonti: cammino per tre o quattro giorni finch¨¦ non trovo un altro approdo...".
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