RUNNING
Psiche e running: correre bene per pensare meglio, cosa c'¨¨ da sapere
In una societ¨¤ come la nostra in cui il corpo occupa una posizione centrale nella vita delle persone, di fronte a problematiche psichiche ed emotive, proprio il corpo non deve essere lasciato sullo sfondo, ma va stimolato e spinto a muoversi.?La corsa rappresenta lĄŻattivit¨¤ pi¨´ semplice e realizzabile, anche per le persone inizialmente sedentarie.
Si pu¨° scegliere di iniziare o riprendere a correre per svariati motivi (perder peso, tenersi in forma, sfogarsi, stare in compagnia, puntare a partecipare a una competizione, etc.), ma alla base, questa scelta ¨¨ sempre dettata dalla necessit¨¤ o dal desiderio di attuare un cambiamento nel proprio stile di vita.?Chi corre o cĄŻha provato ben conosce le scuse che ci si inventa per non uscir di casa con le scarpe da corsa ai piedi: pu¨° essere il meteo, il buio, la stanchezza, la poca voglia, la pigrizia o altro. E spesso queste scuse si originano nella testa, perch¨Ś il fisico di per s¨Ś sarebbe pronto a sostenere lo sforzo. Quale che sia il motivo che spinge a correre, e lĄŻobiettivo che ci si ¨¨ posti, sta di fatto che giunge un momento in cui, se si ¨¨ tenuto duro, la sofferenza e il dolore, il fiatone e gli acciacchi, lasciano posto alla soddisfazione e al piacere.
Certamente il piacere ¨¨ fornito dal rilascio di sostanze chimiche nel nostro corpo, le celebri endorfine con il loro potere analgesico ed eccitante, e qui ci muoviamo nel campo prettamente biologico, ma vorremmo ora sottolineare quanto di psicologico ed emotivo possa essere chiamato in causa dallĄŻaffrontare con impegno e costanza la corsa.?La disciplina che fornisce continuit¨¤ alle uscite, la capacit¨¤ di non mollare quando si ¨¨ stanchi e si pensa di non avere pi¨´ birra in corpo, la tolleranza di dolore/frustrazione/noia, il motivarsi e il porsi obiettivi anche quando sembra che gli sforzi non siano ripagati da risultati allĄŻaltezzaĄ.beh, tutti questi fattori (e non sono i soli) ?hanno decisamente a che fare con quella che potremmo definire la forza del nostro IO. E la forza del nostro IO, che ¨¨ un costrutto prettamente psicologico, ¨¨ chiamata in causa in mille occasioni della nostra quotidianit¨¤, poich¨Ś ¨¨ quellĄŻinsieme di capacit¨¤ che ci fa muovere nellĄŻambiente rispondendo in maniera adeguata alle richieste del mondo attorno a noi. La corsa diventa quindi palestra per incrementare le nostre risorse per affrontare il mondo. Ogni corridore potrebbe ricordare nella propria esperienza personale momenti in cui ha attinto strategie e risorse, che ha poi impiegato in tuttĄŻaltri ambiti, dal proprio modo di superare le difficolt¨¤ e gli sforzi durante le uscite podistiche.
Non si tratta solo di un corpo che viene allenato e reso pi¨´ resistente o veloce. Ci sono anche una testa che funziona e un cuore che prova emozioni e stati dĄŻanimo, e nel corso del tempo la sinergia pu¨° portare la persona a sentirsi sempre meglio. LĄŻunione di questi due aspetti consente inoltre una conoscenza di S¨Ś e del proprio modo di funzionare molto pi¨´ approfondita: si pensi alla possibilit¨¤ di sperimentare i propri limiti, alla scoperta delle proprie debolezze e dei punti di forza, al riconoscimento di quali siano le condizioni che ci fanno rendere al meglio e quelle che invece ci penalizzano.?Da questo punto di vista la regina delle corse, la maratona, rappresenta bene quel tipo di esperienza che inizialmente pu¨° sembrare solo per super-uomini o per folli, ma che poi pu¨° diventare realizzabile per persone normali che semplicemente si siano preparate a dovere e per non poco tempo....il tempo necessario per condizionare il corpo e per affrontare il mondo con maggior consapevolezza.
Dott. Luigi Discalzi
Psicologo - Psicoterapeuta
DELTA MEDICA
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