RUNNING
Running e yoga: ecco perch¨¦ dovresti praticarli insieme
Cosa pu¨° avvicinare queste due pratiche? Lo abbiamo chiesto a Jessica Servalli, dottoressa in scienze motorie, appassionata podista in attivit¨¤ con un passato promettente nelle categorie giovanili e, soprattutto, insegnante di yoga
Corsa e Yoga, un binomio che sempre pi¨´ spesso siamo portati ad associare. Due pratiche che, del resto, si prestano molto bene ad un¡¯attivit¨¤ che sia non solo fisica ma anche (e c¡¯¨¨ chi direbbe soprattutto) spirituale, o almeno mentale. Gi¨¤ perch¨¦ poche attivit¨¤, come la corsa di resistenza e lo yoga, appunto, permettono un connubio tra la mente e il corpo, permettendo cos¨¬ a chi le pratica di cogliersi interamente, come una sintesi di corpo e spirito. Ma cosa c¡¯¨¨ alla base di questo trait d¡¯union capace di avvicinare queste due pratiche? Lo abbiamo chiesto a Jessica Servalli, dottore in scienze motorie, appassionata podista in attivit¨¤ con un passato promettente nelle categorie giovanili e, soprattutto, insegnante di yoga da 10 anni: ¡°Partiamo da questa semplice premessa: entrambe le pratiche, sia la corsa che lo yoga, permettono di mettersi in connessione con s¨¦ stessi. Sia correndo che praticando yoga siamo obbligati ad ascoltarci, ad osservare e riconoscere il ritmo del nostro respiro, a percepire il nostro corpo e come questo si muove nello spazio, dove e in cosa ci frena, dove e in che misura ha tensione o, ancora, dove e come sta fisicamente comodo. Eppure, nonostante questa somiglianza, ci¨° avviene in modo diverso durante queste attivit¨¤.¡±
In che senso, ci pu¨° spiegare meglio? ¡°Certo, correre per lo pi¨´ e per i pi¨´, fa sfogare esorcizzare arrabbiature smaltire tensioni, superare i tuoi limiti ¡praticare yoga ti tiene l¨¬ a contatto con tutto di te (bello e meno bello), ti offre strumenti per trovare il tuo equilibrio ottimale con le risorse che hai in quel momento. Entrambe ti permettono di focalizzarti su te stesso perch¨¦ in fondo corriamo sempre da soli, anche quando siamo in compagnia. Perfino quando siamo immersi tra la folla di una maratona molto partecipata e, verosimilmente, anche quando pratichiamo yoga in una sala con tante persone, siamo noi e solo noi sul nostro tappetino assieme al maestro che conduce. Come ogni ¡®praticante¡¯, anche il corridore deve avere chiara la situazione delle proprie energie, dell¡¯intensit¨¤ a cui sta correndo e deve essere lucido sulle ¡®spie¡¯ che il corpo invia, o alle volte quelle inviate dalla mente. Chi non riesce ad ascoltarsi, inevitabilmente, prima o poi, arriver¨¤ a pagarne le conseguenze. Credo che il successo, e in fondo la ¡®dipendenza¡¯, che la corsa crea derivi proprio da questo: dalla capacit¨¤ che ci d¨¤ quest¡¯attivit¨¤ di accedere e giungere a un livello pi¨´ profondo e intimo della nostra persona, di stare a contatto con la fatica e con il dolore partendo dal corpo. Tuttavia, la corsa soprattutto di endurance, anche se svolta a intensit¨¤ piuttosto basse pu¨° portare a condizionamenti che presentano qualche ripercussione sul nostro fisico: microtraumi, disfunzioni di varia natura, rigidit¨¤ muscolari o limitazioni articolari, ed altri meno visibili o, apparentemente non riconducibili a quest¡¯attivit¨¤. Molti dei runners che si approcciano allo yoga, infatti, lo fanno con una motivazione, almeno inizialmente, pi¨´ pratica e meno filosofica e spirituale. Forse perch¨¦ la loro ¡®unione corpo mente¡¯ la cercano e trovano gi¨¤ nella corsa, ed ¨¨ quindi inevitabile che si avvicinino con l¡¯intenzione di ¡®recuperare flessibilit¨¤¡¯ o di ¡®fare stretching¡¯. Il gesto atletico della corsa, che potremmo anche considerare come una ?sana (una posizione) dello yoga, tende a portare allo squilibrio. Con la corsa, in realt¨¤, non ci si ricarica: essa risponde a un¡¯esigenza di soddisfare bisogni pi¨´ o meno dichiarati.¡±
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